Salvezza a Bozzolo: in casa famiglia
ucraina grazie a rete solidale
Un nucleo intero - la mamma Olena di 39 anni, due figli, Andrei di 12 anni e Veronica di 6 anni, e una nipote, Nadia di 17 anni - ma senza maschi adulti che, come noto, non possono uscire dall’Ucraina se sono in età da soldato, come si diceva una volta, anche se il capofamiglia è “solo” un idraulico. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Formalmente è soltanto la consegna delle chiavi di un appartamento a Bozzolo, messo a disposizione dalla San Vincenzo, che ha una delle sue sedi comprensoriali proprio nel comune che vide la predicazione di don Primo Mazzolari.
Una delle tante prove di generosità verso i profughi ucraini che scappano dalla guerra. Quelli arrivati a Bozzolo non sono i primi e nemmeno gli ultimi sul territorio, ma il gesto di giovedì – la consegna delle chiavi – è significativo perché è il primo appartamento, in via Matteotti, consegnato a una famiglia ucraina di una serie di disponibilità che sono state raccolte da cittadini e istituzioni che compongono la rete solidale.
Arrivati a Bologna in pullman, in autostrada da Chmienlincki, Ucraina occidentale, sono poi stati portati fino a Bozzolo da Anatolyi, uno dei cugini della famiglia, da 11 anni di stanza a Bozzolo: un nucleo intero – la mamma Olena di 39 anni, due figli, Andrei di 12 anni e Veronica di 6 anni, e una nipote, Nadia di 17 anni – ma senza maschi adulti che, come noto, non possono uscire dall’Ucraina se sono in età da soldato, come si diceva una volta, anche se il capofamiglia è “solo” un idraulico.
A dare il benvenuto il sindaco Giuseppe Torchio, il parroco don Luigi Pisani, che ha impartito una benedizione speciale, Franco Sanni e Carlo Olzi, rispettivamente presidente e segretario della San Vincenzo bozzolese, e Giovanna Tenedini, proprietaria dell’appartamento messo a disposizione e la cui disponibilità era stata segnalata alla San Vincenzo stessa.
Giovanni Gardani (foto e video Alessandro Osti)