Il Santuario Mariano di Ca' de Cervi
di Derovere compie 310 anni: la storia
Diversi sono anche gli ex voto dell’originaria cappella dedicata alla Vergine. Con l’erezione del santuario nel 1712 continuò la tradizione di affiggere tavolette votive di legno a ricordo delle grazie ricevute, in parte purtroppo andate perdute da tempo
Compie 310 anni il santuario della Beata vergine Maria Madre della Parola Divina di Ca’ dè Cervi di Derovere. Un’intima oasi di spiritualità mariana e di pace, lungo l’itinerario ciclabile della Postumia Casalasca, sulle rive del Dugale Delmona. Uno di quei luoghi in cui anche il semplice passante dovrebbe fare una sosta, per un momento di preghiera e di silenzio, lontano dal caos e dalla frenesia di tutti i giorni.
Quest’anno il santuario compie 310 anni (è stato edificato nel 1712, inoltre 60 anni fa veniva riordinato grazie all’iniziativa dell’indimenticato parroco don Vincenzo Vescovi, ricordato anche in una lapide marmorea posta all’esterno del sacro edificio) e, dopo il periodo di chiusura invernale, dal 25 marzo ha riaperto i battenti. Qui, sino a fine ottobre, ogni mercoledì alle 16.30 si recita il Rosario seguito, alle 17, dalla celebrazione della messa.
Bella e importante è la storia del santuario, legata ad una radicata tradizione secondo cui attorno al 1652 dopo calamitosi anni di guerre combattute in zona, la buona e semplice popolazione di Isolello e di Ca’ de’ Cervi fu testimone di una apparizione della Beata Vergine sulle rive del Delmona. Si narra che di una giovinetta sordomuta, di nome Monica, che con il canestrino al braccio portava al colazione al padre intento al lavoro nei campi. Un giorno, a Monica apparve la Vergine sopra ad uno spineto e, miracolosamente, la ragazza all’improvviso ebbe in dono l’udito e la capacità di parola.
Ne parlò subito al padre, rimarcando che la Madonna voleva un santuario su quelle rive, creando così un luogo di preghiera, e di grazia. La costruzione del santuario risale, come anticipato, al 1712 ed ebbe luogo su un fondo donato dal nobile Francesco Grasselli.
L’edificio, sostanzialmente inalterato nei secoli, ha un’unica navata suddivisa in tre campate da volte a crociera. Il paramento murario è in laterizio, con una facciata dalle linee marcatamente settecentesche, sormontata da cuspidi. Elegante il campanile, dalla semplice struttura.
L’edificio mantiene ancora l’originaria cappella esterna, distante pochi metri, alla quale un tempo era inframmezzata l’abitazione del custode, collegata direttamente al luogo di culto. Attualmente l’oggetto principale di devozione del santuario è la statua lignea della Madonna con la fanciulla Monica, conservata nell’altare di sinistra della chiesa, entrata in uso tra il 1808 ed il 1834.
Diversi sono anche gli ex voto dell’originaria cappella dedicata alla Vergine. Con l’erezione del santuario nel 1712 continuò la tradizione di affiggere tavolette votive di legno a ricordo delle grazie ricevute, in parte purtroppo andate perdute da tempo. Alla fine, 310 anni dopo, in questo lembo di terra che risente purtroppo dello spopolamento, un baluardo di fede e di speranza, ma anche di potenzialità a favore del territorio che si suggellano lungo la storica Via Postumia, l’asse viario romano che da Genova correva fino ad Aquileia.
Potenzialità che potrebbero essere sviluppate creando, perché no, un itinerario, eventualmente anche ciclabile e pedonale, dei santuari del Casalasco che, partendo proprio da quello di Ca’ dè Cervi, unisca (anche con iniziative comuni a beneficio dell’intero territorio) le chiese ed i santuari mariani di Santa Maria Nascente in Caruberto, della Madonna della Fiducia in Isola Pescaroli, di Santa Maria dell’Argine in Vicobellignano fino ad arrivare alla Madonna della Fontana di Casalmaggiore.
Eremita del Po, Paolo Panni