Diatriba RFI-Trenord: e i pendolari
restano senza rimborso
Parliamo della linea Mantova-Cremona-Milano, ma non ci stupiremmo se presto il tema dovesse essere trasferito anche su altre linee ferroviarie, che soffrono dello stesso problema: ritardi cronici, cancellazioni, strumentazione - intesa in senso lato - vecchia e inadeguata. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Prima o poi si doveva arrivare al dunque, al “mors tua vita mea”, al conflitto inevitabile. E il conflitto è però purtroppo sulla pelle dei pendolari. Parliamo della linea Mantova-Cremona-Milano, ma non ci stupiremmo se presto il tema dovesse essere trasferito anche su altre linee ferroviarie, che soffrono dello stesso problema: ritardi cronici, cancellazioni, strumentazione – intesa in senso lato – vecchia e inadeguata.
Già, ma di chi è la colpa? Da un lato Trenord è proprietaria dei veicoli, dunque dei treni; dall’altro RFI è invece l’ente che gestisce la linea, dunque binari e stazioni, per intenderci. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è scattata da Mantova, ma coinvolge da vicino anche Cremona, perché tutti i pendolari sono sulla stessa barca. Gli ultimi ritardi e le ultime cancellazioni (tra i casi limite ricordiamo quello di martedì col treno delle 17.22 da Milano Lambrate arrivato nella stazione meneghina alle 18.02 e poi definitivamente cancellato) non hanno infatti portato ad alcun rimborso (teoricamente previsto per il disservizio) per i pendolari stessi.
Il motivo? La colpa, secondo Trenord, è delle infrastrutture, dunque di RFI ed è a RFI che i pendolari dovrebbero rivolgersi. E mentre la politica si muove, coi sindaci di Cremona e di Mantova che hanno scritto a RFI, la Regione su spinta della consigliere leghista Alessandra Cappellari invita a un confronto con l’assessore ai Trasporti Terzi sia la stessa RFI sia Trenord, sperando che un faccia a faccia consenta alle due società di non nascondere più la polvere sotto il tappeto.
E non rimandare più le soluzioni, affidandosi a mezzucci e ai cosiddetti cavilli. Perché, ne siamo certi, ai pendolari andrebbe anche bene non ricevere un rimborso che comunque meriterebbero, se in cambio venisse finalmente fornito un servizio degno di essere chiamato tale.
G.G.