Politica

Heritage, la minoranza insiste:
"Per la comunità è una sconfitta"

"La cultura è di tutti, è un bene collettivo, non appannaggio di pochi che la gestiscono con principi di economia di mercato e di marketing e la elargiscono per concessione”.

Non ci sta la minoranza di Sabbioneta e torna all’attacco sulla Fondazione Heritage, con il comune che ha approvato venerdì scorso l’ingresso nella fondazione stessa in qualità di socio fondatore. “Il sindaco ha parlato di passaggio decisivo per la storia di Sabbioneta – spiega il consigliere di minoranza Gionata Maffezzoli – ossia di liberare il comune da incombenze extra, lasciando gestire la cultura e il patrimonio a professionisti del settore, perché il comune potrà dedicarsi meglio all’ordinarietà”.

“Con Mantova abbiamo avuto l’ambito riconoscimento Unesco, che ha dato alla nostra città un respiro e una visibilità internazionale. Ora questa amministrazione compie una scelta inconcepibile – ha continuato in consiglio Maffezzoli – e si arroga il diritto di togliere l’unica peculiarità identitaria e prestigiosa che ha il nostro comune, che è quella di gestire l’attività culturale e turistica. Ci viene richiesta l’approvazione all’adesione ad una Fondazione che dovrà toglierci dall’incombenza gravosa di gestire un prestigioso patrimonio, che tutto il mondo ci invidia, che ci dà la priorità di ricevere finanziamenti pubblici e privati per la sua conservazione e valorizzazione e la cui gestione turistica rappresenta anche un importante introito per le casse del comune. Il nuovo statuto trasferirà tutto questo alla fondazione senza nessun tipo di rappresentanza controllo e verifica da parte dell’ente comunale (cioè noi) proprietario dei beni. E i fondi che arriveranno strano sempre nella completa disponibilità della Fondazione stessa, comportando per le casse comunali una perdita”.

“Lo statuto si preoccupa di ribadire in più parti che l’ente agirà autonomamente – ha spiegato sempre Maffezzoli – senza nessun tipo di controllo, dominio, vigilanza, o influenza di nessun tipo dell’amministrazione comunale sulla fondazione e che i membri nominati dal sindaco, non come capo dell’amministrazione comunale ma come mera personificazione della comunità sabbionetana, ci porta ad esprimere non pochi dubbi sulla legittimità dell’atto poiché la fondazione andrà a gestire beni di proprietà comunale con denaro pubblico elargito dal comune per la costituzione della Fondazione e quindi soggetta alla normativa degli enti pubblici in materia di antiriciclaggio, appalti, trasparenza”.

“Il testo prosegue dicendo di autorizzare l’ufficiale rogante (cioè il notaio) ad apportare quelle modifiche di carattere tecnico formale dirette ad una migliore redazione dello statuto. Dobbiamo intendere che questo consiglio comunale approverà il testo dello statuto (alla sua terza stesura) che potrà essere modificato in sede di sottoscrizione? La fondazione non potrà distribuire utili neppure in modo indiretto per cui non si comprende come gli enti maggiori proprietari del grande patrimonio artistico e storico di Sabbioneta, vale a dire il comune e la parrocchia con il suo museo, le chiese, la pinacoteca, possano sottoscrivere un atto che non consente loro la verifica e il controllo della gestione e dei bilanci in qualsiasi momento e nella totale disponibilità se non ricorrendo all’organo di controllo e revisore unico e il cui eventuale recesso non è normato”.

“Lo studio portato avanti per favorire la Fondazione si limita ad analizzare i dati finanziari dei capitoli relativi alla cultura e al turismo degli anni 2018, 2019, 2020 e 2021 in cui ci sono stati due anni di attività sospesa per la pandemia e due anni in cui le spese e i costi relativi ai due capitoli sono stati esorbitanti non dettati certamente da una oculata gestione delle risorse finanziarie pubbliche come da noi evidenziato nella mozione del 9 aprile 2022. Basandosi quindi su dati distorti, lo studio non ha potuto far altro che arrivare a conclusioni, a nostro avviso, parziali. Non ha preso in considerazione l’eventualità che l’ente possa essere coinvolto nella richiesta di finanziare la fondazione per necessita di gestione come sottolinea il revisore. Anche la considerazione che l’ente comunale se ne avvantaggerà per avere meno incombenze burocratiche derivanti dalla manutenzione e gestione dei beni monumentali è discutibile in quanto l’ente dovrà controllare che la manutenzione venga effettuata e venga eseguita in osservanza alle direttive della soprintendenza e nel rispetto di un patrimonio Unesco per poterne mantenere l’iscrizione. In caso contrario si apriranno contenziosi in capo alle responsabilità e alle competenze non chiarite nello statuto. Si autorizza la costituzione di un organismo che godrà del privilegio di attingere a finanziamenti pubblici e privati rivenienti anche dal riconoscimento Unesco che li potrà gestire in autonomia senza controlli e verifiche, che per il suo funzionamento, come da piano budget annuale elaborato dalla responsabile d’area, per far quadrare il bilancio avrà necessità di apporti da benefattori e altri soggetti privati di 220.000,00 euro annui. Questa scelta andava presentata in un consiglio comunale aperto”.

“Questa amministrazione svuotando l’ente pubblico che rappresenta, ha scelto una metodologia e una precisa volontà di escludere completamente in modo sprezzante noi cittadini sia agendo sulla rappresentanza all’interno della Fondazione sia come diretti proprietari dei beni che verranno dati in concessione. Sono stati coinvolti solo i portatori di interessi economici come se la comunità non fosse interessata alla gestione dell’ambito culturale dei prossimi anni considerando che saremo tenuti a risponderne finanziariamente. La cultura è di tutti, è un bene collettivo, non appannaggio di pochi che la gestiscono con principi di economia di mercato e di marketing e la elargiscono per concessione”.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...