Autostrada, mai arrivati i 25 mln
a Stradivaria: ecco il perché del ricorso
Una situazione ingarbugliata che suscita reazioni contrapposte tra chi sostiene l’utilità dell’opera (oltre al centrodestra regionale, il Pd dei due territori) e chi l’ha sempre demonizzata, come il Movimento 5 stelle.
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Continua la saga dell’autostrada Cremona – Mantova, infrastruttura che ha il benestare politico della Regione e della maggioranza politica alla guida dei due territori, ma che continua a trovare intoppi tecnici e giuridici. Un progetto che si trascina da anni, almeno da agosto 2010 quando venne firmato il contratto di concessione tra Stradivaria e Regione; proseguito con la consegna del primo progetto definitivo ad aprile 2011; e con la presentazione dell’istanza di pronuncia di compatibilità ambientale a Ministero nel 2012, rilasciata poi a luglio del 2016.
Da ultimo, c’è il ricorso presentato a marzo da Stradivaria – la società titolare della concessione regionale, che ha redatto il progetto definitivo – contro la delibera regionale di fine 2021 che stanziava 25 milioni per consentire alla sua controllata Aria, nel ruolo di concedente, l’acquisizione del progetto (leggi qui: Autostrada Cr-Mn, autorizzata da Regione spesa da 25 milioni per progetto). La notizia del ricorso è emersa nella risposta della Regione a un’interrogazione del consigliere Marco degli Angeli (M5S).
Dopo quella delibera non è mai stata formalizzata la proposta di risoluzione consensuale dei rapporti tra Aria e Stradivaria, che quindi, prima che scadessero i termini per l’impugnazione, ha deciso di tutelarsi con un’azione cautelativa. Una delle contestazioni della società cremonese-mantovana è che quei 25 milioni – indennizzo per i costi sostenuti per la progettazione preliminare e definitiva, l’Iva e altri costi correlati – potrebbero essere parzialmente trattenuti da Aria.
Resta inoltre al momento in sospeso come finanziare il famoso tratto di autostrada che in origine avrebbe dovuto essere realizzato dall’autocamionale della Cisa, nell’ambito dell’intervento conosciuto come Tibre (Tirreno Brennero), che invece ha da tempo dichiarato il venir meno dell’interesse.
Gli accordi tra Stradivaria e Aria – pare che sostenga la società cremonese – prevedevano che in questo caso si sarebbe dovuto avviare un tavolo per arrivare a un riequilibrio finanziario della concessione, ma Aria ha invece ritenuto che non ne esistano i presupposti. Come si legge nella risposta data a Degli Angeli, “le valutazioni della Concedente autostradale Aria Spa hanno effettivamente evidenziato come a livello di progettazione definitiva la documentazione predisposta da Stradivaria Spa risulti corretta e completa rispetto agli adempimenti normativi previsti, nonchè al rispetto dell’iter approvativo seguito, attestando per contro l’insussistenza di presupposti per un nuovo riequilibrio della concessione autostradale, dovute a carenze del piano economico finanziario e al non rispetto dei limiti imposti dalla norma i merito alle procedure di revisione del piano economico finanziario”.
Una situazione ingarbugliata che suscita reazioni contrapposte tra chi sostiene l’utilità dell’opera (oltre al centrodestra regionale, il Pd dei due territori) e chi l’ha sempre demonizzata, come il Movimento 5 stelle.
gbiagi