Opinioni

Annamaria Piccinelli: "I bambini
imparano degrado e abbandono"

"Cosa impara un bambino che per un anno dentro a scuola fa Educazione civica e nel prato antistante vede quotidianamente una fila di venti alberi rinsecchiti perché nessuno li ha innaffiati e poi nessuno si è premurato di toglierli?"

Il degrado chiama sempre altro degrado, e il senso d’abbandono è forte. E’ quello che ha vissuto sulla sua pelle Annamaria Piccinelli, consigliera d’opposizione (Vivace & Sostenibile) girando per alcuni luoghi della città. Quelli, soprattutto, con i quali si interfacciano i bambini. Queste le sue considerazioni.

E’ finito un altro anno scolastico e dopo mille segnalazioni, fatte anche incalzata da genitori, è ancora tutto così. Per un altro anno bambini e ragazzini, senza nemmeno accorgersene, hanno assorbito l’incuria dei grandi, anzi peggio, delle istituzioni. Cosa impara un bambino che per un anno dentro a scuola fa Educazione civica e nel prato antistante vede quotidianamente una fila di venti alberi rinsecchiti perché nessuno li ha innaffiati e poi nessuno si è premurato di toglierli? E i ciuffi d’erba lungo i marciapiedi della scuola e nessun un cestino dove mettere i rifiuti. Poi lo stesso bambino va al parco giochi e trova giostrine rotte, con schegge di legno che spuntano e a volte nemmeno più le giostrine perché sono state tolte e mai più ripristinate. Poi lo stesso bambino alla domenica va a fare un giro nel parco in golena e sempre da anni trova panchine stramazzate a terra, cestini dei rifiuti sventrati. Degli incivili li hanno ridotti così e le istituzioni non li hanno, non dico sostituiti, ma almeno tolti e li lasciano lì con indifferenza. E quando sale sulle scalinate dell’argine per andare a giocare al lido, cosa trova? Spesso erbacce più alte di lui e rifiuti che si accumulano per settimane, prima di venire raccolti. Non sto parlando dei cimiteri con erbacce e gabinetti sporchi e fuori uso, così come la stazione ferroviaria, non sto parlando del retro di uffici comunali con erbacce e muraglia caduta da non so quanto, non sto parlando delle strade che hanno uno spesso strato di asfalto e, dopo un dislivello di diversi centrimetri, sui lati, hanno un “terzo mondo” diffuso di ghiaietta, pozzangherine e ciuffi d’erba e rifiuti. No, mi limito ai luoghi più frequentati dai bambini, quelli che insegnano loro che l’Italia è fatta così, non come al nord delle Alpi, no. L’Italia è sporca, maltenuta. E, peggio, imparano che è un destino ineluttabile, non ci si può far niente perché l’Ufficio manutenzione del territorio è stato riassorbito da altri, c’è un addetto solo per tutto il Comune, gli alberi è meglio tagliarli perché comportano pericoli e manutenzione, i cestini è meglio toglierli ecc ecc. E questi bambini crescono così e diventeranno quello che hanno sempre visto, perché quella è la loro normalità, ma è una normalità che, a mio avviso, ha avuto un inizio, “Il pesce comincia sempre a puzzare dalla testa”: le istituzioni prima di tutto“.

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