Cronaca

Bozzolo e la micro-delinquenza. Sfogo
di Torchio: "Dove sono le famiglie?"

"Perché, in piena guerra e pandemia, con la gente che fatica a pagare le bollette, sempre più pesanti, dobbiamo provvedere a orientare sempre più risorse all’acquisto di telecamere, a corsi specializzati con animatori di strada e psicologi ed alle mille azioni per evitare che questi ragazzi si trovino con la fedina sporca e con la sicura mancanza di lavoro all’infinito?".

Il problema della maleducazione, che spesso sfocia in micro delinquenza, prosegue a Bozzolo E’ un post quasi sconsolato, ma comunque combattivo, quello del sindaco Giuseppe Torchio, sul proprio profilo Facebook. “Dopo il monitoraggio con gli amici della Giunta, sere fa, stanotte per quasi quattro ore, con  l’aiuto di amici, ho percorso in auto le vie e le strade del mio comune, cercando di capire cosa ci faccia un gruppo numeroso di ragazzi, dopo avere percorso i vari luoghi  di convegno, alle 23, in una stazione deserta e senza treni. In verità stasera (sabato sera, ndr) finora non è stato bruciato il sesto cassonetto, non è stato forzato il bagno della TEA, non sono stati infranti, con i sassi della massicciata della stazione, i vetri delle tombe del cimitero”:

“Ma solo ieri (venerdì, ndr) – scrive Torchio – è successo di tutto in piazza Marcora, con bottiglie disperse in ogni dove, mentre per la terza volta un gruppo di ragazzi è stato disperso alla Migross, dopo avere offeso il personale e lordato tavolo e pavimenti. La segnalazione di rito alla Procura dei minori ed ai Servizi Sociali. Questi episodi erano già successi nei giorni scorsi al negozio Toys, al supermercato cinese… Diamoci una regolata,  ragazzi! E ora anch’io andrò a letto, sono in servizio notturno i nostri Carabinieri!”.

“Ma prima di addormentarmi – prosegue il primo cittadino di Bozzolo – mi chiedo ancora una volta: perché, in piena guerra e pandemia, con la gente che fatica a pagare le bollette, sempre più pesanti, dobbiamo provvedere a orientare sempre più risorse all’acquisto di telecamere, a corsi specializzati con animatori di strada e psicologi ed alle mille azioni per evitare che questi ragazzi si trovino con la fedina sporca e con la sicura mancanza di lavoro all’infinito? In tanti ci siamo chiesti: ma le famiglie dove sono?”

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