Ambiente

Strada Rasche, Rivarolo Mantovano
e un modello di sviluppo territoriale

Nel Comune di Rivarolo Mantovano, questo percorso si stacca dall’argine del Canale Acque alte in prossimità della Cappella dell’Aviere, sulla Sabbionetana, e si spinge, per le strade Lame, Rasche e Castellana, fino a Rivarolo, oltrepassato il quale prosegue per Casteldidone e San Giovanni

La recente ristrutturazione della Strada comunale delle Rasche a fini ciclabili ha ribadito l’importanza dell’approccio sistemico alla mobilità territoriale leggera in un territorio rurale, come l’Oglio-Po, fortemente antropizzato, ma scarsamente relazionato al proprio interno.

Gli storici percorsi che innervano la campagna, unitamente a quelli esistenti lungo gli argini dei canali e dei fiumi, opportunamente interconnessi, potrebbero svolgere efficacemente il ruolo di elementi di continuità in un territorio amministrativamente frammentato dalla miriade di piccoli Comuni delle due province cremonese e mantovana. La loro ristrutturazione e interconnessione consentirebbe una fruizione capillare dell’Oglio-Po e con essa il consolidarsi del processo di identificazione col Territorio di appartenenza, che può avvenire anche potendo percorrerlo, nel tempo libero, a piedi o in bicicletta, in solitaria o in compagnia. In questo senso, la prima forma di turismo può essere quella locale dei singoli cittadini e delle famiglie: banalmente ed oltre la quotidianità, con una mezza giornata libera a disposizione diventa arduo mettersi in macchina e cercare di raggiungere qualche località amena; se ci fossero le condizioni, sarebbe più agevole inforcare una bicicletta e farsi una scampagnata. La rete dei percorsi storici che ancora si snoda tra i campi e connette le antiche Comunità rurali, recuperata, integrata, valorizzata e messa a sistema, potrebbe diventare, così, l’elemento esplicativo di quel “turismo di prossimità” da molti invocato come summa di valenze sociali, relazionali, salutistiche, economiche e finanche integrative del Turismo con la T maiuscola, potendo offrire un’alternativa all’offerta turistico-culturale delle località di maggiore attrattività.

A tale proposito, la valorizzazione della Strada comunale delle Rasche, sulla quale il Comune, avendone intuito le potenzialità, ha investito a più riprese con il contributo sostanziale del GAL “Terre del Po”, costituisce ormai un riferimento. Sulla Strada convergono, incrociano e si sovrappongono tre percorrenze ciclabili significative: quella interregionale del “Cammino di Santa Giulia”, l’interprovinciale della “Ciclovia da Brezza a Vento” e quella locale rappresentata dalla “Ciclabile Rivarolo-Cividale”.

Il Cammino di Santa Giulia è il percorso ciclopedonale che si snoda tra le Regioni, Toscana, Emilia e Lombardia, riproponendo idealmente il tragitto seguito nel 763 d.C. per la traslazione della reliquia (i resti corporei della Martire), da Porto Pisano, sulla costa toscana, al monastero regio di San Salvatore, oggi Santa Giulia, in quel di Brescia. Un tragitto di 470 chilometri, riproposto oggi, in chiave turistico devozionale, dall’omonima Associazione che ne ha curato il progetto e sottoposto l’adesione alle 8 Province e ai 78 Comuni coinvolti. Il percorso connette 15 luoghi di culto ancora contraddistinti dalla memoria della Santa (chiese, pievi, monasteri). Snodandosi per località amene e centri storici secolari, si qualifica, oltre l’aspetto devozionale, per le valenze ambientali, storico-culturali e per gli aspetti enogastronomici delle località attraversate. Il “Cammino” si connota, in tal modo, come veicolo di promozione dei territori, rivolto, in particolare, agli utenti dai ritmi lenti che prediligono la riscoperta di luoghi peculiari, situati al di fuori dei circuiti turistici consueti. Allo stato attuale, numerose risultano essere le strutture ricettive già convenzionate con l’Associazione che ha promosso l’iniziativa, così come i Comuni aderenti, tra i quali, dal 4 aprile 2022, anche il Comune di Rivarolo Mantovano, interpellato per la presenza della Chiesa parrocchiale di Cividale, dedicata alla Santa. Delle 25 tappe del Cammino, quelle relative al territorio comunale, incentrate sulla Chiesa di Santa Giulia, sono due: la tappa n.20, che individua l’arrivo a Cividale per la Strada comunale del Ponterotto, e la n.21 che ne segnala la ripartenza, per le strade Lame, Rasche e Castellana.

