La vecchia cascina e il Germoglio
di un nuovo futuro grazie ad Abstract
La volontà è, all’interno di un’azienda biologica già lanciata da sei anni, di ristrutturare un vecchio cascinale nel rispetto delle tradizioni, come spiega Paola Vallari, titolare dell'attività. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
C’è tutta la tenacia (e la competenza) di tre donne. E la capacità, di ognuna di credere nei sogni ed elaborarli in progetti concreti. In questo caso il recupero di una cascina abbandonata da oltre 50 anni e in parte crollata sotto il pugno del tempo. Paola Vallari, agricoltore, dal 2016 impegnata nel portare avanti la propria azienda agricola, Il Germoglio, certificata bio, con la passione del proprio lavoro e la voglia costante di mettersi in gioco e crescere. Lara Cavalli, che con la sua Abstract, azienda che si occupa di intercettare bandi, è impegnata su più fronti a dare concretezza ai sogni di chi le si rivolge, una vera e propria macchina da guerra nel suo difficile settore e Matilde Chitolina, Architetto del team dello studio Busi, che ha elaborato un progetto che recupera funzionalmente la prima parte della struttura mantenendone tutti gli elementi storici dell’architettura rurale.
La cascina è quella che si vede dal calalcavia per andare verso Vicoboneghisio. Abitata sino a una cinquantina di anni fa poi utilizzata solo come rimessa agricola e piano piano preda del tempo. Ce l’ha in comodato d’uso Paola Vallari, ma la trattativa per l’acquisizione è ben avviata. Ci avevano provato altri ad acquistarla negli anni, ma la proprietà, alla fine, la famiglia Artoni, non l’aveva mai ceduta. Era la cascina dei nonni, e dei ricordi, la cascina che conteneva una storia difficile da mettere da parte. Paola ha avuto il merito di avvicinarsi alla struttura, che sorge proprio a pochi passi dalla sua azienda agricola, con infinito rispetto e di cominciare un progetto che la preserverà al meglio, salvando tutto ciò che è possibile salvare. La rimetterà in vita e poco importa se ci vorranno anni. “Era importante iniziare – ci spiega una soddisfatta Lara Cavalli – iniziare da un passo. Perché le cose si fanno un passo per volta”. Il primo passo sono 150 mila euro a fondo perduto, frutto del buon esito del bando Architettura Rurale che è uno dei bandi promossi dalla regione collegato ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Quanto siano importanti i sogni, i progetti concreti e la tenacia ce lo dicono i numeri del bando regionale. 49 milioni di euro a disposizione, solo 12 assegnati. Carenza di idee, carenza di intraprendenza, carenza di progetti e di sogni. Casalmaggiore in questo è più fortunata, e più tenace di altre realtà. E poi ha un ufficio bandi – Abstract – che difficilmente sbaglia un colpo. E non ha sbagliato neppure questa volta.
IL PROGETTO – L’immobile, oggetto dell’intervento di risanamento conservativo (si legge nella presentazione) è ubicato nel Comune di Casalmaggiore ma in particolar modo nella Provincia di Cremona, area con caratteristiche uniche e ben riconoscibili, che costituisce tradizioni secolari che hanno nei prodotti tipici dell’agroalimentare i testimoni di un’eccellenza riconosciuta nel mondo. E’ il settore agro – alimentare, infatti, insieme alla liuteria, il biglietto da visita della Provincia, vero e proprio punto di forza di un territorio da scoprire attraverso un turismo slow, in grado di arricchire il visitatore sia dal punto di vista delle conoscenze che delle emozioni.
La cascina è un elemento identitario del territorio cremonese di cui si auspica possa restare al centro di progetti che all’agricoltura affianchino turismo, arte e tradizioni locali. Nell’ambito dell’attuale Provincia di Cremona, chiusa in gran parte tra i fiumi Adda, Oglio e Po, le tre macrozone che vengono usualmente distinte tra loro per riconosciuti caratteri ambientali e antropici loro propri – ossia il Cremasco, il Cremonese ed il Casalasco – possono essere riproposte per una disamina delle diverse tipologie di dimore rurali.
Nel Casalasco, territorio in cui è collocato l’immobile oggetto della richiesta di contributo, riprende piede la piccola e la media proprietà, mentre le grandi cascine a corte chiusa, di tipo cremonese, diventano meno frequenti. Le tipologie appaiono piuttosto variabili, differenziandosi nella fascia rivierasca del Po – area in cui è situato l’immobile – sono più evidenti gli influssi della dimora di tipo emiliano, mentre nell’area più interna la cascina assume un assetto più in sintonia con le esigenze di un’agricoltura specializzata e rivolta per lo più alla trascorsa produzione vitivinicola.
