Prenotare una visita specialistica
on-line? Impresa impossibile
Per una visita reumatologica “nessuna data disponibile”; per una dermatologica, un semplice controllo nei, si deve aspettare il 23 maggio, all’istituto Aragona di San Giovanni in Croce.
Per una visita reumatologica “nessuna data disponibile”; per una dermatologica, un semplice controllo nei, si deve aspettare il 23 maggio, all’istituto Aragona di San Giovanni in Croce. Nessun appuntamento prenotabile online nell’ospedale cittadino; unica possibilità per restare nel capoluogo, il 30 giugno alle Ancelle. Sono solo due esempi dei problemi che affliggono la ricerca di specialisti o di esami attraverso il portale regionale prenotasalute.it, tramite il quale è possibile prenotare non solo nell’Asst, quindi una struttura pubblica, ma anche nelle cliniche accreditate.
Le date cambiano di giorno in giorno, avverte il sistema ma da giorni, settimane, la situazione è sempre più o meno la stessa. Prenotare una visita specialistica nell’ospedale cittadino è diventata un’impresa impossibile, e non solo per le mammografie, salite alla ribalta negli ultimi due mesi nel contesto della chiusura di Area Donna.
Può andare meglio se ci si reca di persona al Cup dell’ospedale, ma non tutti possono farlo: il grave è che i vari sistemi di prenotazione (singoli Cup, numero verde regionale, portale regionale), non dialogano tra loro come dovrebbero.
Qualcosa dovrebbe cambiare per quanto riguarda le prestazioni di diagnostica per immagini erogate dalle grandi attrezzature (tac, risonanza magnetica, mammografia). Dal prossimo 1° maggio quando – prevede una delibera regionale approvata dalla Giunta lunedì scorso – tutte le Aziende Sanitarie pubbliche (ASST/IRCCS) della Lombardia dovranno garantire prestazioni anche nelle fasce serali (dalle 20 alle 24) dal lunedì al venerdì, nei pomeriggi dei giorni prefestivi e nei giorni festivi, una sperimentazione di 12 mesi.
“Anche questo importante provvedimento – ha detto la vicepresidente Letizia Moratti – rientra nel più ampio progetto di riduzione delle liste d’attesa, fortemente voluto da Regione Lombardia. La fase sperimentale di 12 mesi relativa agli ambulatori aperti potrà certamente estendersi, così come estenderemo la tipologia di prestazioni erogate dalle Aziende Sanitarie”.
Nell’Asst, dove la delibera è arrivata ieri, cercheranno di organizzarsi, pur nelle note carenze di personale, ma è prevedibile che la misura non sarà risolutiva per dare una sforbiciata alle liste d’attesa. Già nel 2014 l’allora presidente della Regione Roberto Maroni volle imporre l’estensione degli orari, ma almeno sul cremonese non ci fu una grossa risposta da parte dell’utenza.
gbiagi
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