La “Ciclovia da Brezza a Vento” si snoda, da est ad ovest, per 25 chilometri in terra mantovana e cremonese, connettendo l’Oglio al Po. Il percorso ciclabile si appoggia, nei tratti estremi, al Canale Acque alte, ma, nella sua percorrenza centrale, insiste su antichi tracciati di origine medievale che storicamente collegano gli abitati di Solarolo Rainerio, San Giovanni in Croce, Casteldidone, Rivarolo Mantovano, presentando interconnessioni per Bozzolo, Romprezzagno, San Martino dall’Argine, Belforte, Cividale, Spineda, Commessaggio …, solo per rimanere nella parte orientale dell’Oglio-Po. Tra i luoghi significativi situati lungo il percorso o nelle immediate vicinanze: l’oasi naturalistica “Le Margonare”, il centro storico di Rivarolo Mantovano, i mercatali di origine medievale come quello di San Martino dall’Argine e la stessa Piazza gonzaghesca di Rivarolo, le chiese antichissime come San Zavedro, che la tradizione popolare fa risalire alla regina Teodolinda, e San Pietro, il Pantheon dei Gonzaga di Gazzuolo, ma anche le ville rinascimentali come Villa Medici del Vascello, ancora permeata della fama della dama dell’ermellino, e il celebre Castello Mina della Scala.

Nel Comune di Rivarolo Mantovano, questo percorso si stacca dall’argine del Canale Acque alte in prossimità della Cappella dell’Aviere, sulla Sabbionetana, e si spinge, per le strade Lame, Rasche e Castellana, fino a Rivarolo, oltrepassato il quale prosegue per Casteldidone e San Giovanni, nella vicinale che corre tra la Strada provinciale n.61 e il Cavo Delmona. La valenza ciclabile di interconnessione tra i questi Centri storici, ha recentemente ottenuto dal GAL “Terre del Po” finanziamenti a fondo perduto per complessivi 170.000 euro circa che hanno consentito di ristrutturarne in particolare una tratta, la Strada comunale delle Rasche, e di attrezzarne il tracciato mantovano con cartelli descrittivi e segnaletici, oltre a piccole attrezzature per la sosta e a due centraline per la ricarica dei veicoli elettrici.

Nel dettaglio, a causa del degrado in cui versava, la Strada delle Rasche costituiva l’anello debole, se non mancante, di questa percorrenza. Il suo ripristino ha esteso il bacino demografico di riferimento ben oltre i confini comunali, fino ad intercettare potenzialmente, non solo il “turismo di prossimità” dei Comuni appartenenti alle due province interessate, ma anche quello “specialistico” che percorre la ciclovia regionale “Brezza”, lungo l’Oglio, e quella nazionale “Vento”, lungo il corso del Po.

In merito alla ciclabilità Rivarolo-Cividale, il ripristino della Strada comunale delle Rasche, poco più di un chilometro di percorso campestre in condizioni fatiscenti, ha consentito di stabilire la continuità viaria tra le Strade Lame e Castellana, realizzando di fatto l’auspicata connessione ciclabile tra il Capoluogo e la Frazione.

Come ha avuto modo di ribadire il Sindaco Massimiliano Galli, “la scelta strategica, fatta propria dall’amministrazione comunale, di ripristinare la percorrenza delle strade bianche comunali, per metterle a sistema realizzando la percorribilità leggera del territorio, trova qui la sua declinazione pratica. In una zona agricola come la nostra, la ciclabilità territoriale può essere convenientemente realizzata riconvertendo le storiche strade comunali e vicinali esistenti, le così dette strade bianche, ad un uso promiscuo, che consenta l’utilizzo sia da parte dei mezzi agricoli, ma anche di ciclisti e podisti. Una pratica virtuosa che coglie più obiettivi: eliminare il consumo di suolo riducendo al contempo i costi di impianto; portare gli abitanti a fruire il territorio valorizzandone gli aspetti ambientali; recuperare antichi manufatti agrari esistenti lungo il percorso, dai ponti alle chiaviche alle santelle, ripristinando al contempo la funzionalità del reticolo idrico minore di scolo delle acque, in fregio alla stessa viabilità storica”.

Nello specifico, la ristrutturazione della Strada comunale delle Rasche ha affrontato, risolvendole, le problematiche idrauliche della porzione di territorio attraversata. L’intervento ha comportato, infatti, il rifacimento del fondo stradale devastato da decenni di incuria, migliorando l’accessibilità ai fondi agricoli, ma soprattutto ha ripristinato la corretta ricezione e il necessario convogliamento delle acque reflue, meteoriche ed irrigue, canalizzandole nel colatore Gambina.

Lungo la strada sono stati disposti una serie di cartelli informativi che forniscono nozioni sulla toponomastica territoriale, in una zona ancora connotata da toponimi agrari di origine longobarda.

La messa a dimora di 100 arbusti autoctoni in banchina e la posa di sedute hanno infine integrato l’intervento, completato dall’installazione di otto lampioni solari per segnalare, nella notte, lo snodarsi del percorso tra i campi: un chiaro invito alla fruizione anche crepuscolare e notturna.

Ugo Enrico Guarneri

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