La storia della Casa
del Popolo di Gussola
Questo è un pezzo di storia della CASA DEL POPOLO di Gussola, luogo di aggregazione, ricreativo, confronto di idee, il tutto per costruire comunità. Grazie alla presenza di una sezione soci della Coop. Consumo che sapeva il valore politico e sociale che racchiudeva la CASA DEL POPOLO, a fronte delle proposte dei gruppi dirigenti sovra provinciali LORO favorevoli alla vendita dell’EDIFICIO della CASA DEL POPOLO, i componenti locali delle sezioni soci che si sono succedute, non hanno mai permesso di vendere

Prima della costruzione della Casa de Popolo, già dal primo dopoguerra a Gussola esisteva la Cooperativa (bar) situato in una casa adiacente alla sala cinematografica (cinema Italia) in Piazza C.Comaschi. Nell’area dove è stata costruita la Casa del Popolo vi erano degli orti (di proprietà della famiglia Scaravonati).
Negli anni 49/50 la proposta di Alessandro Vaia, allora proprietario di una appezzamento di terreno tra via Chiosi superiori e la strada comunale che porta a via Bellena, di fare uno scambio di terreni. Il suo appezzamento in cambio degli orti situati in piazza C.Comaschi, l’obiettivo era quello di donarlo alle forze antifasciste e di sinistra. Lo spazio in centro al paese per far sorgere la Casa del Popolo, punto di aggregazione con spazi politici, sindacali , e ricreativi non tralasciando i servizi.
Come il Bar Coop. la Coop. Alimentari “La Libertà”, il gioco delle bocce , spazi dove i cittadini potevano passare il loro tempo libero, avere uno spazio per i confronti politici, dove questo spazio potesse diventare una fucina per l’elaborazione di proposte nell’interesse dei cittadini. Questa scelta era sostenuta da due Cooperative , “LA CASA DEL POPOLO” Cooperativa edificatrice il cui presidente era Natale de Micheli (già Sindaco di Gussola) cugino di A. Vaia.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Coop. “La Libertà” era Lottici Giuseppe. Poi il 19 gennaio 1967 la “Coop. Edificatrice” Casa del Popolo fu incorporata dalla Coop. Consumo “la Libertà”. Questa scelta fu fatta per tempo perché iniziavano le unificazioni tra Cooperative per far fronte all’evolversi del mercato, la prima unificazione fu fatta con la Coop. Consumo di Piadena, poi ne seguirono altre con alcune realtà Cooperative del Bresciano, e l’ultima unificazione pochi anni fa con la Coop. Lombardia.
Localmente fu eletto un Consiglio della Sezioni Soci, in modo di non troncare i rapporti tra i fruitori degli spazi della Casa del Popolo, ma soprattutto di avere un collegamento diretto sulla gestione del negozio Coop. sia per le scelte locali che per le proposte inerenti ai problemi del negozio. Di fronte a queste unificazioni non variò il rapporto con le forze del movimento che rappresentava il mondo del lavoro e le forze antifasciste.
Soprattutto lo si può dire in rapporto all’unificazione con la Coop. di Piadena, essendo entrambe del territorio Casalasco ed avendo problemi simili sia di mercato che di sviluppo. La Casa del Popolo di Gussola è stato uno spazio di democrazia costruttiva, in essa sono cresciuti Amministratori Comunali locali, Cooperatori (in un locale per un periodo la Coop. Muratori “La Solidarietà” ha avuto un ufficio dove svolgeva le riunioni), senza tralasciare lo spazio che era riservato alla politica.
Il 24 aprile del 2006 , in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, la Casa del Popolo fu intitolata ad ALESSANDRO VAIA, come riconoscimento della scelta fatta alla fine degli anni 40, ma anche per il ruolo che ha svolto durante e dopo la resistenza (interessante è un suo libro DA GALEOTTO A GENERALE in cui parla anche del nostro piccolo paese, Gussola).
Mentre all’interno dello stabile al primo piano è stato posato un suo busto (donato dai suoi famigliari alla Casa del Popolo), questo busto che lo rappresenta è accompagnato da una significativa scritta”ALESSANDRO VAIA 1907-1991, nacque da operosa famiglia di Gussola, uomo libero conobbe la durezza del carcere e del forzato esilio imposti dal fascismo. Onorò la nostra Patria combattendo l’eversione Franchista in Spagna, sostenuta da Hitler e Mussolini, come dirigente nelle Marche della Resistenza in Italia. Dopo la guerra nel gruppo dirigente del risorto PCI, operò per la rinascita democratica del paese, anche questa Casa del Popolo fu possibile grazie al suo impegno e alla sua generosità, egli donò l’area sulla quale sorse e positivamente si sviluppò come centro di vita democratica. I Compagni di Gussola memori del suo alto esempio civile e politico, lo ricordano ai contemporanei e ai posteri. 24 APRILE 2006”
Questo è un pezzo di storia della CASA DEL POPOLO di Gussola, luogo di aggregazione, ricreativo, confronto di idee, il tutto per costruire comunità. Grazie alla presenza di una sezione soci della Coop. Consumo che sapeva il valore politico e sociale che racchiudeva la CASA DEL POPOLO, a fronte delle proposte dei gruppi dirigenti sovra provinciali LORO favorevoli alla vendita dell’EDIFICIO della CASA DEL POPOLO, i componenti locali delle sezioni soci che si sono succedute, non hanno mai permesso di vendere (questo è avvenuto per ben tre volte).
