Arte

Loma Video, trionfo al D.E.S.I.C.A.
con l'Eclittica del Sagittario

Non era mai accaduto che per tre edizioni consecutive trionfasse lo stesso gruppo. D.E. S.I.C.A., acronimo di Daylong Emergent Showbiz Initiative Cremonapalloza Award, è l’unico concorso di cortometraggi a tema da svolgere in 24 ore

“Loma video”, grazie ai ragazzi “avanti” che ne fanno parte, vince l’edizione numero 17 del 2022 del concorso D.E.S.I.C.A. per il migliore cortometraggio: “L’eclittica del Sagittario”. La squadra casalasca composta da Marco Goi, Stefano Donzelli, Michele Giardullo, Matteo Uccellini, Lorenzo Marasi, Jennifer Maia, Michele Veneziano, Teresa La Gala, Lorenzo Cavalli, Alex Zangelmi e Matteo Beccari, definisce pure un record: non era mai accaduto che per tre edizioni consecutive trionfasse lo stesso gruppo. D.E. S.I.C.A., acronimo di Daylong Emergent Showbiz Initiative Cremonapalloza Award, è l’unico concorso di cortometraggi a tema da svolgere in 24 ore. Il tema del concorso “17, i segni dello zodiaco” venne comunicato alle 21:00 di venerdì 20 maggio e prevedeva la consegna tassativa del cortometraggio completo entro e non oltre le 21:00 di sabato 21 maggio. Solo 24 ore quindi per scrivere la sceneggiatura, reperire i materiali necessari, girare e montare il corto.

La storia: nel mezzo di una terra desolata e arsa dal sole, (in realtà la suggestiva golena di Martignana, altrimenti detta Isola Maria Luigia), un tizio si sveglia con a fianco un cadavere; sorpreso, incredulo ma soprattutto per nulla memore di quanto accaduto, si accorge che qualcuno lo sta osservando quindi decide di rincorrere lo sconosciuto per dirgli, che pur non ricordando nulla, sicuramente non è un assassino ma, mentre lo rincorre, lo perde vista. A quel punto cominciano ad apparirgli visioni che gli fanno credere di essere stato lui. Non vogliamo svelare altro e invitiamo a guardare il video qui di seguito per vedere ciò che accade.

Curiosità: nel linguaggio astrologico il Sagittario è raffigurato come un centauro con l’arco teso nella direzione del confinante Scorpione; il protagonista del cortometraggio ha uno scorpione tatuato sul braccio mentre il numero 17, segnato su un taccuino da colui che inizialmente sembrava innocuo, indica il diciassettesimo omicidio. Durante tutto lo svolgersi del corto compaiono i dodici segni zodiacali, tutti da scoprire, ed ecco esaurito con maestria il titolo del concorso.

Significato: Per quanto riguarda il senso profondo di questa storia ognuno può trovare il proprio, non c’è un’interpretazione corretta o una sbagliata perché l’opera non è stata pensata per avere una chiara ed unica chiave di lettura, ognuno può trovarne una, nessuna o centomila.

Riflessione: Molti giorni dopo il montaggio, dopo averlo rivisto con la mente sgombra e senza l’adrenalina causata dall’ansia di realizzarlo in poco tempo, Marco Goi ci fa dono di una sua riflessione: “Parto col dire che prima di noi, prima della nostra singola e personale esistenza, altre persone, altri miliardi di vite sono passate. Queste morti, dalla più prossima alla più remota, sono impersonificate da Matteo Uccellini che appunto recita la parte del morto. Il protagonista Stefano Donzelli, che si risveglia accanto al cadavere, può simboleggiare la nascita, l’esistenza presente, la vita, l’essere buttati un po’ così, a caso, su questo mondo. La consapevolezza che prima o poi ciò che è successo al morto inevitabilmente succederà anche a lui, come a tutti, non tarda ad arrivare, questo è il prezzo per vivere, quasi fosse un patto col maligno. Così il nostro personaggio, perso e confuso, inizia a cercare delle risposte. Da sempre l’uomo si pone domande sulla propria esistenza cercando le risposte nell’astronomia, nell’astrologia, nella religione o nella mappatura delle stelle. Al nostro protagonista appaiono i segni del Cancro, Ariete, Bilancia e Gemelli che lo riportano all’ inizio del suo viaggio. Qui appare il Sagittario che con una freccia pone fine alla sua vita, ma in quel gesto non vi è alcuna cattiveria era semplicemente inevitabile. Dimostrerà invece violenza pochi secondi dopo narcotizzando un passante mentre concepisce quella che sarà una nuova vita, ed ecco che tutto si rinnova in un tempo ciclico, sempre uguale”.

E può essere visto davvero così: l’eterno ciclo della nostra esistenza che si sviluppa all’interno di due punti invariabili, la nascita e la morte. La nostra vita scorre così, tra questi due punti fermi mentre il il tempo che ci è dato scorre in mezzo a vite appena sbocciate, a metà o alla fine del loro cammino o a lato dei corpi esanimi delle persone che ci hanno lasciato. Potrebbe sembrare una visione pessimistica del passaggio umano sulla terra, un reiterarsi senza senso di nascita e morte ma si sa che da qui grandi pensatori hanno tessuto filosofie sublimi mettendo a confronto ragione e libero arbitrio dell’uomo con l’imperscrutabilità del destino.

Non è facile montare un’opera del genere in 24 ore, un’opera originale e profonda che mette in campo talento, fantasia, sensibilità, stimolo alla riflessione e perché no…… divertimento.

Giovanna Anversa

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