San Martino, una bottiglia e un tralcio
di vite sulla tomba per restare uniti

Esistono vari modi per onorare la memoria dei propri cari. Ci sono famiglie che erigono veri e propri monumenti all’interno dei cimiteri del paese. Ma c’è al contrario chi si accontenta di tombe semplici e senza troppe pretese pensando che sia più importante assecondare i desideri e i gusti di chi ci ha lasciato. Così hanno agito i congiunti di Luigi Affini, deceduto il 2 aprile del 2018, scegliendo invece dei soliti ceri, fiori o lampade votive di depositare sulla tomba ogni anno una bottiglia di vino nuovo con l’aggiunta di un tralcio di vite da cui il nettare viene ricavato. Affini era molto conosciuto a San Martino per la sua semplicità d’animo e anche per le sue doti acrobatiche che gli permettevano di vincere sempre le gare di salita della cuccagna un tempo organizzate in occasione delle sagre del paese. “Mio marito era molto svelto e agile anche perchè pesava solo 50 chili” precisa la moglie Anna Broccaioli che aggiunge: “Lui poi amava coltivare con assiduità anche un piccolo vigneto e allora abbiamo pensato io e i miei figli di continuare questa sua passione mettendogli davanti la tomba un vaso con un tralcio di vite che tra l’altro in questi giorni sta già mostrando alcuni grappoli anche se ovviamente ancora verdi”. A completamento della originale e simpatica simbologia vi è anche una bottiglia di vino nero frutto della vendemmia di ogni anno. “Sia la vite che la bottiglia le sostituiamo ad ogni stagione per dimostrargli che gli siamo vicini e assecondiamo costantemente i suoi desideri”. Il perimetro della tomba è contrassegnato da una cornice in lamiera che consente ai due figli Mirco e Luca di apporvi piccoli souvenir turistici rappresentati da calamite acquistate durante i vari viaggi turistici. Anche questo un modo per far giungere al papà defunto un segno di grande affetto e considerazione.

Ros Pis