Pronto Soccorso di Cremona,
non il massimo della gentilezza
Recentemente sono stata investita da una moto mentre viaggiavo in bicicletta riportando due traumi piuttosto importanti, uno alla nuca e uno alla schiena. Poiché in OglioPo non c’era il neurologo sono stata trasportata in PS a Cremona. Quello che qui vado a raccontare non vuole essere mera polemica né tanto meno un lamento sterile, bensì una esortazione affinché situazioni del genere non abbiano a reiterarsi su altri pazienti.
Arrivo a Cremona piuttosto dolorante e mi sistemano su di una barella chiamata, se non erro, spinale, molto stretta e rigida, ero legata e non potevo muovermi. Capisco che in caso di traumi è procedura immobilizzare ma capisco meno l’attesa lunghissima, più di due ore, prima che mi facessero la TAC. Stavo male, mi lamentavo e gli operatori sanitari non sono stati il massimo della gentilezza. Finalmente fanno la TAC ma poi mi riposizionano come prima per un totale di più di otto ore. I dolori erano fortissimi e non accennavano a diminuire, supplicavo che mi dessero la possibilità di muovere le gambe, di cambiare posizione perché ormai non distinguevo più cosa mi doleva: se le parti traumatizzate, che poggiavano su superfice dura, o anche il resto del corpo. Quando il dolore non fu più gestibile mi diedero il TORADOL. Posso capire che finché non conoscevano la natura dei traumi dovevo stare ferma ma lasciarmi così otto ore è stato un vero supplizio. Ciliegina sulla torta sento due operatori sanitari che parlano tra loro “tra poco dovrebbe arrivare l’esito completo degli esami, così finalmente ce la togliamo dalle…”.
Questo è quanto mi è successo, ho voluto raccontarlo perché chissà che leggendolo chi di dovere capisca che non rompevo affatto le scatole, semplicemente stavo male e nella speranza che venga posta maggiore attenzione affinché non accada niente a nessun altro.
Grazie
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