Casalaschi in Val Rendena,
dai "Crusèn" ai giorni nostri
A ricordarlo è Ugo Lazzarini, oggi residente a Parma ma cresciuto proprio a Casalmaggiore: un pensiero, il suo, denso di nostalgia ma anche capace di tratteggiare il tempo che fu in modo preciso e che per questo pubblichiamo integralmente. GUARDA LA FOTOGALLERY
Un ricordo ma anche un pensiero molto attuale, dato che il rapporto con quelle montagne resta forte. Quelle montagne sono in Val Rendena e il rapporto è quello dei Casalaschi con quei posti di villeggiatura. Non solo Forte dei Marmi, insomma, non solo il mare. Ma anche una colonia in montagna, a Bondo per la precisione, attiva qualche decennio fa.
A ricordarcelo è Ugo Lazzarini, oggi residente a Parma ma cresciuto proprio a Casalmaggiore: un pensiero, il suo, denso di nostalgia ma anche capace di tratteggiare il tempo che fu in modo preciso e che per questo pubblichiamo integralmente.
“La popolazione Casalasca che frequenta le Valli Giudicarie si perde nella notte dei tempi. Nell’ultimo secolo spesso si svolgevano campi scuola in Val di Genova e valli limitrofe. Casalmaggiore poi aveva la colonia estiva a Roncone e, i “Crùsèn” avevano la colonia estiva a Bondo.
Quest’ultima in particolare, attiva da metà giugno a metà settembre, è stata determinante nell’avvicinare i ragazzi alla montagna, grazie alla presenza del “Maestro” (al secolo Pacchiana Francesco detto Gino, già Artigliere Alpino e Capogruppo per molti anni del Gruppo Alpini di Casalmaggiore).
Durante tutta l’estate il “Maestro” organizzava gite sulle montagne circostanti Bondo, montagne che erano state teatro della Prima Guerra Mondiale, in quanto prime linee Austungariche. Dopo ogni gita infatti, si tornava a valle con elmetti e altri reperti bellici.
In funzione della difficoltà della gita il “Maestro” sceglieva se portare tutti i ragazzi e ragazze (compresi quelli di 2-3 anni), le suore e i familiari, oppure solo i più grandi. Le escursioni/gite più classiche erano: alla Madonna dei Larici, a Ponte Arnò, al Passo Ussol e al Monte Campel (sullo spartiacque con la Val di Ledro) e, il Passo del Frate in valle d’Arnò, sullo spartiacque con la val Daone.
Ripercorrendo da qualche tempo queste escursioni, mi chiedo spesso come facessimo allora, partendo da valle, dal paese di Bondo, senza alcun avvicinamento e senza alcun mezzo di trasporto, senza alcuna attrezzatura specifica, le suore con la tonaca, le signore rigorosamente in gonna, i ragazzi e le ragazze che al massimo avevano le “Superga”, a fare tutto questo senza che mai nessuno si facesse male seriamente, grazie alla presenza vigile e severa del “Maestro” e, sempre con tanta allegria, anche nel portare a spalla i ragazzi più piccoli.
Ricordo un giorno che, uno zaino pieno di panini si ruppe e i panini ruzzolavano in mezzo alle “boasse”. Immediatamente sono stati raccolti, puliti alla meglio nell’erba e, via, senza che nulla fosse.
Molti di questi ragazzi hanno imparato ad andare in montagna, ad amarla e rispettarla, altri hanno fatto strada nella vita (fra i quali un campione del mondo di off-shore). Più di uno ha fatto il militare negli Alpini, come il “Maestro”.
Grazie “Maestro Pacchiana”, per tutto il tempo che hai dedicato ai ragazzi, alle montagne e agli Alpini di Casalmaggiore”.
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