In quest’area la dimora assume aspetto e dimensioni diverse, a seconda della proprietà, e talora gli edifici relativi a stalla e fienile sono separati dall’abitazione e situati di fronte a questa, al di là dell’aia. Il progetto prevede un intervento di risanamento conservativo solo sulla porzione che volge ad Est del fabbricato: il rustico. La committenza ha espresso il desiderio di poter creare sempre più eventi legati all’attività contadina e proseguire nel percorso di attività didattica. Per poter raggiungere questi obbiettivi diventa quindi fondamentale utilizzare gli spazi di servizio della cascina e trasformarli con estremo rispetto architettonico in area didattica e spazi polifunzionali sotto il grande tetto del granaio.
L’intervento prevede innanzitutto l’installazione di impianto idrico sanitario, ad ora mancante nella zona Est della cascina, al piano terra si adibisce un bagno raggiungibile da persone diversamente abili, un secondo bagno sarà ubicato esattamente sopra a quello disabili, nell’ex granaio, in modo da utilizzare le stesse colonne e impianti. Secondariamente si intende installare una scala leggera in legno e ferro, che sarà posizionata a ridosso della spina centrale, dalla parte dell’area destinata alla didattica (ex magazzino).
L’antico portone di legno che permette l’accesso dal lato sud sarà meticolosamente restaurato, come verrà restaurata anche la porta interna dell’ex stalla. Una grande vetrata fungerà da filtro di ingresso sul lato sud. Il tamponamento della apertura del portico sul lato Nord, al piano terra, viene eliminato riproponendo la connessione Nord Sud, ma solo pedonale. La demolizione del muro lascia spazio a grandi vetrate posizionate 30 cm dallo stesso e viene aggiunto un nuovo portone in ferro con una trama simil gelosia, elemento caratteristico dei rustici delle cascine. Questa soluzione, inoltre, permette di infondere all’interno del rustico la luce del Nord, costante e diffusa. È prevista l’installazione di due lucernari, uno che illumina la circolazione, l’altro che illumina e permette l’areazione dell’angolo cottura. Per quanto riguarda le altre aperture, quelle che sono state tamponate vengono riaperte, per ragioni di illuminazione e areazione, ma anche per riportare le facciate al disegno originale. Ovviamente risulta indispensabile la sostituzione degli infissi e delle imposte con altri nuovi più performanti, finitura in legno e ombreggiatura verde. La tinteggiatura esterna riprenderà i colori tipici delle cascine da intonare agli infissi e alle imposte. Il rifacimento del tetto prevede la posa di materiale isolante. L’installazione di pannelli fotovoltaici sarà necessaria per il funzionamento degli impianti elettrici. Per raggiungere uno stato di confort si intende installare riscaldamento a pavimento, il pavimento esistente verrà rimosso per ospitare massetto e nuova pavimentazione, al piano terra si ripropone il cotto che mantenga il disegno della trama dei listelli esistenti. Al piano primo si vuole mantenere come materiale il legno, come i solai del granaio. Per posizionare i nuovi impianti è necessario effettuare un irrigidimento dei solai, lasciando a vista il solaio esistente all’intradosso. Infatti, la didattica (ex magazzino) godrà ancora di soffitto in legno sorretto da travi, l’area di magazzino e vendita dei prodotti al dettaglio (ex stalla) godrà ancora del soffitto composto di arcate paraboliche basse. Con l’intento di mantenere lo stile rustico, si prevede di tenere la mangiatoia e di installare due camini, uno sopra l’altro, in modo da ricordare la sensazione di calore di un tempo.
L’obiettivo dell’azienda agricola è quello di creare sempre più eventi legati all’attività contadina (visite guidate, incontri formativi, laboratori didattici, degustazioni, ecc…). Per poter raggiungere questi obiettivi, diventa quindi fondamentale la ristrutturazione e il recupero della cascina. L’idea è quella di suddividere gli spazi in modo da poter creare un’area dedicata al ricevimento di persone/scolaresche (con stanze polifunzionali e bagni annessi) e un’altra adibita ad esposizione e spazi per attività didattiche, mantenendo il più possibile gli elementi originari della cascina (portoni di legno, lavatoio, mangiatoia, ecc…).
IL GERMOGLIO E PAOLA VALLARI – L’Azienda Agricola Il Germoglio nasce nel 2016 da un’idea della titolare, Paola Vallari, spinta dalla passione per l’agricoltura, tramandata dai nonni e dai genitori. Partendo dai campi coltivati esclusivamente a cereali e mais, nel 2016 l’azienda passa dal padre a Paola, la quale decide di affiancare alla produzione di cerali la coltivazione e la vendita diretta sul campo dei propri ortaggi, mettendo tutta la superficie in conversione al metodo biologico.
