Chiesa

Santuario, dal cuore di
Maria ​​​​​​​una Fontana di pace

Nella solennità dell'Annunciazione al Santuario di Casalmaggiore la preghiera di affidamento alla Vergine in comunione con Papa Francesco e la Chiesa di tutto il mondo

Una preghiera all’unisono con la Chiesa nel mondo, con Papa Francesco in San Pietro. Un’invocazione, che è insieme grido di dolore e speranza di una «fraternità» vera tra gli uomini, si è elevata venerdì pomeriggio dal Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore gremito dai fedeli. Una celebrazione che si è fatta «supplica a Maria affinché cessi la guerra e ogni uomo sappia riconoscersi fratello dell’altro e come tale vivere. Affinché trionfi il senso più vero della giustizia, dell’amore fraterno», come ha ricordato il vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi che ha presieduto la Messa (assente per indisposizione il vescovo Antonio Napolioni), insieme alla comunità di frati cappuccini custodi del santuario, al parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti e alcuni altri sacerdoti e consacrati.

All’Eucaristia è seguita la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di Russia e Ucraina, ma in realtà di ogni conflitto che insanguina la terra in questi tempi definiti bui dai più. E questo in un giorno particolare per il santuario, la sua comunità e il Casalasco in genere di cui la Vergine della Fontana è regina. Questo luogo mariano, infatti, è dedicato all’Annunciazione e il 25 marzo avrebbe comunque celebrato solennemente la giornata. Ma quest’anno la preghiera festosa si è fatta carico «delle angosce e speranze del mondo», come recita il testo di consacrazione voluto dal Papa e pronunciato a Casalmaggiore da Lafranconi nella cripta della chiesa davanti ad un affresco di Maria che risale al 1300. Pronunciato contemporaneamente in diocesi da tanti parroci e sacerdoti nelle chiese cittadine e presso i santuari della Bassa, perché non ci resta che «aggrapparci all’amore della Madonna – ha affermato il vescovo emerito di Cremona durante l’omelia – per ottenere il dono della pace, stabile e duratura e che non può nascere solo dalla volontà di chi governa ma dalla disposizione alla fraternità di tutti». Come a dire che solo una madre può consolarci e ricordarci che la pace ha radici profonde nel «riconoscere di essere tutti figli di Dio e quindi fratelli».

E se il testo pronunciato da Papa Francesco chiede a «Maria Stella del mare» di «non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra», di non lasciare l’uomo solo a perdersi nell’odio fratricida, Lafranconi, sulla stessa onda, invoca la Madre di Cristo perché «accompagni il cammino di chi governa, ma anche di ogni popolo e persona verso l’esperienza così desiderata della fraternità». Un’esperienza che insieme al dolore, l’Italia e le diocesi stanno vivendo già in parte, con l’accoglienza dei profughi scappati dal rumore delle bombe.

Inutile dire che la preghiera può essere un’arma potente «capace di agire nel cuore degli uomini, – commenta il rettore della Fontana padre Francesco Serra – di trasformare in cuori di carne i nostri cuori di pietra». Ne sono convinti i frati che la pace possa fiorire, che «le cose possano cambiare», in fondo nei loro gesti riecheggia la figura di un uomo di pace come Francesco che non esitò a calpestare campi di battaglia. Ne è convinta la comunità di fedeli che era presente a Casalmaggiore e che ha animato la celebrazione dimostrando quanto la Fontana sia oggi un centro vivo di devozione mariana in terra lombarda. Questo sin dal Mille, quando sul luogo dove ora sorge la chiesa del 1463, si ergeva una cappella o un piccolo oratorio, in cui si venerava un’immagine della Beata Vergine, detta dei Bagni, accanto ad una fonte o pozzo, (Pozzo di Santa Maria) che serviva ai viandanti per dissetarsi. E agli uomini di oggi per ritrovare la fede e la speranza in un mondo senza conflitti.

Maria Chiara Gamba (diocesi diCremona)

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