Cultura

Fiume Po: 65 anni fa il reportage
enogastronomico di Mario Soldati

Mario Soldati, uno a cui i paesi rivieraschi farebbero bene a dedicare strade, piazze, convegni e serate cinematografiche, non esitò a dire che il modo migliore per scoprire il territorio è quello di farlo attraverso la sua cucina. Una frase, questa, che al giorno d’oggi, di certo, non stiperebbe nessuno che viene spesso ripetuta, in varie salse. Ma dirlo nel 1957 era tutta un’altra cosa

Compie i suoi primi 65 anni l’intramontabile Viaggio nella valle del Po dello scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista torinese Mario Soldati. Una autentica pietra miliare della Rai, un reportage enogastronomico passato alla storia e, probabilmente, il primo e autentico trampolino di lancio per giungere a parlare di turismo fluviale. Quel turismo che trova nell’enogastronomia la sua base sicura, su cui poggiare e che ancora ha tantissime potenzialità da esprimere.

Mario Soldati, uno a cui i paesi rivieraschi farebbero bene a dedicare strade, piazze, convegni e serate cinematografiche, non esitò a dire che il modo migliore per scoprire il territorio è quello di farlo attraverso la sua cucina. Una frase, questa, che al giorno d’oggi, di certo, non stiperebbe nessuno che viene spesso ripetuta, in varie salse. Ma dirlo nel 1957 era tutta un’altra cosa, roba di pionieri, roba che appartiene solo ai grandi, solo a chi ha il dono della lungimiranza e sa leggere i tempi anche con anni ed anni di anticipo.

Oggi uno degli “alfieri” di questa impresa è Massimo Spigaroli, chef stellato e sindaco di Polesine Zibello, che da tempo porta avanti il progetto legato alla cucina gastrofluviale, coinvolgendo trattorie e ristoranti delle due rive. Ha iniziato con il Po festival, evento che si spera possa rinascere quanto prima e sta proseguendo attraverso varie iniziative. Tornando al celebre “Viaggio nella valle del Po”, iniziato nel 1957 e andato in onda in 12 puntate sul Programma Nazionale (così allora si chiamava la Rai che aveva appena tre anni di vita), questo costituisce ancora oggi, come già evidenziato, una pietra miliare quando si parla di cultura e turismo fluviale. Il viaggio di Soldati mise al centro di una narrazione fraterna e popolare genti, usanze, prodotti, ricette e riti di un’Italia rurale ricca di tradizioni culinarie.

Sul sito Rai Play si possono vedere tutte le puntate integrali, anche se purtroppo l’audio delle “tappe” 9 e 12 risulta al momento introvabile, mentre è stato recentemente recuperato quello della 10. “Viaggio nella valle del Po” andò in onda per la prima volta il 3 dicembre 1957 e Mario Soldati (Torino, 16 novembre 1906- Tellaro 19 giugno 1999) fu il primo a realizzare il primo reportage enogastronomico della Rai.

Un’opera d’arte, nel vero senso del termine, in cui attraverso i prodotti e le ricette padane, si raccontavano, in modo esemplare, colto ma spiegato a tutti, la storia, le tradizioni, la natura e l’economia lungo il fiume più importante del Paese, sconosciuto allora a milioni di persone. Un’esperienza che oggi sarebbe bello ripetere evidenziando novità, cambiamenti, traguardi tagliati ed occasioni perse (perché ci sono state anche quelle) in questi 65 anni.

Sulla scia del reportage di Soldati, il celebre periodico Vanity Fair ha pubblicato solo pochi giorni fa una selezione delle undici migliori trattorie lungo il Po e su come (ri)scoprire il Grande fiume. Di questa top 11, ben 6 fanno parte dei nostri territori. Ci sono infatti “La Finestra sul Po” e l’ “Antica Trattoria Cattivelli” di Monticelli d’Ongina; il Lido Ariston Sales di Stagno Lombardo (unico cremonese), l’Osteria “da Bortolino” di Viadana; la trattoria “La Buca” e l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Zibello.

“Sessantacinque anni dopo – scrive Vanity Fair – oltre a consigliare di vederlo, ha senso tracciare un itinerario uguale e diverso, non da pionieri come all’epoca. Ma da appassionati di buona cucina, del territorio anzi dei territori. Perché il suo tracciato di 652 km – dal Monviso all’Adriatico – attraversa 13 province di quattro regioni, il che vuol dire cucine con elementi in comune ma anche tante differenze e sfumature infinite. Basti pensare al concetto della pasta ripiena, tra agnolotti, ravioli, tortelli…L’Italia e la Valle Padana sono cambiate (in meglio per quasi tutti gli aspetti) dal 1957 ma il piacere della tavola si ritrova nei locali della nostra selezione, che consentono di godere direttamente del fiume o quantomeno di invitare a una piccola gita, visti i pochi km di distanza. Il Po merita sempre un saluto. Magari rileggendo i tanti scritti che Gianni Brera (figlio di San Zenone Po, naturalmente) gli dedicò venerandolo e temendolo. «La verità è che padre Po è un sacramento di fiume incostante e capriccioso. Dopo l’ amplesso con il Ticino assume l’ aspetto d’ un inquieto serpentone dalle larghe e inutili spire. Ed è un padre ubriacone e malignazzo, per via delle troppe colline da vino che lambisce» si legge in Storie dei Lombardi. E in definitiva, l’ha inquadrato perfettamente”.

E’ vero, sessantacinque anni dopo tante cose sono cambiate e la cucina, in particolare, si è ulteriormente sviluppata, arricchita e “approfondita” anche con “contaminazioni” dovute ai tempi. Chissà che, 65 anni dopo, non si possa ripetere una esperienza come quella di Soldati. Chissà se, con il tempo necessario, non si possa percorrere un giorno il fiume a piedi, magari da Piacenza al delta per coglierne, ancora di più, sfumature e ricchezze, non solo enogastronomiche.

Nel frattempo, per i locali del nostro territorio un bel riconoscimento. Con una proposta finale agli amministratori dei Comuni rivieraschi affinchè valutino la possibilità di dedicare luoghi del loro territorio a quei personaggi che, con le loro opere, hanno portato il Grande fiume in tutto il mondo. Tra questi, sicuramente, Mario Soldati ma anche Cesare Zavattini, Giovannino Guareschi, Giuseppe Ghisani, Stanislao Farri, Gian Antonio Cibotto e Riccardo Bacchelli.

Eremita del Po, Paolo Panni

PER CHI VOLESSE RIVEDERNE UNA PUNTATA…

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