Natura: il volo delle gru tra
cremonese e parmense
Con ogni probabilità, visto il periodo, si è trattato di un erratismo, come spiegato anche da Michele Mendi, delegato provinciale della Lipu di Parma. Hanno cioè compiuto uno spostamento per andarsi a cercare il cibo. In attesa della migrazione vera e propria che, da qui a breve, le porterà verso Nord a costruire il loro nido
“Per osservare gli uccelli è necessario diventare parte del silenzio” diceva, con ragione, il sociologo Robert Lynd. Quello stesso silenzio che regnava, sul fiume, martedì poco prima del calar del sole.
All’ora del vespro, l’orizzonte iniziava a dipingersi di rosso e le linee dei monti, in lontananza, sembravano avvicinare l’Appennino alle terre del Po quando, d’improvviso, nell’essenziale silenzio del Grande fiume, è arrivato dal cielo l’inconfondibile canto, melodioso e malinconico, di un meraviglioso stormo di gru. Giunto da monte, come portato dal tramonto,nel classico, spettacolare ed inconfondibile schieramento a V, formazione che prevede che un uccello voli al vertice e tutti gli altri lo seguano sistemandosi in un doppio schieramento, nel quale ciascun individuo vola con una traiettoria parallela a quello che lo precede, ma leggermente spostata verso l’esterno. Questa disposizione viene adottata sia durante brevi spostamenti, sia per i trasferimenti migratori e viene scelta per ragioni aerodinamiche. Soltanto così, infatti, ogni elemento dello stormo riesce a sfruttare i vortici generati dall’uccello che lo precede: vortici che “risucchiano” l’uccello che vola dietro. L’uccello che apre la formazione fa dunque più fatica degli altri, e per questo avviene comunque un cambio periodico nel ruolo di apripista.
Le gru hanno solcato i cieli sopra al fiume, tra il Cremonese ed il Parmense, nella zona compresa tra Pieve d’Olmi, Polesine Zibello, San Daniele Po e Roccabianca, come a voler salutare il popolo del fiume, dirigendosi elegantemente verso Est.
Con ogni probabilità, visto il periodo, si è trattato di un erratismo, come spiegato anche da Michele Mendi, delegato provinciale della Lipu di Parma. Hanno cioè compiuto uno spostamento per andarsi a cercare il cibo. In attesa della migrazione vera e propria che, da qui a breve, le porterà verso Nord a costruire il loro nido.
Per le terre del Po, un poetico e dolce regalo, di pochi minuti: quel tanto che basta per creare una nuova, giusta emozione.
Paolo Panni, Eremita del Po