ARCES, in campo i docenti
del Sanfelice: raccolta per Sumy
"Ci stiamo avvicinando alla Pasqua, ed anche se il presente non è buono, speriamo ancora nel buonsenso degli uomini e che si possa andare verso un cessate il fuoco, verso una Pasqua che abbatta le tenebre nell'ottica di una fratellanza che ci accomuni tutti"
Anche il terzo carico di aiuti per l’Ucraina è partito. Come il viaggio precedente, e con l’ausilio della Comunità Ucraina di Parma, destinazione Sumy. Dovrebbe essere un poco più semplice del viaggio precedente ora che le operazioni militari si sono spostate più a sud. Ma raggiungere il centro al confine con la Russia non sarà comunque facile. Il carico (medicinali, prodotti per l’infanzia, cibi a lunga conservazione) è partito domenica, alle 10.30, tra gli abbracci e le lacrime di Valentina e Nina che ha salutato i suoi nipoti che raggiungeranno il confine e tutti i volontari di ARCES che hanno dato un aiuto a caricare il mezzo in partenza. Valentina è originaria proprio della città di confine ed è una volontaria ARCES.
“Non sarà l’ultimo” ci racconta il presidente di ARCES Giuseppe Guarino. In questo fine settimana, o nel prossimo, dovrebbe partire un quarto viaggio. “Sarà sempre a Sumy, ci siamo presi a cuore quella città che stiamo conoscendo grazie ai racconti di chi ci è nato, di chi ha ancora parenti e forti legami in quella città di confine”. La quarta missione in terra Ucraina sarà resa possibile grazie alla raccolta messa in campo dai docenti e dal personale ATA dell’Istituto Sanfelice delle tre sedi (Ragioneria, San Giovanni Bosco, Liceo), grazie al Dirigente Scolastico Alessandro Cau per la disponibilità e autorizzazione, che doneranno quanto raccolto ad ARCES. Un altro gesto di fiducia nei confronti dell’Associazione in un comune – Viadana – avaro di riconoscimenti per quanto l’associazione sta facendo, non solo per l’Ucraina, ma pure per le famiglie viadanesi assistite da tempo. “Stiamo effettuando in questi giorni la consegna dei pacchi alimentari alle famiglie viadanesi in difficoltà che già seguiamo, alle quali si sono aggiunte una ventina di famiglie provenienti dalla guerra. Ad ognuna di loro, e in caso di necessità, siamo pronti a dare assistenza anche per quel che riguarda le formalità burocratiche e l’iscrizione a scuola dei bambini. Facciamo quello che possiamo fare, come sempre”.
Un pensiero anche a 13 anni fa. Allora ARCES partì per dare una mano all’Abruzzo dopo il terremoto: “Ognuno di noi porta nel cuore l’esperienza di quei giorni, un’esperienza che ti cambia la vita. Ricordo, come fosse ieri, gli occhi pieni di paura e la fortissima dignità delle persone che in quella notte di terrore hanno perduto oltre alle case gli affetti dei loro cari. Sono passati 13 anni quando, insieme ai ragazzi della Parrocchia di Belforte, partimmo per Montereale con una colonna di 5 mezzi tra Tir e furgonati per portare aiuti alimentari, vestiario, medicinali per supporto alla popolazione colpita dalla tragedia”.
Il pensiero poi torna all’Ucraina.”Ci stiamo avvicinando alla Pasqua, ed anche se il presente non è buono, speriamo ancora nel buonsenso degli uomini e che si possa andare verso un cessate il fuoco, verso una Pasqua che abbatta le tenebre nell’ottica di una fratellanza che ci accomuni tutti. Vogliamo la pace e intanto continuiamo il nostro impegno per attutire per quanto possiamo le conseguenze della guerra. Questo è quello che intendiamo per volontariato”.
N.C.