Politica

Sanità, soddisfatto il PD, Piccinelli:
"Divisione ha già fallito con l'Ambito"

Piccinelli: ""Dato che il modello lo abbiamo già provato e non ha funzionato, lo ripetiamo pari pari, anzi con delle aggravanti. Dopo qualche anno di sperimentazione dell’Ambito interaziendale tra Asst Cremona e Mantova, fu la stessa Regione a dire in prima persona, in diretta, all’Auditorium di Casalmaggiore, il 16 gennaio 2020, che le due Asst avevano avuto delle difficoltà a portare avanti bene la sperimentazione stessa"

Al momento sono solo voci in attesa di conferma (e soprattutto di delibera che metta nero su bianco il tutto. Dunque Polo territoriale verso Mantova e Polo Ospedaliero che resterebbe a Cremona. Il Distretto Casalasco Viadanese dovrebbe finire sotto ASST Mantova, mentre l’Oglio Po restare sotto ASST Cremona. Una decisione che – al di là delle perplessità di fondo del PD, soprattutto di carattere numerico – soddisfa i circoli dei Democratici del Casalasco.

Ci sono arrivate da più parti in questi giorni – spiega in un documento il PD – voci insistenti secondo cui la scelta da parte di Regione rispetto al posizionamento del nuovo Distretto Casalasco Viadanese Oglio Po andrebbe verso l’ASST di Mantova. Siamo soddisfatti che finalmente Regione abbia ascoltato la voce dei politici e dei Sindaci del territorio che hanno chiesto più volte la creazione di un Distretto unico ed afferente ad una unica ASST e, soprattutto, dotato di autonomia economico-finanziaria e gestionale e siamo contenti che non vi sarà ambiguità nel posizionamento, come d’altra parte prevede in maniera chiara la riforma della Legge 23: una ASST di riferimento unica da cui devono dipendere tutti i Distretti all’interno della stessa.

Forse la logica avrebbe voluto che l’ASST di riferimento fosse quella di Cremona, se non altro per una questione dimensionale e di equilibrio tra le due ASST: l’ASST di Mantova ha attualmente oltre 400mila abitanti contro l’ASST Cremona che ne conta circa 200mila ed il numero dei Distretti (pari ai Piani di Zona) è di 6 per l’ASST Mantova e 2 per Cremona. Con il nuovo assetto si prospetterebbe una ASST di Mantova che sarebbe di circa 450mila abitanti con 6 Distretti da gestire (se vengono mantenuti pari ai Piani di Zona) e Cremona resterebbe con 1 unico Distretto di circa 160mila abitanti. Questo credo che non debba essere visto come una vittoria o una sconfitta da parte di nessuno. Però è chiaro che le scelte vanno adeguatamente motivate e soprattutto vi debbono essere i risultati tanto attesi e conseguenti.

Evidentemente vi sono state motivazioni di sostanza che Regione avrà ben ponderato per arrivare a questa scelta ed attendiamo di leggerne i motivi, che ci aspettiamo siano chiari ed esplicitati nella Delibera di Regione. Sappiamo però che non sempre la nostra logica coincide con la complessità di quella dei contesti istituzionali, quindi noi andremo avanti a svolgere il nostro compito di sollecitazione e di monitoraggio rispetto a questo percorso che non è ancora definito fino a quando non verrà pubblicata la delibera.

Ci riferiamo in particolare alla nomina del Direttore, alla definizione del budget finanziario ed a tutte le attività strategiche legate al coordinamento ed alla gestione complessiva del Distretto e nello specifico delle Case di Comunità, degli Ospedali di Comunità e delle Centrali Operative Territoriali afferenti all’area casalasco-viadanese, che deve essere svolta con la più amplia autonomia gestionale come prevede la norma. Oltre a ciò, auspichiamo anche attivazione di una rete e di un modello efficiente ed integrato tra Polo Ospedaliero OglioPo, che continuerà a dipendere dalla ASST di Cremona e Polo Territoriale, che gestirà il Distretto e che dipenderà dunque da ASST di Mantova.

