Arte

Zibello, le poesie in immagini del
fiume di Paolo Panni in mostra

"Bisogna stare in silenzio, sul fiume e nei suoi pioppeti, lungo gli argini e nelle golene, sulle lanche e in mezzo agli spiaggioni. Perché solo se stai in silenzio puoi cogliere e ascoltare la melodia dell’acqua e il canto degli uccelli; nel silenzio puoi scrutare e osservare i paesaggi, le architetture delle cascine e delle case coloniche, dei campanili e dei piccoli borghi"

Da giovedì 2 a domenica 5 giugno, nell’ambito della 35esima edizione della Festa del culatello, si tiene a Zibello la mostra fotografica “I Silenzi del Po” a cura dell’Eremita del Po, Paolo Panni. Una esposizione che comprende una selezione di alcune delle tantissime immagini che, nel tempo, l’Eremita del Po ha realizzato su entrambe le sponde del fiume, sia quella parmense che quella cremonese e casalasca.

Dopo aver fatto “tappa” in diverse località emiliane e lombarde, la mostra (che di recente si è tenuta a Pontirolo Capredoni nel magnifico scenario della Cascina Pontirolo) viene riproposta a Zibello (dove si era già svolta qualche ano fa, con immagini però totalmente diverse) all’ingresso del Teatro Pallavicino, nella centralissima piazza Garibaldi, “cuore” della sagra dedicata allo straordinario prodotto tipico locale. Perché i “Silenzi del Po”? E’ stato lo stesso Paolo Panni, conosciuto appunto anche come Eremita del Po, a spiegarlo a Oglioponews.

“Perché il Grande fiume – dice – va vissuto, conosciuto e scoperto in silenzio, in ogni stagione, col sole o con la nebbia, quando le cicale cantano senza sosta e quando i corvi ‘chiamano’ la neve, quando la galaverna scolpisce e crea opere d’arte e quando l’afa e la calura estiva fanno sudare anche chi resta fermo. Bisogna stare in silenzio, sul fiume e nei suoi pioppeti, lungo gli argini e nelle golene, sulle lanche e in mezzo agli spiaggioni. Perché solo se stai in silenzio puoi cogliere e ascoltare la melodia dell’acqua e il canto degli uccelli; nel silenzio puoi scrutare e osservare i paesaggi, le architetture delle cascine e delle case coloniche, dei campanili e dei piccoli borghi che da sempre vivono di fiume e con il fiume. Nel silenzio puoi cogliere il suono dei mestieri che nel solco della storia si alternano nelle terre di Po. Nel silenzio puoi assaporare i profumi di quei prodotti tipici, e di nicchia, che nelle terre di fiume trovano la loro culla e l’essenza della loro qualità. In questa società dove tutto e tutti vanno sempre di fretta, dove ogni individuo è ormai inseparabilmente attaccato ai ‘toc ad fer’ (leggasi, come poi specifica lui stesso, telefonini, computer e altre diavolerie) c’è bisogno di tornare all’essenzialità, c’è bisogno di silenzio, c’è necessità di quella lentezza che ti fa capire meglio il senso e la bellezza della vita. Intorno al fiume, e sul fiume, puoi ritrovare quella infinita pace che è preziosa per vivere meglio, lontano dalla massa. Il fiume, come compagno di ‘viaggio’, ti dona la consapevolezza di quanto sia importante oggi stare in disparte, in silenzio, lontano dal chiasso, per tornare ad una dimensione più umana, semplice e autentica della nostra stessa vita”.

“Un fiume – continua l’Eremita del Po – che è alla portata di tutti, che merita di essere conosciuto, apprezzato e amato. Un fiume che, unendo maggiormente le potenzialità e le idee delle due rive, può portare benefici straordinari ai nostri territori per i quali, del resto, e da sempre, è fonte di vita. Le foto vogliono semplicemente ‘narrare’ e mostrare alcuni angoli delle terre del Po. Un modesto contributo per farlo conoscere, per portarlo in giro (per questo la mostra è itinerante e l’autore è disponibile ad esportarla ovunque, ndr), per mostrarne l’autentica bellezza”.

Per dire anche che il fiume ha bisogno di tutti, per essere amato, rispettato, tutelato. Per essere difeso dai “mostri” che purtroppo lo frequentano. Chi sono questi “mostri”? L’Eremita del Po, noto per non avere peli sulla lingua e per “andar via piatto” (come lui stesso afferma), la cui avversione per la politica (tutta) non è ormai un mistero, li “snocciola” questi “mostri”. “Sono innanzitutto coloro che purtroppo continuano a ritenere che il Po sia terra di nessuno – afferma Paolo Panni – e lo scelgono per abbandonare rifiuti o per svolgere attività illegali; sono coloro che praticano varie forme di bracconaggio pensando di restare perennemente impuniti; sono coloro che sul fiume, in diverse maniere, fanno i loro comodi e sono i soliti incravattati dal deretano piatto e pelato (moralisti e benpensanti leggano sempre “politici”) che si ricordano del fiume in campagna elettorale servendosi del Po per iniziative largamente stucchevoli, disgustose, banali, scontate ed ampiamente inutili comprese traversate e ‘processioni’ varie per non parlare di quelle occasioni in cui si presentano per illustrare progetti cementiferi in cui imperversa sempre e solo il maledetto dio denaro, mandati dai ‘burattinai di corte’ per sostenere i soliti interessi di parte di amici e parenti, ma anche di amici dei parenti e di parenti degli amici. Il Po, nel suo infinito e speciale silenzio – conclude l’Eremita del Po – non ha bisogno di cemento, non ha bisogno di ecomostri, non ha bisogno di interessi di parte, non ha bisogno di incravattati dal deretano piatto e pelato che si ricordano di queste terre quando devono mangiare, magari a sbaffo, a spese della gente. Il Po, nel suo silenzio, ha bisogno di rispetto, di tutela della biodiversità, di progetti ed iniziative capacità di esaltarne e difenderne l’ambiente”.

La mostra, un omaggio in immagini al fiume e alle sue terre, a Zibello (Parma), nell’ambito della Festa del Culatello, sarà visitabile tutti i giorni dal 2 al 6 giugno, nel Teatro Pallavicino. Per la sua realizzazione l’Eremita del Po ha tenuto a ringraziare la Pro loco, e in particolare il presidente Rosalba Scaglioni, e l’Amministrazione comunale con il sindaco Massimo Spigaroli. Con un ringraziamento particolare anche alla redazione di Oglioponews, e all’amico Nazzareno Condina “per l’attenzione e la sensibilità – ha concluso l’Eremita del Po – sempre dedicata ai miei semplici scritti e alle mie immagini”.

Immagini – e testi – dei quali andiamo fieri. Grazie all’amico Paolo Panni di farcene continuamente partecipi.

N.C.

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