Siccità, Autorità di bacino: "Crisi
più grave degli ultimi 70 anni"
La situazione generale non regala facili ottimismi per i prossimi mesi in cui si prospetta una scarsità persistente della risorsa e una mancanza di precipitazioni corredata da alte temperature.
La peggior crisi idrica da 70 anni ad oggi: così è stata definita la attuale situazione del Po e dei suoi affluenti, nel corso dell’Osservatorio sugli utilizzi idrici, riunitosi venerdì mattina a Parma. Il quadro complessivo proiettato – fa sapere l’Autorità di bacino – è rappresentato da un insieme di indicatori idro-meteo-climatici tutti con il segno meno e con un fabbisogno per gli usi civili, irrigui e ambientali assolutamente più alto in questa stagione all’approssimarsi dei mesi estivi. D’altro canto anche il livello del Po a Cremona, che è tornato a sfiorare i -8 metri sotto lo zero idrometrico, parla chiaro.
Tra le problematiche evidenziate, la neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia; i laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda); la temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media; la produzione di energie elettrica è in stallo; le colture, nonostante l’avvio tardivo di 15 giorni della pratica dell’irrigazione (esempio in Lombardia), sono tutt’ora in sofferenza.
L’attenzione è anche e soprattutto per le forniture di risorsa per il potabile: con un centinaio di comuni in Piemonte e 25 in Lombardia (Bergamasco) in cui l’associazione chiede ai sindaci eventuali sospensioni notturne per rimpinguare i livelli dei serbatoi con ordinanze mirate ad un utilizzo estremamente parsimonioso dell’acqua. Terna, in prospettiva delle prossime settimane, attesta anche la progressiva scarsità di risorsa utile per il raffreddamento adeguato delle centrali elettriche.
AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), intervenendo a supporto della richiesta del Segretario Generale di AdBPo Meuccio Berselli di “rilasciare una quantità di risorsa sufficiente per dare maggior ristoro alle aree di valle in linea con il principio di sussidiarietà tra territori”, ha confermato – per dichiarazione del direttore generale Luigi Mille – che l’agenzia, in qualità di ente regolatore dei rilasci dal Garda, “sta già provvedendo proprio in queste ore a rilasciare un’ulteriore quantità di acqua (fino a 10 m3/sec) rispetto alla media per dare livelli più alti alle zone di valle”.
La situazione generale non regala facili ottimismi per i prossimi mesi in cui si prospetta una scarsità persistente della risorsa e una mancanza di precipitazioni corredata da alte temperature.
Ma come gestire la crisi? Durante la seduta il comparto idroelettrico ha dato la propria disponibilità, indipendentemente dalle concessioni legislative, a sostenere il settore primario dell’agricoltura in caso di manifesta necessità produttiva. Inoltre i Grandi laghi confermano la possibilità di scendere sotto i livelli minimi di invaso per contribuire ad alimentare con continuità e per quanto possibile i corsi d’acqua di valle sia per finalità irrigue che per il mantenimento dell’habitat e della biodiversità.
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