Bozzolo, biciclettata della Libertà e
25 aprile: il weekend della Liberazione
E’ stato un doppio appuntamento quello che ha vissuto Bozzolo in merito alle celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione.
E’ stato un doppio appuntamento quello che ha vissuto Bozzolo in merito alle celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione. Sabato infatti da Bozzolo è passata la carovana della FIAB Amici della Bici di Brescia, per l’iniziativa “Resistere, pedalare, resistere”, approfondendo “a casa sua” la figura di don Primo Mazzolari. Le “vie della libertà” è l’itinerario ciclistico organizzato da Fiamme Verdi, Anpi Brescia e Fiab Brescia e Cremona. Una pedalata resistente in coincidenza con i giorni della Liberazione e con la marcia della Pace Perugia-Assisi, con tappa stamattina a Bozzolo, nel ricordo di Don Primo Mazzolari, nei luoghi del Prete di Bozzolo e dell’Umanità.
Una quarantina i partecipanti, accolti da Sindaco e Vice nella loggia comunale davanti al saccello dei caduti partigiani Accorsi, Arini, Bonoldi e Valzania ed alla stele che ricorda le visite del Santo Padre e del Capo dello Stato sulle orme di Don Primo. Piccolo ristoro, visita alla tomba, allo studio ed alla Fondazione con interventi di don Luigi Pisani e di Carlo Bettoni e commiato finale del sindaco con grande apprezzamento dell’iniziativa, continuata in direzione dell’Emilia. Dopo il successo dell’iniziativa “il gusto del bello”, organizzato nel penultimo week end dal Distretto Culturale delle Regge dei Gonzaga, una nuova occasione di conoscenza e di divulgazione del pensiero di una delle figure più cospicue di educatore e di testimone del Novecento.
Lunedì 25 aprile, invece, il tradizionale appuntamento in piazza Europa con significative letture dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo scolastico, la Messa in San Pietro, la posa della corona al Monumento dei Caduti ed al cippo del caduto partigiano Valzania, il forte discorso del sindaco Giuseppe Torchio e l’intervento applauditissimo della banda Santa Cecilia, diretta dal maestro Stevanon, con esecuzione dell’Inno di Mameli, di musiche patriottiche, Bella Ciao e dell’inno della nazione Ucraina. Soddisfacente la partecipazione della cittadinanza, dopo anni di contenimento. Il sindaco ha rimarcato la testimonianza mazzolariana del “Tu non uccidere” e del “Diario di una Primavera” evidenziando la grande attualità del pensiero del “prete di Bozzolo”.
Cenni al conflitto ucraino con il ricordo dei giovani Moreni, di Cremona, e Lana, di Rivarolo Mantovano, caduti in missione umanitaria in Bosnia. Dopo l’eccidio di Szebrenica si pensava di non ritornare più a tali atrocità, alle fosse comuni ed all’odio, fortemente condannato, insieme all’invasione dell’Ucraina, proprio dal Capo dello Stato, ieri a Roma ed oggi ad Acerra. Il pensiero finale ad Alcide De Gasperi ed all’autonomia riservata alle minoranze etnico-linguistiche dell’Alto Adige, Valle D’Aosta e Venezia Giulia ed un passaggio che riprende la necessità di includere e di non escludere i giovani, non con esclusive azioni di ordine pubblico ma attraverso significative collaborazioni e sinergie.
“Il mio pensiero – ha detto Torchio – va alla storica epopea che, partendo dall’8 settembre 1943, ha portato, dapprima alla liberazione del paese, all’avvento della democrazia ed alla promulgazione della Costituzione repubblicana. Nel ringraziare le autorità civili, religiose e militari presenti, i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Bozzolo, la nostra banda Santa Cecilia e da ultimi – last but not least – le rappresentanze combattentistiche e d’Arma e tutti voi, riprendo il saluto del presidente Mattarella, oggi impegnato ad Acerra nel ricordo dell’eroica resistenza sviluppata anche nel sud del paese.
A Bozzolo andiamo fieri della figura di Don Primo Mazzolari nel suo impegno militare quale soldato della sanità e poi cappellano degli alpini ma ricordiamo, soprattutto, il suo impegno, nel periodo post bellico di fronte agli orrori della guerra, nel “tu non uccidere” e nel “diario di una primavera”, riferito ad un periodo di contenimento e di nascondimento forzato per evitare le stesse minacce fisiche e di morte, come ha ricordato magistralmente ieri il vescovo di Ferrara monsignor Perego. Il Capo dello Stato ha ricordato la strage di Cefalonia.
Andiamo al ricordo della divisione Acqui, presente a Bozzolo con la dedica di una via ma anche alla popolazione civile così duramente provata, agli anziani, ai bambini, alle vittime innocenti della guerra. Argomenti quanto mai attuali oggi, in un paese fortemente provato dalla pandemia ma che assomma il dolore per i tanti concittadini deceduti, alla tremenda denatalità, alle conseguenze sui nostri stili di vita, sui nostri consumi, sulle nostre bollette. Pensiamo a quanto sta avvenendo con le atrocità inscusabili della guerra, con gli errori, le sofferenze, le torture contro la sopraffazione, le fosse comuni.
Pensavo che la storia fosse finita a Szebrenica in Bosnia, ricordo la visita fatta con i nostri amici del Gal per ricostruire alcune infrastrutture produttive agricole e civili nei territori dove abbiamo perso i nostri giovani volontari Moreni di Cremona e Lana di Rivarolo, in missione di aiuto e soccorso umanitario. Così non è stato ed oggi una guerra per le risorse minerarie e agricole, per l’uranio, per le terre rare presenti in Ucraina ci riporta ad un colonialismo ad un imperialismo non lontani da quanto avviene in America latina o da quanto, più vicino a noi, ha documentato padre Vittorio Bongiovanni in Sierra Leone, in Africa con la colonizzazione, dopo la fase europea, Inglese e francese, ora da parte della Cina.
In questo contesto è più che mai attuale la necessità di riconquistare ogni giorno la nostra libertà, come dice la canzone principe della resistenza. La solidarietà all’Ucraina è ferma e convinta, insieme all’appello forte e deciso alla pace, alla descalation della violenza, al ritiro dell’invasione, al rispetto della dignità umana. Voglio concludere con un richiamo ad Alcide De Gasperi e allo sforzo che l’Italia repubblicana ha saputo intraprendere per ricomprendere nell’unità nazionale le ricchezze culturali, storiche, etniche delle minoranze dell’Alto Adige, della Valle d’Aosta e della Venezia Giulia. Ed infine un appello ai nostri giovani e alle loro famiglie di fronte alla sfida di una inclusione o di una esclusione dal contesto futuro.
Bozzolo nella sua realtà civile, religiosa ed educativa risponde con serietà, non solo ordine pubblico ma inclusione di civiltà. Insieme a cosa sta facendo Bozzolo per voi, dobbiamo chiederci, come fece John Fitzgerald Kennedy parlando agli americani, cosa potessero fare per l’America. Vorrei riferirlo in maniera accorata ai giovani di Bozzolo e alle loro famiglie per il futuro della nostra comunità! W il 25 aprile, w la Repubblica, w l’Italia!”.
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