Cronaca

Francesca, uno scricciolo dal
grande cuore: l'ultimo saluto

Francesca è partita, dopo l'ultimo saluto. Ma Francesca era nel vento sul sagrato, nei tantissimi occhi lucidi, nel dolore di tanti. Nei suoi gatti, che restano, ai quali ha teso una mano e dato una speranza. Francesca era nelle parole di chi l'ha conosciuta, nell'abbraccio sincero di tutta una comunità. Uno scricciolo dal grande cuore, partita per sempre e per sempre rimasta dentro nei pensieri e nel cuore di chi le ha voluto bene. GUARDA LA FOTOGALLERY, IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E I VIDEO

Uno scricciolo, che il destino si è portato via. Troppo presto. Francesca Schizzi, 39 anni, esile e minuta, piuttosto introversa, animo gentile nel suo lavoro ci guarda – per chi crede – da lassù. E per chi non ha un Dio, era comunque nel vento di stamattina, nelle nuvole che all’ingresso e all’uscita dalla funzione dell’ultimo commiato hanno dato tregua alle persone – tante – venute a salutarla per l’ultima volta. C’erano i familiari in prima fila, il papà Sergio e la mamma Giovanna segnati da un composto dolore, il fratello Marco che è rimasto forte ad affrontare tutta quell’angoscia e quel dolore. C’erano i parenti, gli amici, e tutte quelle persone che Francesca avevano avuto la fortuna di conoscerla.

Uno scricciolo, dal grande cuore. Così l’ha descritta, in una lettera struggente e dolorosa, lo zio Cesare.

C’era anche Massimo, il suo compagno, in prima fila. A un certo punto della funzione, si è avvicinato alla bara della compagna per una furtiva carezza. Poi al termine, sul sagrato della chiesa, ha rinunciato ad essere forte, si è sciolto nel suo dolore. Un dolore (che abbiamo sentito) vero.

QUI SOTTO IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

IL DOLORE DI MASSIMO – E’ arrivato all’ultimo in Chiesa, in compagnia dei suoi familiari. Non ha rinunciato ad esserci dopo giorni difficili. Giorni pesanti in cui non ha avuto tante persone vicine a comprendere che quel dolore avrebbe potuto essere, ed era, pure il suo. “Tra me e lei era lei quella forte – ci ha detto, gli occhi segnati e la voce rotta – e lei era un angelo. Se gli angeli esistono, lei lo era, un angelo tra gli angeli. Scrivilo. Ho un dolore dentro che non auguro a nessuno, come non auguro a nessuno di vivere quello che ho vissuto. A me non interessano le parole che sono state scritte su di me, tutte le cazzate che si sono sentite. Ho solo questo grande dolore qui dentro, questo rimpianto. Se non fossi uscito quella notte, come facevo d’abitudine, forse avrei potuto salvarla“. Ad andare a salutarlo, cercando di convincerlo di come il destino sia imperscrutabile, proprio lo zio di Francesca, Cesare.

QUI SOTTO LE PAROLE DI CESARE VACCHELLI, ZIO DI FRANCESCA

LE PAROLE DELLO ZIO CESARE – Alla fine della messa, poco prima che la bara, portata a spalla dai ragazzi dell’impresa funebre Giani, uscisse per l’ultimo viaggio verso l’eterna dimora, è stato lo zio a volerla ricordare. Una lettera – dolcissima e struggente – che è arrivata sino al cuore di tutti i presenti: “Cara Francesca, la notizia della tua scomparsa mi ha lasciato impietrito ed incredulo… Incapace di prendere coscienza di quanto ti era accaduto. Poi da questo senso di vuoto si è aperta la finestra dei ricordi, a lenire il dolore che mi ha pervaso.

E allora ti ripenso a casa dell’amatissima zia Rosa, dove, ai tempi dei tuoi studi, ci si incontrava quasi quotidianamente, insieme a tuo fratello Marco, per il quale stravedevi e di cui eri sempre pronta a prendere le difese. E’ proprio in quel periodo, per me tra i più belli dei nostri momenti di felice condivisione, che ho avuto l’opportunità di apprezzare la tua spiccata sensibilità, la tua dolcezza, l’amore per la tua famiglia, per i nonni, e in particolare per nonna Ermelinda, a cui eri legata da un rapporto speciale, e con la quale hai sempre mantenuto un contatto quotidiano.

Come non ricordare i tanti momenti in cui, con la tua sottile ironia e carica di simpatia, ci intrattenevi con racconti di storie fantastiche, e rispondevi con un sorriso al mio suggerimento a coltivare anche l’arte della recitazione. Poi, purtroppo, questa parentesi si è chiusa, e in me il rammarico di non aver saputo tenere vive queste occasioni di incontro. Ti seguivo a distanza, e ricordo benissimo la tua felicità nel momento in cui hai trovato il tuo primo impiego fisso, un traguardo che ti ha permesso di proseguire nel percorso di indipendenza e di autonomia, e l’orgoglio con cui ci hai accolto dopo che ti eri trasferita nella nuova abitazione di Casalmaggiore.

