Ambiente

Siccità nel distretto del Po:
piogge utili, ma livelli gravi

Terminato infatti l’effetto delle piogge principali nei deflussi del fiume, le portate da monte fino alla foce sono nuovamente in esaurimento con valori ancora inferiori alla media storica di riferimento.

Il contesto idrico del bacino del fiume Po – presentato venerdì mattina ai 63 rappresentanti delle Regioni del distretto, alle agenzie di monitoraggio e ai portatori di interesse all’interno dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi Idrici – migliora sensibilmente i suoi indicatori in virtù delle precipitazioni di inizio mese di Maggio, ma la miglioria sarà molto probabilmente di breve durata visto che gli indici di valle restano già ora molto scarsi e le registrazioni sui livelli idrici effettuati nelle singole stazioni di monitoraggio confermano purtroppo una siccità ancora grave lungo tutta l’asta del Grande Fiume.

Terminato infatti l’effetto delle piogge principali nei deflussi del fiume, le portate da monte fino alla foce sono nuovamente in esaurimento con valori ancora inferiori alla media storica di riferimento. A Pontelagoscuro, per esempio, la portata attuale è di 461 m3/s quasi prossima alla soglia di riferimento critica per la risalita del cuneo salino (450 m3/s) che in alcuni rami nella zona del Delta (Ferrara e Rovigo) si attesta ad un valore di 12 km.  Tale portata è inferiore a quelle d’inizio mese ed in rapida diminuzione. L’indice standardizzato per la sezione di Pontelagoscuro per il mese di Maggio indentifica una condizione di siccità idrologica severa (SFI compreso tra -1.5 e -2). Il deficit di portata rimane estremo in tutte le sezioni di misura (per l’indice SFI a tre mesi), che descrive il perdurare di una scarsità di portata in tutte le stazioni di Po. Analoga situazione è presente anche negli affluenti: dopo i primi giorni di Maggio le portate sono in decisa decrescita nell’area Appenninica, mentre in quella Alpina il deflusso è in parte sostenuto dalla fusione dalle nevi restanti.

PRECIPITAZIONI: le precipitazioni si confermano al di sotto delle medie del periodo nonostante eventi precipitativi temporaleschi localizzati soprattutto sui rilievi e meno intensi sulle pianure, talvolta sotto forma di grandine. Quindi le anomalie risultano sempre molto marcate.

TEMPERATURE: il mese di Maggio, uno dei più caldi sempre, ha visto le temperature in forte risalata con anomalie termiche importanti +2/3°C soprattutto nella seconda parte del mese, con picchi di temperatura elevati per il mese di Maggio (32°-33°C).

NEVE: le alte temperature degli ultimi giorni, anche sui rilievi, hanno innescato il processo di fusione della neve, gli apporti di SWE risultano comunque al di sotto dei minimi di riferimento su tutte le stazioni di monitoraggio.

LAGHI: tutti i grandi laghi alpini hanno leggermente incrementato il volume invasato grazie sia ad afflussi conseguenti gli eventi precipitativi sia ad alcune riduzioni dei deflussi funzionali ad aumentare lo stesso volume d’invaso. Il lago Maggiore recupera quota con un riempimento del 41% superiore al valore d’inizio mese. Analoga situazione sul lago di Como e sul lago d’Iseo dove il riempimento è pari, rispettivamente, al 63,5% e al 77,9%, grazie anche alle deroghe al DMV/DE concessa dalla Regione Lombardia. Stazionario invece il livello del lago di Garda con un riempimento importante, prossimo al 70%.

FALDE: Anche le falde sotterranee si confermano in progressivo stato di depressione lungo tutta l’asta del Fiume a partire da quelle Piemontesi.

IDROELETTRICO: Anche i dati comunicati dai gestori delle centrali idroelettriche confermano i bassissimi livelli di produzione energetica.

Il Segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, Meuccio Berselli, ha commentato: “E’ importante rilasciare quando possibile risorsa idrica per mantenere le derivazioni dal Po a beneficio della maturazione delle colture stagionali e dell’habitat lungo l’alveo e nei rami secondari. A tal proposito, per esempio, il graduale rilascio di risorsa dal Lago di Garda che ha livelli tutt’ora apprezzabili risulta provvidenziale per alimentare con continuità le opportunità di prelievo a valle tra cui spicca quello del Canale Emiliano Romagnolo che consente l’approvvigionamento di tutta la Romagna e buona parte dell’Emilia Orientale”.

L’ingegner Andrea Colombo di ADBPo ha presidiato la sessione odierna dell’Osservatorio coordinando, insieme al collega Paolo Leoni, tutti gli interventi dei numerosi presenti: Ministero della Transizione Ecologica, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero delle  Infrastrutture e dei  Trasporti, Dipartimento della Protezione Civile, Regione Emila-Romagna, Regione Liguria, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Toscana, Regione Valle d’Aosta, Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Regione Marche  ISTAT, ISPRA, CREA, AIPo-Agenzia Interregionale per il Po, Terna Rete Italia, Consorzio del Ticino, Consorzio dell’Adda, Consorzio dell’Oglio, ANBI, UTILITALIA, ANEA, ASSOELETTRICA.

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