Presidio 9 Agosto, tutte le domande
al direttore di Acque Bresciane
Mercoledì 23 marzo una delegazione dell’alleanza del “Presidio 9 agosto” ha incontrato il Direttore tecnico di Acque Bresciane srl, Mauro Olivieri, su richiesta, per porre alcune specifiche domande sull’attuale soluzione di realizzare due mega impianti a Gavardo e a Montichiari per la depurazione dei reflui fognari della sponda occidentale del lago di Garda.
Mercoledì 23 marzo una delegazione dell’alleanza del “Presidio 9 agosto” ha incontrato il Direttore tecnico di Acque Bresciane srl, Mauro Olivieri, su richiesta, per porre alcune specifiche domande sull’attuale soluzione di realizzare due mega impianti a Gavardo e a Montichiari per la depurazione dei reflui fognari della sponda occidentale del lago di Garda. Un tema che, riguardando il fiume Chiese, tocca da vicino anche il territorio comprensoriale Oglio Po. L’incontro ha avuto luogo nella sede di Acque Bresciane srl a Rovato.
“Al Direttore tecnico abbiamo subito posto una domanda che da tempo genera disorientamento tra alcuni attivisti della difesa del Chiese, abbiamo chiesto: dove era previsto lo scarico della soluzione di costruire un unico maxi depuratore a Esenta di Lonato? E la proposta presentata al tavolo di confronto il 28 aprile 2021 di mandare lo scarico di questa soluzione dell’impianto unico a Esenta di Lonato nella Roggia Lonata per poi collegarla al Canale Virgilio, avrebbe evitato di scaricare questa depurazione nel fiume Chiese?
Su questa articolata domanda, il Direttore tecnico ha così risposto: nella soluzione di un unico mega impianto a Esenta di Lonato, lo scarico era previsto nel fiume Chiese, ovvero durante la stagione irrigua sarebbe andato nei vari canali di irrigazione, mentre durante le altre tre stagioni sarebbe andato solo nel Chiese; ma anche durante la stagione estiva, in caso di piogge, dal momento che quando piove non serve irrigare, lo scarico sarebbe andato nel fiume Chiese; in merito alla proposta presentata al tavolo di confronto il 28 aprile 2021 di mandare lo scarico di questa soluzione dell’impianto unico a Esenta di Lonato nella Roggia Lonata per poi collegarla al Canale Virgilio, dopo una prima valutazione tecnica, abbiamo visto che avrebbe comportato maggiori costi perché la Roggia Lonata è più alta rispetto al punto di scarico di quella soluzione Esenta di Lonato, pertanto si dovrebbe subito pompare lo scarico in su, e poi il collegamento col Canale Virgilio non manderebbe lo scarico nel Mincio, perché il Canale Virgilio esce dal Mincio, non immette ma ne è una derivazione, quindi il Canale Virgilio avrebbe portato quello scarico nei vari canali irrigui che però poi quando piove o quando non è più stagione irrigua riportano l’acqua nel fiume Chiese, pertanto questa soluzione non avrebbe evitato di scaricare nel fiume Chiese; a meno che si fosse trovato il modo di andare da lì direttamente nell’Oglio”.
Ma cosa è avvenuto successivamente alla Convenzione firmata dal Prefetto- Commissario il 14 gennaio 2022? “Il Direttore tecnico ha risposto – spiegano dal Presidio – che sono stati mandati al Prefetto-Commissario la proposta per il progetto definitivo e si è in attesa di conoscere la risposta del Commissario; i tempi per realizzare il progetto definitivo saranno circa di 9 mesi. In merito alle stime attuali dei costi, tutti, della soluzione Gavardo-Montichiari, la risposta è stata che i costi saranno quantificati in sede di progetto definitivo”.
“Inoltre abbiamo chiesto: dinnanzi alla gravissima siccità che sembra stia diventando sempre di più normalità, cosa pensa Acque bresciane? Ci è stato risposto che la Direttiva UE 741, che entrerà in vigore il 31.12.2023, per affrontare la siccità indica che per l’agricoltura si utilizzino le acque degli scarichi di depurazione. Sulla risposta di cui sopra, del Direttore, noi abbiamo replicato che però gli scarichi non devono andare a compromettere i corsi d’acqua naturali, né si possano considerare come risolutive le proposte di immettere acque depurate nei fiumi, e in particolare nel nostro caso del Chiese, dove durante l’estate il suo deflusso ecologico viene molto impoverito e a tratti addirittura scompare. A nostro avviso il risanamento del fiume Chiese deve avvenire soprattutto sanando le sue gravi criticità: i prelievi eccessivi, gli scarichi inquinanti e lo sfruttamento intensivo ai fini energetici della risorsa idrica”.
“Altra domanda: qual è la situazione della sublacuale? Risposta: è in atto in questo periodo la terza attività programmata di manutenzione, nei prossimi mesi avremo la relazione sullo stato della sublacuale, e sapremo se è cambiato qualcosa rispetto al rapporto dd. 14 giugno 2021. Ulteriore domanda: se i vari ricorsi in campo arrestassero l’attuale procedimento, secondo Lei è tecnicamente fattibile una soluzione per il collettamento sempre in acqua ma vicino alla costa della sponda bresciana, fino a portare quei reflui in un potenziato impianto di Peschiera oppure in un nuovo impianto a supporto ma sempre nel basso Garda? Risposta: andare a Peschiera è impossibile secondo i piani attuali, cioè per la dismissione delle sublacuali veronesi e la costruzione del nuovo collettore che non prevede un carico con i reflui bresciani; va detto che non abbiamo riscontrato elementi oggettivi per ritenere questa ipotesi tecnicamente insostenibile, scompaginando le scelte politiche; dal mantenimento delle condotte sotto il lago, alla circumlacuale, le possibilità ci sono, nonostante per una questione di costi sia da preferire la prima ipotesi; ovviamente nel caso andrebbe adeguato l’impianto di Peschiera; finora non abbiamo mai ipotizzato un cd. piano B, da attuare nell’ipotesi che dite Voi che venga fermata l’attuale soluzione; la soluzione che dite Voi, di fare un collettore in acqua ma vicino alla costa, troverebbe le maggiori difficoltà nei 20 chilometri finali”.
Infine un’ultima domanda da parte del Presidio. “Se si dovesse procedere ad un nuovo studio di fattibilità che escluda lo sversamento nel fiume Chiese degli scarichi della depurazione del lago di Garda e sviluppi invece le proprie soluzioni impiantistiche sui territori afferenti al bacino stesso “Sarca-Garda-Mincio”, quali sarebbero i costi in linea di massima per questo studio di fattibilità?”. “In linea di massima i costi oscillerebbero tra i 100 e i 200 mila euro” è stato risposto.
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