Agricoltura

Intesa prezzi con Italatte è un ricatto,
Cia esclusa perché in disaccordo

Il Presidente di Cia Lombardia Paolo Maccazzola dichiara: “Il ruolo di una rappresentanza sindacale è quello di proteggere i propri soci e trovare accordi vantaggiosi per chi è in difficoltà, quello raggiunto con il gruppo Italatte non rispecchia però minimamente il comportamento che dovrebbe avere un sindacato"

La sezione Lombardia di Cia Agricoltori Italiani, attraverso il proprio Presidente Paolo Maccazzola, considera un ricatto l’accordo raggiunto nei giorni scorsi sui prezzi del latte per il prossimo trimestre tra il Gruppo Italatte (Lactalis) e Coldiretti, Confagricoltura, Cooperativa Laudense e Abbiatense, Cozoman e Aop Latte Italia.Secondo Cia, l’accordo risulta essere particolarmente favorevole solo per gruppo francese Lactalis e non certo per i produttori, costretti ad accettare solo per poter sopravvivere oggi ma senza speranze concrete per il futuro.L’accordo prevede infatti un costo di acquisto di 47,10 centesimi al litro per aprile, 47,60 per maggio e 48 per giugno. Se si considera che l’italiana Sterilgarda supera i 49 centesimi al litro per il trimestre, mentre Granarolo propone 48.50 centesimi al litro con dei benefit, si capisce facilmente che i centesimi di differenza dell’accordo con Italatte risultano inspiegabilmente regalati ad un’azienda straniera a scapito dei produttori italiani.Il Presidente di Cia Lombardia Paolo Maccazzola dichiara: “Il ruolo di una rappresentanza sindacale è quello di proteggere i propri soci e trovare accordi vantaggiosi per chi è in difficoltà, quello raggiunto con il gruppo Italatte non rispecchia però minimamente il comportamento che dovrebbe avere un sindacato. Al tavolo di discussione Cia non è stata invitata in quanto apertamente contraria ai termini proposti dal Gruppo Italatte (Lactalis). La giustificazione del mancato invito, secondo il Gruppo Italatte, sarebbe l’assenza di delega da parte dei soci di Cia, una spiegazione questa che stupisce e che va in pieno contrasto con la presenza di Cia nei precedenti incontri con gli stessi soggetti.”Aggiunge il Presidente: “La strada degli accordi con le aziende che acquistano i prodotti è corretta e doverosa, ma se i prezzi stabiliti permettono a malapena la copertura delle spese, non garantendo perciò redditi e utili, ci si troverà presto a fare i conti con fallimenti e chiusure.Il latte comincia a scarseggiare, il prezzo di acquisto si sta alzando, piuttosto però che sottostare a questi ricatti, i produttori Cia preferiscono non vendere a certi soggetti le proprie produzioni.”

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