Polesine Zibello, dagli USA alla
scoperta della bellezza del Po
Particolare interesse, i visitatori arrivati da oltre oceano, lo hanno dimostrato per le rovine di Polesine di San Vito, una delle “Atlantidi” del Po, borgo “divorato” dal fiume in due distinte occasioni, secoli fa. Come sempre Barborini si è soffermato anche sulle battaglie fluviali
In magra, in piena, o in condizioni normali; d’inverno piuttosto che in primavera, d’estate così come in autunno, il Grande fiume continua ad essere una meta di notevole interesse per i turisti che arrivano dall’estero.
I fatti lo dimostrano e le potenzialità che ci sono, tra l’una e l’altra sponda, molte delle quali ancora non sufficientemente espresse, vanno colte fino in fondo, da entrambe le rive, congiuntamente, mettendo a sistema sia quel museo a cielo aperto costituito dal fiume stesso, dalle sue golene, dai suoi pioppeti e dai suoi sentieri che quei musei, veri e propri, che tra l’una e l’altra sponda, tra il Parmense, il Cremonese e il Piacentino parlano di civiltà contadina, di storia, di ambiente, di natura, di musica e di arte.
Il riferimento è naturalmente ai musei che sorgono a Monticelli d’Ongina, a San Daniele Po, a Polesine Zibello, a Roccabianca, a Sissa, a Colorno, a Torricella del Pizzo ed a Casalmaggiore (peccato per l’Acquario del Po di Motta Baluffi la cui chiusura è stata e continua a rappresentare un grande peccato), ma anche a Brescello, Boretto, Viadana, Guastalla e Gualtieri con la speranza che un giorno possano dar vita ad una associazione dei musei del medio Po che consenta loro di promuoversi congiuntamente, e vicendevolmente, anche con eventi e pacchetti comuni. Magari, volendo sognare più in grande, per giungere un giorno alla nascita di un Ecomuseo del Medio Po, che sarebbe il “fiore all’occhiello” all’interno della Riserva Mab Unesco Po Grande.
Nel frattempo, come anticipato, per i turisti che arrivano dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti, il Grande fiume continua ad essere meta di notevole interesse. Lo sa, ci crede e ci punta da tempo Stefano Barborini del circolo Aironi del Po di Legambiente di Polesine Zibello, da anni attivo, con le sue imbarcazioni, nella promozione del turismo navigabile sul Po, su entrambe le sponde. Anche in questi giorni di inizio primavera, Barborini ha accompagnato un primo gruppo di turisti arrivati dagli Usa, portandoli alla scoperta delle meraviglie ambientali, storiche, naturalistiche ed enogastronomiche che si trovano nel tratto compreso tra Polesine Zibello, Stagno Lombardo e Isola Giarola.
Particolare interesse, i visitatori arrivati da oltre oceano, lo hanno dimostrato per le rovine di Polesine di San Vito, una delle “Atlantidi” del Po, borgo “divorato” dal fiume in due distinte occasioni, secoli fa. Come sempre Barborini si è soffermato anche sulle battaglie fluviali, una su tutte quella combattuta tra milanesi e veneziani nei pressi di Sommo Con Porto del 1427, che (stando alle cronache dell’epoca) avrebbe coinvolto qualcosa come 70mila uomini. Senza dimenticare la battaglia fluviale di Casalmaggiore del 1448 che ebbe luogo presso l’isola di Fossacaprara, fra la flotta della Repubblica Ambrosiana rinforzata dai suoi alleati parmensi e la flotta della Repubblica di Venezia.
Secondo il suo stile, Barborini lo ha fatto ancora una volta con competenza ma, soprattutto, facendo emergere tutta la sua passione e tutto il suo amore per il Grande fiume: quella passione e quell’amore che sono essenziali per la valorizzazione delle nostre terre. Tra l’altro per tutta la bella stagione ha già dato la sua piena disponibilità (come sempre del resto) per accompagnare chiunque alla scoperta del Grande fiume e delle sue eccellenze. Per questo gli va detto, innanzitutto, Grazie. In secondo luogo è bene prendere carta e penna, segnarsi il suo numero (3388951432) e prenotare una bella escursione tra storia, ambiente e buona tavola.
Eremita del Po, Paolo Panni