Immenso il tuo amore per gli animali, cani e gatti in particolare, con cui avevi una sintonia speciale, e dal cui mondo traevi anche importanti insegnamenti di vita. Così anche recentemente scrivevi sui social: Amare non è possedere… ma prendersi cura. Tendi la mano alle creature indifese in cerca di aiuto. Rinuncia a qualcosa per te e dallo a loro, sfamali e dissetali. Aiutali a trovare la strada… ed avrai trovato la tua.

Sono sicuro che tu, cara Francesca, la tua strada l’abbia trovata, costruendola con paziente, quotidiano e costante impegno, senza mai perdere di vista i valori importanti in cui credevi. Questo è uno dei tuoi grandi insegnamenti che ci lasci in eredità, e di cui, oggi più che mai, è necessario fare tesoro. Il tuo transito terrestre è stato certamente breve, inaccettabilmente breve, questo, però, non ha impedito che l’impronta che hai lasciato con il tuo esempio di vita, facesse breccia nel cuore di ognuno di noi. La grande e sentita partecipazione di oggi ne è solo una tangibile testimonianza. Nel cielo di questa tua ultima estate terrena, mi conforta immaginarti volteggiare come una rondine, libera e leggera, come il tuo animo puro e gentile, forse un po’ introverso ma sempre pronto per le buone cause, riservato, ma attento all’ascolto e ai bisogni del prossimo.

Uno scricciolo, dal grande cuore. Sono però convinto che il tuo compito non si sia esaurito, ma che continuerà su di un altro piano, dove sono sicuro saprai di nuovo farti apprezzare. Da lassù veglia su di noi e in particolare sui tuoi genitori, Giovanna e Sergio, e infondi loro la forza di continuare a credere nella vita e nel meraviglioso ruolo di nonni che stanno svolgendo. Ora, mi è straziante doverti salutare, ma come ci ricorda anche un grande poeta: “Esiste un momento in cui le parole si consumano e il silenzio inizia a raccontare”. Che questo silenzio ci inondi, per colmare il grande vuoto che hai lasciato nei nostri cuori. Buon viaggio, Francesca!“.

QUI SOTTO L’OMELIA DI DON ANTONIO PEZZETTI

LA FUNZIONE – Una bara in legno chiaro ed un cuscino di rose chiare sulla cassa. A celebrare la funzione don Antonio Pezzetti: “Quando si muore a 40 anni – ha detto nell’omelia il prete – il dolore non tocca mai solo la famiglia, ma l’intera comunità. Il funerale è il segno della solidarietà umana: il dolore resta, ma per tante persone il funerale è anche il passaggio in paradiso. Per chi crede, lei è già là. Per chi crede la morte non è la fine di tutto. E’ come bussare ad una porta che apre ad un’altra vita. Il momentaneo dolore è pesante da vivere per tutti. Niente è così doloroso come la morte di una persona cara. Il dolore è quello di chi continua“. Don Pezzetti ha parlato del dolore che nessuno può portare via, ma da vivere dentro un contesto più grande, all’interno di un’esperienza più grande che porterà tutti ad un’altra vita. “C’è un posto per tutti noi dopo la morte – ha proseguito – e se rimaniamo nella fede, adesso Francesca riposa nella pace. Alla fine della vita riposeremo tutti nella pace, e per sempre. Francesca è ancora presente per tutti noi. Noi non la vediamo ma c’è. Lei, dal cielo, ci guarda ed è ancora più vicina a noi“.

L’ULTIMO VIAGGIO – Francesca è partita, dopo l’ultimo saluto. Ma Francesca era ancora lì, anche dopo. Era nel vento sul sagrato, nei tantissimi occhi lucidi, nel dolore di tanti. Nei suoi gatti, che restano, ai quali ha teso una mano e dato una speranza. Francesca era nelle parole di chi l’ha conosciuta, nell’abbraccio sincero di tutta una comunità. Nelle sue parole che ora suonano come monito,e testamento: “Amare non è possedere… ma prendersi cura. Tendi la mano alle creature indifese in cerca di aiuto. Rinuncia a qualcosa per te e dallo a loro, sfamali e dissetali. Aiutali a trovare la strada… ed avrai trovato la tua“. Uno scricciolo dal grande cuore, partita per sempre e per sempre rimasta dentro nei pensieri e nel cuore di chi le ha voluto bene.

Nazzareno Condina (foto e video Alessandro Osti)

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