Zibello, San Daniele, Vidalenzo e
la grazia della Madonna di Fatima
Pezzi a pagine di storia, in cui fede e mistero intersecano, rendendo ancora una volta affascinanti e speciali le vicende, talvolta poco conosciute, delle terre del Po. Chissà che, un giorno, le comunità rivierasche dell’una e dell’altra riva, non possano ritrovarsi per chiedere insieme, a Maria, la grazia della pace nel mondo che si fa sempre più urgente
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San Daniele Po, Zibello e Vidalenzo, terre del medio Po, protette sotto il manto della Beata Vergine di Fatima durante il secondo conflitto bellico? Un interrogativo affascinante, suggestivo, che abbraccia fede e mistero. A cui, ovviamente, non è possibile dare una risposta capace, per così dire, di sgomberare il campo. Del resto non è nemmeno compito di una testata giornalistica, né men che meno di chi scrive queste righe, dare risposte che competono ad altri, più esperti e competenti di noi.
Ancora una volta ci si limita alla storia, che è sia quella scritta nei libri o lasciata negli archivi da chi ci ha preceduti, che quella raccontata dagli anziani di oggi, tramandata nelle parole, ma meritevole di essere trascritta, lasciata, memorizzata e fissata, anche attraverso i mezzi moderni di oggi. Andando per ordine, ecco che nella piccola comunità emiliana di Zibello è viva e radicata, da tempo, la devozione nei confronti della Madonna di Fatima. Una venerazione che si è particolarmente rafforzata in seguito ad un evento prodigioso, ancora oggi ben ricordato in paese, verificatosi durante la seconda guerra mondiale.
Verso la fine del conflitto, infatti, un ordigno venne sganciato sulla piazza principale, dedicata a Giuseppe Garibaldi. Tuttavia la bomba rimase clamorosamente inesplosa e, di fatto, numerose vite umane furono salve. E’ facile infatti intuire che cosa sarebbe potuto accadere in caso di deflagrazione della bomba. Subito ci fu chi gridò al miracolo attribuendo l’evento prodigioso all’intercessione della Beata Vergine di Fatima, la cui ricorrenza, come noto, cade il 13 maggio di ogni anno. Dopo quel fatto il parroco di allora, don Celso Ghiozzi, fece realizzare, all’interno della chiesa parrocchiale, proprio di fianco all’altare maggiore, una cappella dedicata alla Madonna di Fatima e fece arrivare un simulacro della Vergine.
Da allora, ogni anno, il 13 maggio i fedeli di Zibello rinnovano la loro devozione con funzioni serali che trovano il loro apice nella processione lungo le vie del paese, ovviamente con la venerata statua. Processione che è stata rinnovata anche quest’anno ed è stata guidata da don Francesco Mazza, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile diocesana e dell’Ufficio vocazioni della diocesi di Fidenza, affiancato dal parroco don Gianni Regolani.
Da evidenziare un fatto particolare, forse poco considerato, che diverse persone del luogo, tuttavia, se interpellate, fanno notare. E’ provato infatti che, da sempre, il 13 maggio, anche quando questo giorno cade in giornate piovose, sotto sera torna puntualmente il bel tempo, le piogge cessano, e la processione può svolgersi. Questo accade puntualmente da sempre, vale a dire da quasi ottant’anni consecutivi. Si tratta di un particolare tanto affascinante quanto misterioso, che va a rendere ancora più interessante una vicenda, quello del presunto miracolo mariano, sicuramente significativa.
Ma gli aspetti misteriosi legati alla Madonna di Fatima e alla comunità di Zibello non si esauriscono qui. Da alcune ricerche, condotte alcuni anni fa grazie alla preziosa e fondamentale collaborazione di Aldino Ponzoni, storico di San Daniele Po, è infatti emerso che anche la dirimpettaia comunità cremonese, quella appunto, di San Daniele Po, nello stesso periodo bellico, fu risparmiata da un bombardamento nemico. Ecco quindi un nuovo, e poco conosciuto (dai più) interrogativo: le rive del Grande fiume vennero risparmiate dai bombardamenti grazie ad una intercessione divina? Impossibile, chiaramente, anche in questo caso dare una risposta e diventa inevitabile sospendere il giudizio attorno, comunque, ad una pagina di storia in cui fascino e mistero, devozione e tradizione, si mescolano in modo affascinante e particolare.
Tra l’altro va ricordato che, ad inizio pandemia, dopo che a Zibello ci furono diversi decessi causati dal Covid, il giorno di Pasqua del 2020 il parroco don Gianni Regolani (ad inizio pandemia finito al centro di numerose cronache anche nazionali per aver più volte benedetto, dal cielo, la zona rossa lodigiana alla guida del suo velivolo ultraleggero) mise una mascherina ai piedi della statua della Madonna di Fatima chiedendo che la sua comunità venisse risparmiata dal flagello pandemico e, per parecchi mesi, non ci furono più morti. Tra l’altro nei due anni, 2020 e 2021, in cui vennero vietate le processioni pubbliche, don Regolani portò in solitaria, con l’aiuto di pochi volontari autorizzati, il simulacro della Vergine ad attraversare le vie del paese, benedicendole.
Ma non è finita, perché anche nella vicina Vidalenzo, comunità oggi guidata dai monaci benedettini Custodi del Divino Amore, dopo il secondo conflitto bellico, nella chiesa parrocchiale, fu realizzato un altare dedicato alla Madonna di Fatima come segno di gratitudine per avere risparmiato il paese dalla tragedia del conflitto. Pezzi a pagine di storia, in cui fede e mistero intersecano, rendendo ancora una volta affascinanti e speciali le vicende, talvolta poco conosciute, delle terre del Po. Chissà che, un giorno, le comunità rivierasche dell’una e dell’altra riva, non possano ritrovarsi per chiedere insieme, a Maria, la grazia della pace nel mondo che si fa sempre più urgente.
Eremita del Po, Paolo Panni