Infiltrazioni mafiose a Cremona,
il criminologo: "Rischio concreto"
Ed è importante saper riconoscere il pericolo: “Dobbiamo renderci conto che abbiamo a che fare con una mafia multiforme, silente, mercatistica e soprattutto corruttiva” conclude il criminologo.
Cremona nel mirino delle mafie? Dall’ultima relazione della Dia, senza dubbio il nostro territorio suscita un certo interesse per il mondo della criminalità organizzata. A confermarlo è anche il criminologo Vincenzo Musacchio, in un intervista rilasciata a Lucia De Sanctis.
Secondo l’esperto, “già in passato per la provincia cremonese si è fatto esplicito riferimento ad infiltrazioni della ‘ndrangheta, in particolare della ndrina Grande Aracri. Il clan calabrese opera su vari fronti, dallo spaccio di stupefacenti alle estorsioni, dalle maxi-frodi all’infiltrazione negli appalti”. Le mire principali della mafia, “riguardano l’economia e la pubblica amministrazione” continua l’Musacchio. “A rischio ovviamente sono le procedure di gara, gli appalti e soprattutto i sub-appalti. Le attività di riciclaggio sono una certezza anche a Cremona e provincia. Con la pandemia naturalmente le mafie si sono impadronite di molte attività imprenditoriali utilizzate poi per l’accaparramento di commesse ed opere pubbliche”.
La minaccia è quindi concreta: secondo Musacchio, le mafie a Cremona potrebbero arrivare ad avere un controllo del territorio: “Questo mia tesi è suffragata dal fatto che le mafie oggi hanno ingenti disponibilità di capitali e grazie ad essi sono in grado di incidere sull’economia legale e sulla pubblica amministrazione” evidenzia.
“Questa ovviamente non è una novità poiché tutte le organizzazioni mafiose una volta infiltratesi in una zona si muovono secondo una strategia criminale tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di capitali e di potere”.
Nel mirino, come sempre, c’è la pubblica amministrazione: “Il meccanismo per penetrare nelle pubbliche amministrazioni è la corruzione che è praticata grazie alle ingenti disponibilità di denaro in dotazione ai clan mafiosi. Corrompendo le mafie ottengono appalti, sub-appalti, sovvenzioni, lavori e forniture di servizi. Tutto ciò ovviamente avviene soprattutto grazie a compiacente aiuto di professionisti, politici e pubblici funzionari infedeli”.
L’esperto cita poi la relazione della Dia: “Nel Distretto giudiziario di Brescia, che comprende anche Cremona, il procuratore generale Guido Rispoli all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha segnalato una presenza attiva di organizzazioni criminali anche di origine albanese e nordafricana che spaziano su buona parte del territorio del distretto con interazioni tra trafficanti albanesi e pregiudicati italiani collegati alla criminalità organizzata. A Cremona prendono piede anche le nuove droghe sintetiche. Molti sequestri effettuati dalla forze dell’ordine evidenziano l’interesse dei clan mafiosi nella gestione del commercio di shaboo e di metanfetamine”.
Il pericolo delle infiltrazioni aleggia da tempo sul territorio, e il professor Musacchio lo aveva annunciato, scrivendo ancora nel 1996, insieme al professor Arlacchi, di infiltrazioni delle mafie al Nord. Ma quali sono i segnali che possono far scattare l’allarme? “Le nuove mafie hanno la capacità di alterare le dinamiche economiche mediante il controllo dei settori tradizionali (come quello degli aiuti economici e degli appalti pubblici) e l’occupazione di settori nuovi e diversificati come, ad esempio, lo smaltimento dei rifiuti, la sanità, il gioco d’azzardo, il turismo, la ristorazione, la contraffazione, le energie alternative. Una spia da non sottovalutare è il settore delle gare d’appalto a prezzi di offerta sempre più bassi con tempi di realizzazione molto brevi. La ‘ndrangheta, ad esempio, ricorre spesso al massimo ribasso, ridimensionando i costi con il lavoro nero e con la scarsità dei materiali utilizzati. Le estorsioni e l’usura sono altri reati spia da attenzionare. La rete relazionale mafiosa all’interno degli enti pubblici è un altro sensore d’infiltrazione”.
Ed è importante saper riconoscere il pericolo: “Dobbiamo renderci conto che abbiamo a che fare con una mafia multiforme, silente, mercatistica e soprattutto corruttiva” conclude il criminologo. “Combattere questo tipo di mafia va oltre la lotta ai clan. Come cittadini dobbiamo divenire consapevoli che questa guerra non ammette attori neutrali, riguarda i nostri valori, la nostra sicurezza e il futuro dei nostri figli. Questo monito vale non solo a Cremona, in tutta Italia e nel resto del mondo. Le mafie sono globalizzate e la loro lotta non può non essere anche globale”.
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