L’abuso del cellulare crea problemi
ai bambini, soprattutto al sonno
I dati raccolti dall’associazione, in collaborazione con la Federazione italiana medici pediatri, evidenziano l’importanza di un uso accorto dei dispositivi digitali. Secondo le interviste fatte ai genitori, il 30% dei bambini di 10 anni trascorre da una a due ore al giorno davanti al cellulare. Una percentuale che sale di oltre 10 punti tra i quattordicenni
“C’è una strettissima correlazione” tra l’abuso e l’uso scorretto delle tecnologie digitali e la poca qualità del sonno, anche nei bambini. La cosa “è scientificamente provata, per via della cosiddetta luce blu. Una luce impercettibile all’occhio umano, emessa da tablet, pc e telefoni, che distrugge la melatonina. Stare la sera, ad esempio, tante ore esposti alla luce blu è un po’ come prendere tanti caffè”, perché “è un attivante”. Lo spiega Rosaria Sommariva, medico esperto in medicina del sonno, presidente dell’associazione ‘Riaccendi il sorriso‘ e promotrice del progetto “Se li ami, sconnettili”.
La questione del sonno è centrale, aggiunge, perché “i bambini che dormono male hanno dei grossi disagi durante il giorno: sono iperattivi, non riescono a stare attenti e hanno quindi problemi neurologici, durante la notte sudano, si svegliano e hanno gli incubi. Noi visitiamo bimbi di sette, otto anni che ancora vanno nel letto dei genitori”. Oltre a questi la dottoressa cita “problemi alla vista, infatti sta peggiorando la miopia, al collo, alle spalle, alle mani. Insomma, il rischio che intendiamo prevenire è quello, nel caso dei dispositivi digitali, di passare dall’uso, all’abuso, a vere e proprie forme di dipendenza”.
I dati raccolti dall’associazione, in collaborazione con la Federazione italiana medici pediatri, evidenziano l’importanza di un uso accorto dei dispositivi digitali. Secondo le interviste fatte ai genitori, il 30% dei bambini di 10 anni trascorre da una a due ore al giorno davanti al cellulare. Una percentuale che sale di oltre 10 punti tra i quattordicenni.
Ancora più impressionante è il dato di coloro che davanti allo smartphone trascorrono tra le tre e le sei ore al giorno: il 12% tra ha dieci anni e ben il 43% sono quattordicenni. Oltre a questo, sottolinea Valdo Flori, segretario toscano della Federazione italiana medici pediatri, “sono emersi problemi di reazione al non uso del cellulare: nel momento in cui viene tolto, per punizioni o altro, i figli hanno reazioni di rabbia forti, che è un indice di una dipendenza forte del ragazzo allo strumento. Inoltre, la stragrande maggioranza degli adolescenti durante la notte sistema il cellulare sul comodino oppure sotto il cuscino: quindi spesso non dormono”. Sono tutti fattori che indicano non solo un abuso “ma anche il sospetto di una patologia vera e propria, la nomofobia oppure la ‘no mobile phone phobia‘, ovvero la paura dell’essere disconnessi”, che riguarda anche gli adulti.
Agenzia Dire