Venerdì 4 marzo presso l’aula magna dell’Ospedale di Cremona si è tenuto il convegno “Malattie Emorragiche e trombotiche: l’esperienza sanitaria nei due anni di pandemia Covid-19”. Alla giornata di studio, suddivisa in quattro sessioni, hanno preso parte oltre venti relatori di alto profilo provenienti da tutta Italia, che hanno offerto il proprio contributo accademico e professionale.
“Alla luce di ciò che è emerso durante la pandemia, abbiamo rilevato nuove evidenze relativa all’attività di gestione dei pazienti con malattie emorragiche e trombotiche”, riassume Sophie Testa, direttore Laboratorio analisi, Centro emostasi e trombosi e responsabile scientifico del convegno. «In particolare, ci siamo concentrati sulle terapie da utilizzare in fase di ospedalizzazione e sulle problematiche cliniche e gestionali relative a queste patologie, riscontrate in ambito ospedaliero sia territoriale».
Dopo aver delineato il contesto sanitario relativo al periodo pandemico, è stata trattata la gestione delle malattie emorragiche congenite o acquisite, trattando aspetti relativi alle microangiopatie trombotiche e alle problematiche correlate al tromboembolismo venoso e alla gestione dei pazienti in terapia anticoagulante. «Parliamo del due per cento della popolazione – aggiunge – solo sul nostro territorio sono circa 6mila i pazienti in terapia anticoagulante, cui anche durante la fase acuta della pandemia abbiamo cercato di garantire continuità farmacologica e assistenziale».
Da oltre vent’anni, il convegno di Cremona costituisce un appuntamento fisso per medici e professionisti sanitari che operano all’interno delle strutture ospedaliere territoriali e nazionali. L’edizione odierna ha consentito di presentare le ultime novità scientifiche nel campo delle strategie diagnostico-terapeutiche e gestionali, riconfermando il ruolo di rilevanza del presidio sanitario cremonese, in grado di coniugare ricerca, esperienza e formazione in risposta alle esigenze sanitarie e dei pazienti. “Anche se con posti limitati – conclude Testa – tornare a vivere questo appuntamento in presenza dopo due anni di sospensione è un segno di ripresa importante”.
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