A questi compagni va dato atto della loro volontà e del loro impegno, soprattutto della loro coerenza. Se il locale circolo ARCIbassa ha potuto acquistare i locali della Casa del Popolo e ciò è molto positivo, lo si deve ai componenti di quelle SEZIONI SOCI che si sono succedute nel tempo ed avendo svolto il loro impegno in modo coerente.
Ecco, parliamo un po’ di questo importante edificio, il più impegnativo lavoro portato a termine nei primissimi anni di vita della “Solidarietà”. E’ stato per la Coop La Solidarietà una prova importante ed un motivo di orgoglio sia perché la costruzione è venuta bene nonostante la povertà di mezzi sia per il suo particolare carattere. Partiamo dal fatto che l’area è stata donata da un grande personaggio dell’Antifascismo e della Resistenza (che però non era ricco) come Alessandro Vaia. Lo stesso Vaia ha fatto fare il progetto ad un valido tecnico di Milano, l’architetto Bottoni (che si avvalse come assistente dell’Ing. Felicetti di Casalmaggiore). Il progetto prevedeva un edificio con la Cooperativa di consumo, spazi per riunioni e sedi di varie organizzazioni democratiche, una sala cinematografica con loggione ( per molti spettatori, quindi pavimento e solaio furono particolarmente rinforzati). C’erano anche gli scantinati, era uno dei primi edifici con scantinati.
Eravamo alla fine anni ’40 – A cavallo 1949-51 per la prima fase dei lavori, che furono proseguiti con qualche modifica rispetto al progetto, pochi anni dopo. Si lavorava tutto a mano, non avevamo macchine e attrezzature. Per fare lo scantinato, per esempio, si è dovuto scavare e rimuovere la terra di un’area, mi pare di 10 mt. Per 6 per due metri di profondità. Lo scavo è stato fatto tutto con lavoro volontario, dopo la giornata di pesante lavoro i braccianti della “cartiera”, operai, altri lavoratori venivano a scavare e portar via terra, fino a sera tardi per molti giorni. Predisposto così il terreno, vi si era impegnata a fondo la nostra Cooperativa. Per noi questo era un normale lavoro che doveva avere un ricavo, ma praticammo prezzi davvero minimi, molti soci fecero anche ore di lavoro volontario in aggiunta. I soldi per manodopera e materiali furono messi a disposizione dalla Cooperativa di Consumo – all’epoca ne era Presidente Antonio Giarbella – con il supporto di una generosa raccolta di sottoscrizione da compagni e da tanta altra gente. Insomma tutto il paese fu coinvolto, ricordo che contribuì anche l’industriale Invernizzi, che donò un buon quantitativo di mattoni. Fu impegnativa anche l’impalcatura in legname, a norma piena di sicurezza di allora. L’impalcatura era una cosa che comportava molto lavoro e responsabilità.
Il lavoro della Casa del Popolo fatto in due fasi – Qualche anno dopo, mi pare due o tre anni, si è deciso di rinunciare alla sala da cinema e si è invece allungato l’edificio con l’ala verso via Marconi dove si è collocata la Coop. alimentari, si è definito l’ampio spazio per il bar, messo a posto il primo piano per le riunioni e le varie sedi. Per la scala ricordo che, ancora nella prima fase dei lavori, era stata presa un’antina (ultimo pezzo di un abete), fatto tutti i calcoli e segnato con delle tacche nel legno dell’antina, ritta nel vano scala, la posizione dei gradini, fatti poi con la bolla uno ad uno. Nel complesso, si è costruito un edificio piuttosto alto, abbastanza importante, fatto usando molto materiale: pietre, cemento, calce e cosi via, tutto a mano, senza gru né betoniera… Davvero una cosa fuori dall’ordinario sia per la fatica che per la qualità del lavoro! Pper esempio sono stati isolati i muri dalle fondazioni ad una certa altezza con carta catramata per impedire la risalita dell’umidità. E’ stata una prova che ha dimostrato cosa era in grado di fare allora la Cooperativa muratori nata da poco, povera di risorse e senza attrezzatura, ma ricca di professionalità, con muratori di ottimo livello. Un buon muratore di una volta doveva essere capace di fare un po di tutto, e di farlo al meglio.
Cosi è nata la CASA DEL POPOLO di Gussola.
Sante Gerelli