Contenimento nutrie, approvata
nuova legge lombarda
"Non possiamo rischiare di attendere il disastro o un danno enorme”, ha concluso Piloni, riferendosi all’incidente evitato la scorsa estate sulla linea ferroviario nei pressi di Torre de’ Picenardi.
Definizione delle competenze degli enti territoriali, percorso congiunto con le associazioni di categoria, un fondo annuale da 500 mila euro e soprattutto nuove iniziative per contenere un problema che sta generando danni incalcolabili all’agricoltura lombarda, creando al contempo un pericolo per la sicurezza. Sono i contenuti della nuova legge lombarda per il contenimento e l’eradicazione della nutria, approvata questa mattina dal Consiglio regionale.
Le competenze di Regione, Province e Comuni – Innanzitutto la legge definisce e precisa le competenze di ogni singolo livello istituzionale, a partire dai Comuni che vengono considerati “competenti alla gestione delle problematiche relative al sovrappopolamento delle nutrie” e possono utilizzare “tutti gli strumenti sinora impiegati per le specie nocive”. Indirizzi generali e prescrizioni operative spettano alla Regione che allo scopo predispone un Programma triennale di contenimento ed eradicazione, documento di riferimento per la stesura da parte di Province e Città Metropolitana di uno specifico piano. La legge precisa che Province e Città Metropolitana possano essere commissariate dalla Giunta regionale “qualora non adempiano all’obbligo di attuare il Programma regionale”. Presso le Province viene istituito un tavolo provinciale di coordinamento con prefetture, comuni, associazioni agricole, associazioni venatorie, consorzi di bonifica e altri soggetti interessati, al fine di monitorare annualmente gli obiettivi di eradicazione, mentre per il supporto all’attività di controllo i Comuni possono stipulare convenzioni con associazioni venatorie, ambiti territoriali di accia e comprensori alpini.
Gli strumenti ammessi per la caccia – Per quanto riguarda le metodologie di eradicazione, la nuova classificazione prevede armi comuni da sparo, la gassificazione controllata, la sterilizzazione controllata, l’uso di trappole con successivo abbattimento dell’animale con narcotici, armi ad aria compressa o armi comuni da sparo, metodi e strumenti scientifici messi a disposizione dalla comunità scientifica e ogni altro sistema validato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) o dal Centro di referenza nazionale per il benessere animale.
Altra regola riguarda la possibilità per le Province, d’intesa con i sindaci dei Comuni interessati, di autorizzare all’abbattimento diretto degli animali la polizia municipale e provinciale, gli agenti venatori volontari, le guardie giurate, gli operatori della vigilanza idraulica, gli operatori dei consorzi irrigui, gli incaricati delle ditte “pest control”, i cacciatori e i proprietari o conduttori dei fondi agricoli.
Viene stabilito che l’eradicazione delle nutrie avviene in ogni periodo dell’anno su tutto il territorio regionale anche quello vietato dalla caccia e vengono stanziati 500mila euro per il 2022 e altri 500mila euro per il 2023.
La semplificazione delle procedure per lo smaltimento delle carcasse. E’ prevista la possibilità di ricorrere al sotterramento nel caso di piccole quantità giornaliere e la possibilità di trattenere il capo catturato. Si introduce il riferimento che consente, in via eccezionale per i capi abbattuti con arma da fuoco nell’ambito dei piani di controllo, che possano essere lasciati in loco quando le condizioni dell’habitat non rendano possibile il recupero. E’ stabilito che le Province organizzino la raccolta e lo smaltimento delle carcasse e che trasmettano alla Regione, entro il 31 maggio di ogni anno, i dati.
“La legge -ha detto la relatrice Barbara Mazzali (FdI)- semplifica le procedure e introduce misure più incisive ed efficaci con l’obiettivo di arginare un problema che sta diventando sempre più grave. Le norme di riferimento risalivano ormai a vent’anni fa e perciò si rendevano urgenti alcune modifiche, che abbiamo voluto introdurre recependo le osservazioni di enti e associazioni di categoria. L’ampia condivisione in Commissione e poi in Aula è la dimostrazione che il lavoro di confronto e di sintesi è stato realizzato nel migliore dei modi”.
Le modifiche di legge approvate oggi introducono maggiore flessibilità amministrativa e operativa per gli enti locali e gli operatori e garantiscono chiarezza dei ruoli. I Comuni saranno competenti nella gestione del sovrappopolamento e coopereranno, anche in forma associata, ai piani di eradicazione predisposti dalle Province. Potranno stipulare convenzioni con associazioni venatorie, ambiti territoriali di caccia e comprensori alpini per il supporto dell’attività di controllo, attenendosi alle linee guida indicate dalla Regione. Le Province predisporranno i piani, organizzeranno la raccolta e lo smaltimento delle carcasse e istituiranno tavoli di coordinamento con i soggetti interessati. La Regione effettuerà una programmazione sulla base della consistenza della specie ed emanerà linee guida per le attività dei comuni.
“La Regione vuole mettere in campo tutte le azioni possibili per contenere un problema enorme, rappresentato dalla proliferazione della nutria” ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. “Con i 500 mila euro previsti dalla nuova legge regionale avvieremo un bando per sperimentare aziende specializzate in ‘pest control’. Con una grande quantità di gabbie affiancheranno i volontari in questa attività, definendo obiettivi e zone d’azione. Negli Stati Uniti e in altri Paesi questi interventi hanno funzionato”.
