Stazione di Casalmaggiore
discarica a cielo aperto
Ad accoglierci, in un ambiente ormai pressoché abbandonato a se stesso, spazzatura ovunque. All'accesso, dentro, sui binari, tra le strutture. I resti di bivacchi (birre e carte di cibarie) e poi plastiche e le immancabili mascherine. Ci sono pure piccioni morti e cartacce. GUARDA LA FOTOGALLERY E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
I pesci nel piccolo spazio d’acqua al fianco dell’accesso laterale della stazione resistono stoicamente. Lo spazio intorno a loro è ormai abbandonato a se stesso: erba alta e rifiuti in ogni dove. Un tempo i papà ci portavano i bambini e, in verità, lo farebbero pure adesso. E’ stato proprio un papà a segnalarci la situazione di grave degrado della stazione: “Avevo portato mio figlio – ci racconta per telefono – ma me ne sono dovuto scappare via. La situazione è pessima, nemmeno immaginabile”. Una segnalazione alla quale non potevamo non dare seguito.
Ad accoglierci, in un ambiente ormai pressoché abbandonato a se stesso, spazzatura ovunque. All’accesso, dentro, sui binari, tra le strutture. I resti di bivacchi (birre e carte di cibarie) e poi plastiche e le immancabili mascherine. Ci sono pure piccioni morti e cartacce. Appena più decente la situazione in prossimità dei binari e sotto il porticato della stazione. quello che fa più rabbia sono i cestini nuovi, pressoché vuoti.
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I pesci resistono allo schifo. Fermi nell’acqua sono la parte più pulita del tutto. Il mondo di sterco è quello che li circonda. Trenord ha le sue responsabilità, le ferrovie non sono esenti da colpe per tante vicissitudini – degrado compreso – che abbiamo seguito in questi anni. Ma qui gli enti ferroviari c’entrano poco. c’è ben altro. C’è la stupidità di chi pensa che abbandonare rifiuti in ogni angolo sia una cosa normale. L’ignoranza di chi non ha il benché minimo rispetto per lo spazio pubblico. E c’è uno spazio indecoroso, al limite dell’indecenza e della denuncia, abbandonato a se stesso. Nella terza città della provincia di Cremona, in quella Casalmaggiore che dovrebbe essere teatro di bellezza – grazie anche all’ambiente che si ritrova appena scavallato l’argine – e non lo è.
Un tempo c’erano i capistazione e gli addetti, c’erano il bar e una biglietteria, c’era una stazione. Oggi c’è una struttura senza più dignità. Il vetro dei bagni è rotto, la porta è chiusa e, sbirciando dai vetri, si vede solo lo sporco lasciato da qualche viaggiatore incontinente. Una triste storia che vede protagonisti tanti viaggiatori, la politica e chi si volta dall’altra parte, senza indignarsi nemmeno più.
N.C. (foto Nazzareno Condina, video Alessandro Osti)