Cronaca

Delitto Tanzi, il perché dell'ergastolo
a Mallardo: "Non si è mai pentito"

Un lungo fascicolo che spiega perché non c’è stato alcuno spiraglio, almeno in primo grado, per ridurre la pena o accogliere le richieste della difesa, in particolare la cosiddetta perizia psichiatrica per capire se Mallardo fosse in grado di intendere e volere. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Sono state pubblicate da parte della Corte d’Assise di Parma le motivazioni che hanno spinto a comminare a Patrick Mallardo, per l’omicidio del 19enne di Casalmaggiore Daniele Tanzi, la pena dell’ergastolo. Un lungo fascicolo che spiega perché non c’è stato alcuno spiraglio, almeno in primo grado, per ridurre la pena o accogliere le richieste della difesa, in particolare la cosiddetta perizia psichiatrica per capire se Mallardo fosse in grado di intendere e volere.

Secondo la Corte Mallardo non si è mai pentito di quanto fatto – Tanzi morì nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2021 con 33 coltellate a trafiggergli cuore e polmoni – e ha pure cercato di mettere in cattiva luce lo stesso Daniele, reo di avergli sottratto la fidanzata, Maria Teresa Dromì, con la quale Mallardo aveva avuto una storia contrastata – e a tratti violenta – per due anni.

Alla Corte non è piaciuto poi il cambio di passo di Mallardo: che un mese dopo l’omicidio aveva confessato alla madre – intercettato dal carcere di via Burla – di ricordare tutto per filo e per segno e invece a processo ha mostrato diverse lacune, secondo Alessandro Corti, che ha presieduto la Corte d’Assise, per una chiara strategia processuale, volta a ottenere il riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere.

“L’imputato – scrivono i giudici – ha cercato di mettere in cattiva luce la Dromì e Tanzi, come se in qualche misura quanto accaduto potesse essere ricondotto a comportamenti scorretti o minacciosi tenuti dagli stessi”. Confermati dunque i futili motivi, dato che il movente – parso chiaro da subito – è stato la gelosia; e confermata invece la mancata premeditazione: stando ai giudici Mallardo avrebbe deciso soltanto la sera del 4 maggio di uccidere Daniele per farla pagare a Maria Teresa, che aveva preferito proprio Daniele a Patrick. Un’idea balenata attorno alle 22, perché a quell’ora aveva saputo che i due si trovavano all’ex Mulino di Vicofertile, luogo del delitto. Due ore dopo l’omicidio: troppo scarso il lasso di tempo per parlare di premeditazione.

Giovanni Gardani

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