“Oltre a mettere in pericolo la redditività delle aziende agricole – ha ricordato l’assessore – le nutrie scavano tunnel che causano cedimenti degli argini e dei terreni e, di conseguenza, anche delle strade limitrofe. Rappresentano un rischio per la sicurezza stradale. Chi percorre le provinciali in pianura sa quanto sia facile vedere uno di questi roditori attraversare la carreggiata”.
Le reazioni politiche. “Quello delle nutrie è un problema particolarmente serio” dichiara il consigliere regionale del Carroccio Federico Lena. “Stiamo parlando di una specie altamente infestante che sta causando danni incalcolabili, stimati in oltre 17 milioni di euro, sia alle aziende agricole che agli argini dei nostri fiumi. Si stima che la popolazione di questi roditori, presenti sul territorio lombardo, ammonti a due milioni di esemplari. Regione Lombardia è stata una delle prime a dotarsi di una disciplina ad hoc, nel 2002, anticipando la necessità di contenere quest’animale così pericoloso”. La legge, per il consigliere, “non solo aggiorna e svecchia le precedenti normative, introducendo una maggiore flessibilità amministrativa e operativa per gli Enti Locali e gli operatori, ma delinea in maniera più chiara i ruoli, individuando e valorizzando le funzioni di Comuni, Province, Città metropolitana e Regione”.
“Il Progetto di Legge”, spiega il consigliere leghista, “prevede le misure necessarie al controllo e all’eradicazione delle nutrie sui loro territori, compresi quelli non ancora interessati dalla presenza di popolazioni stabili della specie, al fine di limitarne l’espansione; amplia la platea dei soggetti che potranno intervenire nelle operazioni di contenimento, come gli operatori dei consorzi irrigui e di bonifica nonché gli incaricati delle ditte di pest control; prevede che le Province adottino procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni, in particolare per i proprietari e conduttori dei fondi, che utilizzano trappole; stabilisce che piccole quantità di carcasse giornaliere possano essere smaltite tramite sotterramento; definisce le modalità per il monitoraggio della specie, il cui numero sarà trasmesso alla Giunta regionale; codifica i controlli veterinari a campione, finalizzati alla zooprofilassi ed alla prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo”.
“In ultima analisi”, conclude Lena, “una volta di più la nostra Regione appronta uno strumento altamente efficace ed innovativo per combattere una vera e propria calamità naturale che da troppo tempo affligge il territorio lombardo”.
Non del tutto soddisfatta, invece, l’opposizione, come evidenzia il consigliere del Pd Matteo Piloni. “Quella di stamattina è l’ennesima modifica normativa a una legge che, dopo vent’anni, ha dimostrato di non affrontare con efficacia il serio problema delle nutrie sui nostri territori” evidenzia. “Per questi motivi, abbiamo chiesto di mettere maggiori risorse per supportare i piani regionali e puntare su azioni sperimentali, individuando territori specifici come hanno fatto altre regioni d’Europa”.
“Negli anni Regione Lombardia ha stanziato tra i 100mila e i 525mila euro annui, con una parentesi nel 2017 dove non erano state stanziate risorse. Visti i risultati, è evidente a tutti che si tratta di cifre insufficienti e che rischiano di lasciare sulla carta qualsiasi buona intenzione – prosegue Piloni –. Il rischio è che succeda anche stavolta la stessa cosa. Per questo ho proposto con un emendamento di stanziare 1 milione di euro, ottenendo però la bocciatura da parte della maggioranza. Se concordiamo sul fatto che lo Stato dovrebbe fare la sua parte – e il Governo ha finalmente stanziato, in legge di bilancio, 15 milioni di euro, nel triennio 2022-2024 –, a maggior ragione anche la Regione, questa volta, avrebbe dovuto fare la sua. Ma purtroppo non è successo”.
Ciononostante, aggiunge il consigliere Pd, “siamo comunque favorevoli alle modifiche che vengono apportate, in quanto vanno nella direzione di una maggiore azione da parte degli operatori e degli enti locali interessati, a partire dal coinvolgimento delle ditte private di Pest Control che, ci auguriamo, possano vedere il nostro territorio tra le aree di sperimentazione”.
Piloni ricorda che “in Lombardia si stima che siano presenti circa 2 milioni di nutrie, mentre in Emilia-Romagna 500mila esemplari. Probabilmente entrambi i numeri sono sottostimati, ma non si possono fare raffronti tra le due regioni in termini di risorse economiche stanziate. In Lombardia il tema è enorme, più che in altre regioni”.
Dunque, voto favorevole, ma con una precisazione: “Sappiamo che il problema non è di facile e immediata soluzione, ma quello che è stato fatto in questi vent’anni non è evidentemente sufficiente. Il nostro ordine del giorno che chiede risorse è passato, ma non può limitarsi a un invito come chiesto dall’assessore. Deve trasformarsi definitivamente in un impegno nel tempo nel contrasto e nell’eradicazione della specie, con un minimo di programmazione. Alle nutrie non possiamo fare certo un invito ad andarsene. Bisogna far sul serio. Non possiamo rischiare di attendere il disastro o un danno enorme”, ha concluso Piloni, riferendosi all’incidente evitato la scorsa estate sulla linea ferroviario nei pressi di Torre de’ Picenardi.
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