Piloni (PD): "Reflui per incentivare
rinnovabile". Ma M5S: "Parli per sè"
“Una delle questioni più urgenti che le amministrazioni comunali si trovano ad affrontare riguarda le autorizzazioni per gli impianti di biogas sui nostri territori. Un compito assai importante e delicato che le amministrazioni non possono affrontare da sole" dice Piloni. Ma Pd e M5S battibeccano.
“Una delle questioni più urgenti che le amministrazioni comunali si trovano ad affrontare riguarda le autorizzazioni per gli impianti di biogas sui nostri territori. Un compito assai importante e delicato che le amministrazioni non possono affrontare da sole. Per questo, tra i punti che abbiamo inserito nella proposta di risoluzione che stiamo esaminando in commissione, vi è anche la necessità di sostenere, da parte della giunta lombarda, politiche che incentivano l’utilizzo dei reflui zootecnici, quali risorsa energetica per la produzione di energia rinnovabile, considerando anche il valore fertilizzante del digestato che residua dalla produzione di biometano e affrontando anche gli aspetti gestionali del suo utilizzo agronomico”.
È quanto sottolinea il consigliere regionale Matteo Piloni, capodelegazione Pd in commissione Agricoltura, in merito alla risoluzione da lui proposta a sostegno delle aziende agricole e del comparto agroalimentare lombardo, che andrà in discussione in aula consiliare il prossimo 22 marzo.
“Ricordo che se il 20% dei liquami e letame va nella superficie agricola utilizzata (SAU), il restante 80% viene concimato oppure prodotto da fanghi industriali o da depuratore – spiega Piloni -. Sappiamo bene quanti problemi stia causando sui nostri territori lo spandimento dei liquami che è stato anche oggetto di diverse attività illecite. Ecco perché diventa importante incentivare lo sviluppo di questi impianti, anche attivando forme consortili per facilitare lo scambio di reflui zootecnici”.
“Il primo approccio in commissione è stato positivo e si è trovata la piena condivisione di tutte le forze politiche. La risoluzione sarà discussa in aula il prossimo 22 marzo e mi auguro che a questo provvedimento possano seguire azioni concrete a sostegno delle nostre amministrazioni comunali” conclude il consigliere dem.
Il Movimento 5 Stelle però non è d’accordo: “Non sappiamo in base a quali certezze Piloni sostenga che il M5S sia d’accordo con la sua proposta, partendo innanzitutto dal fatto che il suo comunicato è stato diramato ancor prima della discussione in commissione. In secondo luogo, al contrario di quanto Piloni asserisce, il M5S è critico rispetto all’eccessiva proliferazione di impianti sul territorio lombardo, in particolare quando questi non soddisfano un fabbisogno ispirato ai veri principi di economia circolare e di fabbisogno territoriale, ma sono solo ispirati da appetiti finanziari.
Spiace constatare che il consigliere regionale Matteo Piloni voglia coinvolgere nelle sue convinzioni anche chi si oppone “al modello di sviluppo” così di moda nel “partito unico dello sfruttamento del territorio”, al quale anche il suo Pd appartiene a pieno titolo.
Oltre ad essere primo e inossidabile sostenitore dell’autostrada Cr-Mn, progettualità che oltre a sperperare ingenti fondi pubblici, danneggerà pesantemente più di 100 aziende agricole, ora lancia messaggi d’amore nei confronti del biometano infischiandosene, e di fatto contrastando, l’indirizzo di ATS Valpadana inviato a tutti i sindaci delle province di Cremona e Mantova. Sembrerebbe quindi che, per Piloni, le criticità espresse in modo inequivocabile sulla qualità dell’aria, dall’Azienda della Tutela della Salute, si possono tranquillamente ignorare.
La proposta di risoluzione proposta al consiglio regionale dal Pd e condivisa da FI e Lega non è per nulla un aiuto ai Sindaci coinvolti nei processi autorizzativi, ma al contrario li espone ad evidenti responsabilità suggerendo azioni che andrebbero in pieno contrasto ai principi di tutela della salute e peggiorerebbero la qualità dell’aria e dei suoli in Comuni già oggetto di infrazione comunitaria. Forse, il consigliere Piloni farebbe bene ad informarsi meglio in merito ai dati del profilo di salute dei cittadini cremonesi e mantovani diffusi dall’Ats Valpadana e a fare meglio i conti in merito all’efficienza e al saldo energetico negativo di questi impianti. Sarebbe inoltre utile riflettesse sull’impronta idrica di quasi 1 milione di metri cubi d’acqua utilizzata per produrre 1MWh.
A questi aspetti vanno aggiunti effetti collaterali, come l’aumento di mezzi pesanti circolanti per il conferimento, agli spandimenti di digestato e agli impatti sui già vulnerabili terreni agricoli della nostra provincia. La maggior parte dei nostri comuni sono infatti in infrazione europea, secondo la normativa nitrati.
Discuteremo nei momenti opportuni della risoluzione presentata, senza preconcetti, ma cercando di apportare modifiche e proposte ispirate alla tutela della salute, dall’ambiente e tenendo conto delle esigenze dei lavoratori ed imprenditori del settore agricolo, di uno dei più importanti settori produttivi della nostra regione”.
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