Bozzolo, la mamma risponde alle
critiche: "Non è mai sera per nessuno"
"Sono una madre - ci spiega - che non ha mai nascosto la testa sotto la sabbia per coprire il figlio, tantomeno ho mai preso le sue difese. Sono stata costretta a compiere gesti ai quali una madre non dovrebbe mai arrivare"
Risponde, ancora una volta, la mamma di Bozzolo. Perché non ci sta a passare per quello che non è e soprattutto non ci sta a passare per quella che critica, perché il comune fa. Il comune non ha fatto. E lo ribadisce. E’ mamma di un figlio difficile, non lo ha mai nascosto e non lo ha mai negato. Per quello vorrebbe vedere qualcosa, e vorrebbe vivere in un comune che si muove più di quello che, secondo lei, ha fatto. Risponde anche a tutte quelle persone che hanno commentato (è arte diffusa sui social, spesso arte a vanvera) senza sapere le cose o peggio ancora, senza esserci dentro. Lei è dentro. “Sono una madre – ci spiega – che non ha mai nascosto la testa sotto la sabbia per coprire il figlio, tantomeno ho mai preso le sue difese. Sono stata costretta a compiere gesti ai quali una madre non dovrebbe mai arrivare“. Un anno di cammino e di fiducia nelle istituzioni, un anno che non ha portato a nulla. “Un aiuto che mi è stato negato dalle figure istituzionali che ho incontrato in un anno di percorso, in cui la mia famiglia è stata invitata a cooperare per la realizzazione di incontri tra le figure istituzionali stesse e le famiglie di Bozzolo di ragazzi adolescenti, oltre al progetto del famoso educatore di strada, progetto fortemente voluto dagli assessori della giunta comunale“. Per spiegare di averci sempre messo la faccia elenca una serie di incontri ai quali era presente. “Io ci ho sempre messo la faccia. C’ero il 17 novembre 2021 nell’incontro col sindaco, l’assistente sociale e i carabinieri. C’ero il 21 novembre nell’incontro col sindaco. C’ero il 18 febbraio di quest’anno nell’incontro con i carabinieri e il sindaco. C’ero il 9 marzo in sala consiliare, nell’incontro con le istituzioni al quale erano presenti 13 genitori. C’ero l’11 aprile all’incontro per le famiglie, così come il 16 maggio e il 6 giugno. Nove mesi di promesse e di parole, allo scopo di procastinare. E non mi sembra di aver mai visto negli incontri tutti quei padri e quelle madri con figli che non hanno fatto altro che puntare il dito, capaci solo di dare colpe nell’educazione di mio figlio“. Il tempo intanto è passato. “Dopo 9 mesi di attesa, silenzi, false promesse, richieste di risposte da parte degli operatori preposti alla realizzazione del progetto e al signor sindaco, l’unica via che ho trovato percorribile è stata quella della stampa. Scelta peraltro percorsa anche dal sindaco, visto che la risposta è arrivata subito, sollecitata evidentemente proprio dalle mie parole sul giornale. Il dialogo, come ben dice il sindaco, si è interrotto perché non ho più avuto risposte che, guardacaso, sono arrivate tutte ieri. Un proverbio dice che per crescere un uomo serve un’intero villaggio. Forse è proprio in casi come questo che bisognerebbe collaborare. E ai genitori sapienti che hanno voluto giudicare dico che chi ha figli non parli di figli degli altri, perché non è mai sera per nessuno“.