Florovivaismo: Cia, 30% imprese a
rischio switch-off. Più Serre green
Il richiamo di Cia e Florovivaisti Italiani è alle potenzialità del fotovoltaico senza consumo di suolo e, quindi, alle risorse per la misura “Parco Agrisolare” con il bando da 1,5 miliardi di euro in pubblicazione entro il 31 marzo, come anche a tutti gli interventi per l’efficientamento energetico del settore primario con incidenza via via totale sulla bolletta
Contro costi di produzione insostenibili per l’impennata dei prezzi delle materie prime e, soprattutto, per il caro energia, serve accelerare l’ammodernamento della coltivazione floricola in serra che, sul territorio nazionale, è rappresentata da quasi il 50% della superficie totale del settore che è di circa 30 mila ettari. Così, non solo si avvia una reale transizione ecologica del florovivaismo italiano puntando sulle energie rinnovabili, ma si scongiura il rischio “switch-off” per il 30% delle 24 mila aziende del settore, uscite già penalizzate da due anni di pandemia. Sono queste le sollecitazioni di Cia con l’Associazione Florovivaisti Italiani, lanciate a Milano dal convegno promosso a Myplant & Garden 2022 per cogliere le opportunità di PNRR e Green Deal Ue sul fronte delle agroenergie.
La primavera è alle porte, fanno presente Cia e Florovivaisti Italiani, ma i fiori che fanno gran parte del mercato di stagione, dai tulipani alle azalee, comprese le orchidee, fino ai gerani e alle piante ornamentali per il verde pubblico, potrebbero non rispondere in tempo alla domanda, forte di un trend positivo del gardening con stime di crescita media annua del 2,3%. Questo accade, sottolineano Cia e Florovivaisti Italiani, perché tenere in piedi l’attività e, in particolare, accese le serre per riscaldamento e illuminazione costa sempre di più. La spesa energetica è salita del 50% e potrebbe aumentare ancora, andando a compromettere pure la fase di raffrescamento artificiale nei mesi più caldi e che incide fino al 15% sui consumi energetici totali. A questi si aggiungono gli aumenti del 10% su torbe e prodotti fitosanitari, del 30% su imballaggi e trasporti.
Le serre, dunque, un tempo strategia lungimirante per essere competitivi, senza rinunciare a sostenibilità e prodotti di eccellenza per il Made in Italy, adesso non bastano più, strette tra climate change e crisi economica. Occorre, sottolineano Cia e Florovivaisti Italiani, incentivare con rapidità lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili per la gestione colturale e climatica, favorendo la riduzione dell’impatto sull’ambiente e il passaggio a strutture di produzione e di condivisione dell’energia.
Il richiamo di Cia e Florovivaisti Italiani è alle potenzialità del fotovoltaico senza consumo di suolo e, quindi, alle risorse per la misura “Parco Agrisolare” con il bando da 1,5 miliardi di euro in pubblicazione entro il 31 marzo, come anche a tutti gli interventi per l’efficientamento energetico del settore primario con incidenza via via totale sulla bolletta.
“Il processo di transizione per la sostenibilità energetica, è chiaramente complesso -ha detto il vicepresidente di Cia, Mauro Di Zio-, ma rappresenta una sfida importante grazie anche al PNRR per abbattere, nel lungo periodo, importanti costi di produzione e salvare un settore strategico per i servizi ambientali, eco-sistemici e per il benessere della collettività. Inoltre, nonostante la pandemia, ha salvaguardato qualità e competitività recuperando per quanto riguarda l’export, e già nel primo trimestre del 2021, una crescita record del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
“A Myplant & Garden e in tante occasioni di scambio con gli imprenditori del settore floricolo -ha concluso il presidente di Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto- garantiamo la nostra puntuale presenza, per supportare le aziende nel recepire nel concreto i vantaggi delle misure dedicate. Dobbiamo però, anche lavorare insieme a istituzioni, ricerca e scienza per ridurre sempre di più la dipendenza energetica dall’estero e contribuire all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Il florovivaismo italiano, infine, tra i settori più specializzati e con maggior numero di addetti per superficie, merita vera regolamentazione e, quindi, che il Governo concluda velocemente l’iter del disegno di legge dedicato”.
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