Ambiente

Maltempo, Autorità distrettuale: "Per
la magra invernale del Po non basta"

“Oggi la situazione si ridimensiona parzialmente, ma sicuramente è di allerta e non di allarme – ha concluso Berselli – la differenza è molto sottile e dipenderà dalle prossime ore: sarà importante vedere in che modo e in quale quantità pioverà”.

La perturbazione in corso sul Nord del paese, arrivata dopo due mesi di assenza, risulta oggi provvidenziale, alla luce dei dati emersi nell’ultimo monitoraggio dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, ma la prevista sua breve durata potrebbe solo lenire il perdurante deficit idrico che si è verificato tra la fine del 2021 e l’arido inizio del 2022.

La situazione generale nel distretto del fiume Po – fa sapere l’Autorità – sta gradualmente migliorando, ma la crisi idrica manifestata fino ad oggi e l’aridità dei suoli, unita alle temperature fino a ieri decisamente sopra la media e alla perdurante mancanza di precipitazioni sulle catene montuose (Alpi e Appennini) hanno generato criticità evidenti che potrebbero comunque manifestarsi nel lungo periodo incidendo soprattutto sugli equilibri degli habitat e dell’agricoltura.

“In Piemonte (come reso noto dall’ente parco) si sono già registrate morie di pesci autoctoni, sottoposti a notevole stress di approvvigionamento dei flussi nelle zone umide e anche numerose tipologie di piante mostrano evidenti segni di difficoltà” fa sapere ancora l’Autorità in una nota. “Ma molti sono i dati tecnici significativi che arrivano all’Osservatorio dell’Autorità di Bacino del Po-MiTE dai territori e comunicati direttamente dai partner istituzionali come le agenzie regionali che monitorano l’andamento meteo idrologico climatico, dai gestori dei grandi laghi alpini e da quelli dell’idroelettrico fino ad Anbi che raggruppa i Consorzi di bonifica, chiamati tra pochi giorni a distribuire la risorsa alle principali colture della pianura Padana”.

L’analisi dettagliata ha mostrato che il gennaio 2022, appena trascorso, si è palesato come il sesto più caldo di sempre a livello globale e il distretto del Po non fa differenza, trovandosi in uno stato di incipiente siccità. “Le anomalie sono decisamente marcate per molti indici” ha commentato il Segretario Generale di ADBPo-MiTE, Meuccio Berselli. “Ora finalmente è arrivata una perturbazione, ma sono 60 i giorni senza pioggia significativa in molte aree del distretto, le temperature massime sono state costantemente superiori alla media di 2-3° C ed i venti che hanno sferzato la pianura hanno ulteriormente asciugato i terreni e incidono nel medio lungo periodo”.

Le previsioni annunciate hanno portato cambiamenti in queste ore: è arrivata nella notte la prima importante perturbazione atlantica del nuovo anno: “Oggi la situazione si ridimensiona parzialmente, ma sicuramente è di allerta e non di allarme – ha concluso Berselli – la differenza è molto sottile e dipenderà dalle prossime ore: sarà importante vedere in che modo e in quale quantità pioverà”.

MAGRA DEL PO – Intanto persiste la condizione di pesante magra invernale del fiume Po, con una diminuzione del -34% sulle portate mensili di Gennaio inizio Febbraio. Il valore puntale di portata alle sezione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro è 687 m3/s, oltre al -40% in meno sul valore di portata medio, già prossimo alla prima soglia di allerta. La sezione di Piacenza continua ad esser quella con valori maggiormente negativi, con una portata di 291 m3/s, prossimo alle minime mensili. Anche i livelli idrometrici, rispetto a due settimane fa si sono abbassati di circa 30cm.
Questa condizione di “siccità idrologica invernale”, per l’Autorità distrettuale, è la più grave degli ultimi 30 anni, non solo sul fiume Po, ma anche sui tributari con scarti di portata ridotta anche del 50%.

PRECIPITAZIONI – Considerando l’intero periodo dal 1° ottobre 2021 ad oggi, i valori cumulati medi risultano nel complesso sempre inferiori alle attese climatiche, con uno scostamento di 100 mm corrispondenti ad uno scostamento percentuale del -25 % rispetto al clima 2001-2020, risultando mediamente il quarto anno più secco dal 1961, con precipitazioni più simili a quelle dei mesi estivi, con l’ultima precipitazione importante datata 10 Gennaio.

L’indice SPI (anomalia di pioggia) misurato sul mese di Gennaio e dunque molto più aggiornato e vicino alla realtà attuale segna anomalie molto marcate ovunque, con particolare risalto per la zona Piemontese, con anomalie pesanti nell’ordine del -80%. Ad inizio settimana, come registrato in queste ultime ore, potrà verificarsi la prima perturbazione del 2022, la prima, come anticipato, dopo un lungo periodo di latitanza del flusso atlantico.

L’imminente e deciso cambiamento, però già si preannuncia di breve durata, sarà fondamentale verificare se le precipitazioni colmeranno parzialmente il gap che si è creato in questi mesi soprattutto alla luce del fatto che nelle giornate successive le stesse previsioni confermano la ripresa della bella stagione, condizione confermata anche dei modelli a lungo termine che convergono tutti verso un clima tendenzialmente secco.

TEMPERATURE: Dal punto di vista delle temperature la media mensile risulta quasi due gradi sopra quella climaticamente attesa (scarto di +1,8°C), facendo del mese appena trascorso il quinto più caldo degli ultimi trent’anni. Ma è addirittura tra i più caldi qualora si considerino solo le temperature massime, che presentano uno scarto di ben +2,4°C rispetto alla norma. Questo particolare è dovuto al fatto che il mese è risultato molto poco dinamico/perturbato, con piogge assenti, cielo spesso sereno e tante giornate ventose, oltre ad un fenomeno di inversione termica che ha caratterizzato temperature particolarmente alte sulle creste, aumentando lo scioglimento del manto nivale.

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