Masterplan 3C, ora viene il bello:
il passaggio dalla teoria alla pratica
Con la costituzione dell'Associazione temporanea di scopo, coordinata dall'amministrazione provinciale, il documento di orientamento strategico promosso dagli industriali cremonesi può ora essere declinato in progetti concreti.
Gli obiettivi sono crescita, competitività e coinvolgimento. Gli strumenti a cui affidarsi sono invece creatività, cambiamento e comunicazione. I territori in cui operare, nell’unità ma conservando le peculiarità di ciascuno, sono Crema, Cremona e Casalmaggiore. Le “3C” sono quindi alla base del progetto di sviluppo del territorio provinciale che ora, finalmente, può passare dalla teoria alla pratica.
La teoria è rappresentata dal “Masterplan” promosso dell’Associazione industriali di Cremona e realizzato da The European House – Ambrosetti ormai tre anni fa: è stato infatti presentato nel corso dell’assemblea degli industriali del 6 maggio 2019. Da allora il mondo è stato stravolto dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi. Eppure, leggendo le 90 pagine del documento di posizionamento e orientamento strategico redatto dal primo “think tank” italiano, troviamo indicazioni che mantengono intatta la propria forza e che sono state spesso ripetute in occasione di incontri, assemblee e dibattiti dei mesi scorsi.
Ora si tratta di fare il grande salto per evitare che il “Masterplan 3C” resti una bella pubblicazione da inserire nella libreria alle nostre spalle. Finalmente, dopo un travaglio ascrivibile tanto alle emergenze di questi anni quanto agli eccessi di burocrazia che appesantiscono ancora la pubblica amministrazione, con il coordinamento della Provincia è stata creata un’Associazione temporanea di scopo (Ats). Lo scopo è proprio attualizzare (nel senso di realizzare, di passare dalla potenza all’atto) le linee guida indicate nel “Masterplan 3C”.
La sfida è grande, perché gli obiettivi sono molteplici così come le proposte (molto concrete) presenti nel documento. Anche le aspettative, del territorio e dei portatori di interesse, sono rilevanti. Il rischio ora è quello di perdersi in differenti iniziative poco incisive. Ma è lo stesso “Masterplan” ad indicare le trappole da evitare: in primo luogo bisogna fare attenzione alle pressioni dei differenti portatori di interesse che possono deviare l’azione da obiettivi sistemici a finalità particolari; in secondo luogo è importante ridurre e contrastare le lungaggini burocratiche; sono poi necessarie competenze adeguate e quindi un idoneo stanziamento di risorse per realizzare gli obiettivi attraverso persone preparate; e infine va coinvolta l’intera comunità attraverso momenti di confronto e condivisione.
In questo modo, da esercizio accademico e scientifico il progetto può davvero trasformarsi, come auspicato pochi giorni fa dal presidente dell’Associazione industriali, Stefano Allegri, nel “Pnrr di Cremona”. Questo territorio, più di altri in Lombardia, ha bisogno di una mappa per affrontare il cambiamento e disegnare il proprio futuro. Riconoscersi in un documento di sintesi – come testimonia la sottoscrizione dell’intesa al Teatro Ponchielli – rappresenta già un primo passo, non scontato. Il secondo è più arduo ma decisivo: si potrà fare solo se le varie parti, condividendo l’obiettivo, saranno in grado di mettere da parte il “particulare” in favore dell’universale.
Guido Lombardi