Ambiente

Nel Delta del Po le trivelle
minacciano delfini e tartarughe

In una settimana di monitoraggio sono stati percorsi oltre 240 miglia nautiche e osservati 112 esemplari di delfino della specie Tursiops truncatus in gruppi con una media di 5 animali, impegnati in attività di alimentazione, socializzazione e riposo, con la presenza di numerosi individui giovani e piccoli.

Foto: Greenpeace Italia

Il sito di Interesse Comunitario marino ‘Adriatico Settentrionale Veneto – Delta del Po’, un’area protetta di 225 chilometri quadrati, istituita nel 2020 per tutelare specie di interesse comunitario, come il delfino tursiope e la tartaruga marina comune del Mediterraneo, “è oggi minacciata da un progetto di estrazione di gas”. Questa la denuncia Greenpeace che, oggi, ha concluso una campagna di monitoraggio nell’area antistante la foce del Po condotta insieme ai ricercatori dell’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione, e promossa dal Parco veneto del Delta del Po, a bordo della nave ammiraglia dell’associazione ambientalista, la Rainbow Warrior.

In una settimana di monitoraggio sono stati percorsi oltre 240 miglia nautiche e osservati 112 esemplari di delfino della specie Tursiops truncatus in gruppi con una media di 5 animali, impegnati in attività di alimentazione, socializzazione e riposo, con la presenza di numerosi individui giovani e piccoli.

“Il Nord Adriatico si conferma dunque- spiega Greenpeace- come un habitat chiave per questa specie, nonostante il forte impatto antropico, dovuto non solo alla pesca e al traffico marittimo: qui si trova infatti il terminale Adriatic LNG, il più grande impianto di rigassificazione d’Italia, ma anche da estrazioni di idrocarburi”.

Agenzia Dire

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