Su questo punto ci deve essere un vero raccordo tra le due ASST affinché l’Ospedale Oglio Po, dedicato al trattamento del paziente in fase acuta, possa interagire con il neonato Distretto per una concreta presa in carico dei pazienti, in particolare per le persone in condizione di cronicità e fragilità.

Restiamo in attesa e ci auguriamo quindi di vedere pubblicata velocemente la deliberazione della Giunta Regionale e che la gestione del Distretto sia la migliore possibile in termini di rafforzamento dell’assistenza territoriale e di migliore integrazione tra il sanitario, il sociosanitario e l’ambito sociale. Ci aspettiamo che il nuovo Distretto Casalasco Viadanese con tutte le sue strutture (Case di Comunità ed Ospedali di Comunità) diventino davvero un punto di riferimento per i nostri cittadini che si meritano la migliore tutela e cura della salute.

Questo è quello che in questi mesi abbiamo chiesto come PD, ed a più voci da altri rappresentanti politici ed istituzionali del territorio, e questo è quello che ci aspettiamo di leggere nella delibera e di vedere poi realizzato nella pratica!

Ben più preoccupata, e per nulla convinta della scelta del frazionamento Annamaria Piccinelli. Un modello, quello della collaborazione tra le due ASST, sperimentato con l’Ambito Interaziendale, che non ha funzionato già in passato. La Consigliera d’Opposizione Casalasca, da anni impegnata nelle battaglie sul versante sociosanitario, parla di palese contraddizione tra la Riforma e il modello che si dice possa essere quello Casalasco/Viadanese.

Dato che il modello lo abbiamo già provato e non ha funzionato, lo ripetiamo pari pari, anzi con delle aggravanti. Dopo qualche anno di sperimentazione dell’Ambito interaziendale tra Asst Cremona e Mantova, fu la stessa Regione a dire in prima persona, in diretta, all’Auditorium di Casalmaggiore, il 16 gennaio 2020, che le due Asst avevano avuto delle difficoltà a portare avanti bene la sperimentazione stessa. Si rendeva quindi necessario un modello gestionale deciso dalla Regione e esposto in quella occasione, che prevedesse di mettere a capo dell’organizzazione una delle due Asst. Ma se non fosse sufficiente il già sperimentato fallimento, basterebbe leggere la riforma approvata nel 2021, per capire che il modello a doppia gestione, così come sembrerebbe pensato adesso, è anche in completa contraddizione con la riforma stessa. La riforma è molto chiara su tre punti. Il primo: l’erogazione di tutti i servizi, dall’intervanto chirurgico, al prelievo, alla visita per il rinnovo della patente ecc. non devono più essere un po’ di Ats e un po’ di Asst, ma devo essere tutti in capo ad Asst. Il secondo punto: ogni distretto deve fare capo a un’unica Asst. E la ragione di questi due punti è ben precisa e sta nel terzo caposaldo della riforma: riunendo tutti i servizi erogativi di un distretto sotto un’unica Asst, si va verso la finalità auspicata ossia quella di saldare solidamente ospedale e medicina territoriale. Bene, allora visto che la finalità della riforma regionale è la perfetta integrazione tra ospedale e territorio, il Decreto regionale cosa sembrerebbe decidendo per noi? L’esatto contrario ossia affidare l’ospedale Oglio Po a Cremona e il territorio Oglio Po a Mantova. Quindi non solo questa decisione, se confermata, contraddice la riforma separando la gestione di Ospedale e Territorio, ma, considerando la già sperimenta incapacità di collaborare tra Asst Cremona e Mantova, questa divisione è garantita. Del resto c’è anche una innaturalità di fondo in tutto questo: l’azienda ospedaliera Carlo Poma dovrebbe gestire i servizi erogativi dell’area Oglio Po garantendo il legame tra questi e un ospedale, l’Oglio-Po, gestito da un’altra azienda. Lo crediamo possibile?

N.C.

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