Ambiente

Po a -7,11 e laghi in affanno:
siccità è sempre più allarmante

Per la prolungata mancanza di precipitazioni – continua la Coldiretti – è allarme anche nei boschi dove si sono moltiplicati gli incendi favoriti dal vento con la dichiarazione dello stato di massima pericolosità in molte aree del nord.

Uno studio del Cnr mostra come sull’intero arco alpino l’anno in corso è il terzo in assoluto per scarsità di accumuli nevosi e questo è un elemento ulteriore di preoccupazione per il livello del fiume Po, che sta registrando livelli di magra da estate inoltrata. L’idrometro a Cremona segna oggi -7,11 sotto lo zero idrometrico e la previsione è di un’ulteriore discesa: di qui ai prossimi 10 giorni non ci dovrebbero essere precipitazioni.

In questo contesto l’agricoltura è il primo settore a soffrire. Come denuncia oggi la Coldiretti, “in crescente difficoltà sono anche i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 15% dell’Iseo al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti. A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%”.

“Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Natura in tilt per le temperature anomale di un inverno mite e senza pioggia che facendo fiorire prati e alberi fuori stagione e seccando laghi e fiumi con crescente allarme per le coltivazioni soprattutto al nord dove non piove da 2 mesi ed il vento caldo alimenta il rischio incendi. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di un meteo pazzo dopo un 2021 bollente che si è classificato al decimo posto dei più caldo dal 1800 facendo segnare una temperatura superiore di ben 0,71 gradi rispetto alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr nell’anno solare. 

Da nord a sud – sottolinea la Coldiretti –sbocciano le gemme sugli alberi e fioriscono le primule nei prati come i mandorli e le mimose mentre nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nelle prossime due settimane partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche. 

L’andamento climatico ha l’effetto – precisa la Coldiretti – di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Il brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero – continua la Coldiretti – provocherà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi. Per la prolungata mancanza di precipitazioni – continua la Coldiretti – è allarme anche nei boschi dove si sono moltiplicati gli incendi favoriti dal vento con la dichiarazione dello stato di massima pericolosità in molte aree del nord.

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