Gussola, lancone allo stremo
Sindaco: "Noi neppure coinvolti"
Sta seguendo da tempo la situazione il sindaco Stefano Belli Franzini. I comuni tante, troppe volte come in questi casi vengono scavalcati e nemmeno coinvolti nelle decisioni. Provincia e Consorzio hanno preso le loro. Gussola ha subito e rischia di subirne le conseguenze. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Guarda verso il ponticello il custode. A filo d’acqua almeno un centinaio di carpe. Senza contare quelle spiaggiate. Morte. Esemplari anche di 3, 4 chili. Stessa sorte era toccata all’inizio ai siluri e alle carpe più grosse. “C’erano degli esemplari di oltre 8 chili, sono stati i primi a morire“. E ancora lucciocarpa. A galla, in prossimità del passaggio dello stradello, anche i pesci piccoli. A un certo punto, in quella poca acqua putrida che resta, il filo s’increspa. “Stanno morendo, tra un paio d’ore se passi li trovi a galla“. Il custode dell’ex cartiera è lì, da 60 anni. “E non avevo mai visto niente di simile“. Poi parla di quella golena che conosce come le sue tasche, e delle possibilità che potevano essere messe in campo per pensare ad una strategia diversa per quel pezzo di terra ed acqua. Per quel lancone che poteva essere tutelato maggiormente.
Non sono le soluzioni delle stanze dei bottoni, quelle da cravattino e scrivania. Sono quelle di chi la terra la vive, conosce canali, fossi, campi, sterrate, storia e nomi. Il Lancone di Gussola è una pregevole area umida. Un’oasi naturalistica gestita dalla provincia. Ormai pressoché a secco. Viene alimentata dal Consorzio di Bonifica Navarolo, dall’acqua che parte da Isola Pescaroli. Acqua che non arriva più. Il Consorzio ha spiegato che non c’è acqua per il lancone, che quella che c’è e arriva da Isola Pescaroli serve ai campi. Il lancone è alimentato, per buona parte, proprio da quell’acqua che arriva dal Consorzio e da Isola Pescaroli. Le sorgive, che sono la restante parte, danno solo un piccolissimo contributo.
Ora il comune di Gussola si trova con un bel problema, che potrebbe essere anche di natura sanitaria, appena al di là dell’argine. Ai margini dell’area umida cominciano a morire anche gli uccelli. Quelli che si nutrono di quel che l’acqua dà loro. Il pesce a galla imputridisce, l’acqua putrida lo è già. ATS è già venuta a verificare la situazione, domani il verbale verrà inoltrato alla Polizia Provinciale che studierà il da farsi. Perché qualcosa dovrà essere fatto. C’è ben poco, dal punto di vista ittico, ormai da salvare. “Resistono i pescegatto – ci spiega Davide Chiarini – perché sono più resistenti e sono gli ultimi a morire, ma anche per loro il destino è segnato“. La poca acqua che resta ha raggiunto temperature elevate.
Sta seguendo da tempo la situazione il sindaco Stefano Belli Franzini. I comuni tante, troppe volte come in questi casi vengono scavalcati e nemmeno coinvolti nelle decisioni. Provincia e Consorzio hanno preso le loro. Gussola ha subito e rischia di subirne le conseguenze. Il primo cittadino di Gussola, sempre attento al suo territorio, si dice deluso ed amareggiato del non coinvolgimento e soprattutto nella non messa a conoscenza della situazione e delle decisioni prese.
“ATS è già venuta ha già fatto sopralluogo e quindi vedremo poi come procedere, Il verbale è arrivato nella tarda mattinata, lunedì verrà inoltrato alla Polizia Provinciale. Il Lancone di Gussola è competenza sic/ZPs Provincia di Cremona. Nel 2017 avevamo già avuto una situazione simile anche se non come questa. La situazione è tragica. Se il Consorzio di Bonifica ha scelto di chiudere l’acqua perché giustamente scarseggia, cerchino di intervenire loro nel mettere in sicurezza. Sarebbe anche opportuno che, se vengono fatte scelte del genere, gli enti territoriali e locali fossero avvisati e chi prende queste decisioni deve anche pianificare come intervenire ed affrontare le questioni e le situazioni come queste. Noi come comune non siamo stati ne coinvolti ne avvisati, e questo la dice lunga sul rispetto istituzionale. Chi ha fatto queste scelte deve risponderne e soprattutto provvedere“.
Sconsolato è anche Davide Chiarini. Guarda quello che resta del lancone. “Ormai non fai più nulla. Ma c’è una domanda che dovremmo tutti porci. Che importanza diamo all’ambiente? Cosa si fa per tutelarlo? Si sarebbe potuto fare di più, perché tutto questo non è successo all’improvviso. E fare magari quando le cose vanno bene. Per i fiumi esiste un flusso minimo vitale al di sotto del quale non si può andare. Perché non pensare ad una cosa simile anche per le aree come questa, che sono aree importanti dal punto di vista naturalistico?“. L’acqua, mai come in questa estate torrida è stata e resta scarsa… “Alle coltivazioni legate al biogas però non si rinuncia, si sarebbe potuta trovare una soluzione, o quantomeno provarci. E invece nulla“.
N.C.