Covid, report Iss: “In aumento
l’incidenza in tutte le fasce d’età”
Nel corso dell’ultima settimana risultano in aumento il numero di casi segnalati, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. “In questa fase, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, è verosimile che ci sia stato anche un aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata"
Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti di Sars CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, condotta il 7 giugno dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che la variante Omicron BA.1 è ormai al di sotto dell’1% del totale delle varianti Omicron identificate nel nostro Paese. La variante BA.2 rappresenta il 63% tra le varianti Omicron rispetto a una prevalenza registrata nell’indagine precedente pari al 93,8%. “A fronte di questa diminuzione di BA.2, si osserva un aumento del numero di sequenze attribuibili al sotto lignaggio BA.2.12.1 e, per quanto riguarda BA.4, e in particolare di BA.5, prevalenze pari a 11,4% e 23,1%, rispettivamente”. A spiegarlo è il report esteso settimanale dell’Iss sul Covid che integra il monitoraggio del venerdì. Il documento spiega che attualmente, non c’è evidenza che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate a un’aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2.
Nel corso dell’ultima settimana risultano in aumento il numero di casi segnalati, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. “In questa fase, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, è verosimile che ci sia stato anche un aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati sia alla mancata diagnosi che alla ‘autodiagnosi’. Questo fenomeno potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, e dell’efficacia vaccinale”, spiega ancora il report.
In aumento rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico (73%). Durante il periodo di riferimento sono stati segnalati 884.539 nuovi casi, di cui 352 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 13 giugno 2022). In aumento l’incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d’età. Nella fascia 30-39 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 1.843 per 100.000, mentre nella fascia di età 0-9 anni si registra il valore più basso, 1.012 casi per 100.000 abitanti. L’età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati nelle ultime settimane è stabile e pari a 48 anni.
In lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (12% vs 13% della settimana scorsa) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana, il 21% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 35% nella fascia d’età 5-11 anni, il 44% nella fascia 12-19 anni. In aumento il tasso di incidenza e il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d’età benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento.
I CASI DI REINFEZIONE
Per quanto riguarda le reinfezioni dal 24 agosto 2021 al 6 luglio 2022 sono stati segnalati 659.578 casi pari a 4.6% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 10,8%, in aumento rispetto alla settimana precedente (9,6%, dato con tempi di consolidamento maggiori rispetto ad altre informazioni).
L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1): nei soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi; negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
LA VACCINAZIONE
Per quanto riguarda l’impatto della vaccinazione nel prevenire infezioni il report riporta come la campagna vaccinale in Italia sia iniziata il 27 dicembre 2020. Al 6 luglio 2022, sono state somministrate 138.361.711 (47.316.309 prime dosi, 49.932.965 seconde/uniche dosi, 40.170.366 terze dosi e 942.071 quarte dosi. Nella fascia 5-11 anni, in cui la vaccinazione è iniziata il 16 dicembre 2021, al 28 giugno 2022 si registra una copertura con almeno una dose pari a 38,2% e con il ciclo primario completo pari a 34,9%.
L’EFFICACIA DEL VACCINO
L’efficacia del vaccino nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel prevenire la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 è pari al 38% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 30% tra i 91 e 120 giorni, e 45% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale o pari al 52% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Mentre nel prevenire casi di malattia severa è pari al 68% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 70% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni o pari al 86% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.
Agenzia DIRE