Non è stato un percorso iniziale facile, visto l’enorme concorrenza di supermercati e negozi specializzati che offrono di tutto ogni giorno dell’anno (si è perso, ad esempio, il concetto di “stagionalità”). Ma anno dopo anno, l’azienda è riuscita a coltivare sempre più prodotti visto il crescente interesse da parte della clientela di prodotti (e sapori) genuini, di stagione, appena raccolti – il cosiddetto “km0” – e soprattutto biologici. Questo ha portato l’azienda ad allargare la propria offerta, prendendo in gestione da un’altra realtà biologica (che stava cessando la propria attività) un frutteto biologico con annessa asparagiaia. Nel punto vendita che sorge direttamente sul campo, i clienti possono quindi trovare ogni giorno frutta e verdura di stagione di produzione esclusivamente propria.
Accanto all’attività principale agricola, da alcuni anni “Il Germoglio” ospita diversi studenti del corso di “Operatore agricolo” dell’Istituto professionale Santa Chiara di Casalmaggiore, i quali alternavano lezioni pratiche sul campo accompagnati dal professore a tirocini formativi. Anche diverse classi della scuola media Diotti di Casalmaggiore si recano spesso presso l’azienda per una visita guidata e per un approfondimento sull’agricoltura biologica.
“La mia è azienda certificata biologica da diversi anni – ci spiega – produciamo ortaggi e frutta, vendiamo tutti i nostri prodotti direttamente sul luogo dove li coltiviamo. Vendita diretta, con un concetto stretto di km zero. Sono tutti prodotti freschi e di qualità, anche perché viene quasi tutto raccolto in giornata e poi venduto direttamente qui. Siamo al sesto anno di attività, la nostra è una realtà molto giovane, però negli anni l’azienda è sempre cresciuta, tant’è che tre anni fa da un’altra azienda bio abbiamo preso in gestione un altro frutteto con l’asparagiaia per ampliare la gamma di prodotti che avevamo già qui. Qui avevamo solo ortaggi, col frutteto siamo stati in grado di ampliare l’offerta. C’è stato sempre un grande passaparola tra i clienti e questo ci ha permesso di ampliare la nostra offerta. La crescita continua ci ha consentito di avere un altro grande sogno, che è quello di ristrutturare una cascina che abbiamo in comodato d’uso e siamo in trattativa per acquistarla. Abbiamo partecipato a questo bando che avevo letto in un articolo di OglioPoNews. L’idea è quella di ristrutturare, poco per volta questo cascinale mantenendolo il più possibile per come era in origine. Un recupero dei portoni di legno, della vecchia stalla, della mangiatoia e di tutto il resto. All’interno i locali ristrutturati serviranno come appoggio all’azienda agricola per ospitare scuole, eventi, punto vendita, degustazione. Qui al momento abbiamo solo una casettina di legno per la vendita, però c’è sempre più la richiesta di organizzare delle iniziative e degli eventi. In questi anni abbiamo sempre ospitato delle scolaresche, e fatto altre attività, ma ci siamo resi conto di non avere degli spazi adeguati. La cascina non è messa bene, ma grazie a Lara Cavalli e allo studio Busi stiamo cercando di partecipare a più bandi possibili per poterla magari ristrutturare e magari un giorno riuscire a fare anche un agriturismo per l’ospitalità. Intanto partiamo con i lavori di questa prima parte di cascina. Mi piacerebbe fare qualcosa con i bambini e le persone disabili: ecco, quello sarebbe un buon punto per questo tipo di iniziative”.
ABSTRACT E LARA CAVALLI – Abbiamo parlato di un progetto che cresce, di un recupero di una vecchia cascina. Un’opera meritoria a prescindere sulla quale in pochi avrebbero probabilmente puntato. Lara Cavalli e il suo ufficio Bandi Abstract è stata contattata da Paola Vallari. Lara, che non è donna che si perde d’animo, le ha detto che, pur se il tempo non era moltissimo, ci si poteva provare. Provare per Abstract è spesso, e volentieri, portare a casa qualcosa: ha mostrato nel corso degli anni la propria indubbia competenza e professionalità l’ufficio che segue comuni, enti pubblici e privati, associazioni e singoli tutti con le medesime attenzioni. In questo caso sono arrivati 150 mila euro, ma non saranno gli ultimi. Le possibilità ci sono, basta sapere dove e come. E in questo Abstract è insuperabile. “Abstract – ci racconta Lara – ha seguito l’azienda agricola il Germoglio per la partecipazione a un bando di Regione Lombardia Architettura Rurale che è nell’ambito del PNRR volto alla valorizzazione del paesaggio e del patrimonio rurale. E’ un importante finanziamento che avvia un percorso, 150 mila euro a fondo perduto a fronte di un investimento di 316 mila euro. L’azienda si impegna ad aprire gli spazi almeno 33 giornate all’anno attraverso gli stakeholders del territorio per promuovere i prodotti del territorio, quindi un turismo slow, i prodotti e tutto ciò che valorizza le nostre peculiarità”.
Nazzareno Condina