Trenord, triplo flop. Fomiatti (Azione):
"E aspettiamo ancora i treni nuovi"
Non è tutto. A preoccupare infatti è la volontà di Regione Lombardia di prolungare per un anno l’appalto a Trenord, per arrivare alle elezioni del 2023, e poi assegnare per dieci anni il servizio mediante affidamento diretto. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Tre campi d’Azione, come il partito che fa capo a Calenda, al quale anche Gabriel Fomiatti, consigliere comunale per il Listone a Casalmaggiore, è iscritto. Tre piani diversi d’attacco contro Trenord e Regione Lombardia, per stare dalla parte dei pendolari.
“In primis – esordisce Fomiatti – dobbiamo purtroppo constatare che Regione non mantiene le promesse, o meglio continua a procrastinare. I nuovi treni sulla Parma-Brescia dovevano arrivare entro la fine del 2021, poi si era parlato di marzo 2022, poi del primo semestre, e ancora di luglio. Adesso, stando alle ultime notizie, si va entro la fine del 2022. E speriamo sia l’ultimo rinvio, ma in ogni caso siamo già in ritardo di un anno per quella che doveva essere – e in effetti è – una autentica urgenza”.
Non è tutto. A preoccupare infatti è la volontà di Regione Lombardia di prolungare per un anno l’appalto a Trenord, per arrivare alle elezioni del 2023, e poi assegnare per dieci anni il servizio mediante affidamento diretto. “E’ evidente che una gara d’appalto sarebbe la soluzione migliore – spiega Fomiatti – ma l’assessore Terzi si è difesa dicendo che è meglio affidare a Trenord piuttosto che ad un’azienda tedesca o francese. L’assessore ha evidenziato che quantitativamente Trenord è la migliore in assoluto in Italia, perché ha numeri altissimi. Peccato che la qualità del servizio sia sotto gli occhi di tutti. Non credo che i pendolari possano sopportare altri dieci anni così. Se la Regione non ha nulla da temere, faccia una regolare gara d’appalto, sarebbe anche più trasparente”.
Terzo tema, il controllore che controlla se stesso. “E’ molto grave che sia Trenord a fornire dati e che il contratto di servizio non preveda un percorso – e un controllo – differente. In buona sostanza Trenord indica un numero di treni in ritardo in una percentuale più bassa di quanto non dica in modo sfacciato la quotidianità vissuta dai pendolari. Il motivo? Trenord non conteggia tra i treni in ritardo quelli che vengono soppressi lungo il percorso. E’ un assurdo, ma la Regione ha interesse a fare orecchie da mercante. Peccato che proprio la Regione dovrebbe controllare, ma evidentemente Trenord e Pirellone sono la stessa cosa e così il controllore controlla il controllato, ossia se stesso”.
Giovanni Gardani