Cronaca

Rivarolo Mantovano: Giuseppe
Ballarini, imprenditore, due ricordi

Due ricordi dell'imprenditore deceduto. Giovanna Anversa e Rosario Pisani raccontano per brevi tratti l'uomo. "Buon viaggio Signor Giuseppe, Lei ci ha arricchito l'anima e ora siamo più soli..."

Capita che la famiglia non sia solo quella originaria, quella dove nasci. Se sei fortunato incontri famiglie altre che ti accompagnano e ti aiutano crescere. La famiglia Ballarini è stata per me una seconda famiglia. Piccola negli anni e nella formazione venni accolta nella loro azienda e lì mossi i primi passi nel mondo del lavoro. Giuseppe era allora il boss, colui che un po’ si temeva, e da cui si imparava. Uomo d’azione, metteva un po’ di soggezione ma al tempo stesso era padre, era maestro. Severo e buono insieme, deciso e innamorato della sua azienda, innamorato di noi dipendenti cosa che si percepiva nonostante le scarse smancerie. Attento alla crescita dell’azienda e alle esigenze della sua gente. Una scuola di vita la Ballarini, un luogo dove un pulcino poteva diventare gallo con la cresta alta, rossa e dura, dove un pollastrino d’allevemento, quale io ero, poteva provare a volare sapendo che c’era sempre un nido in cui tornare, dove non mancavano né la lavata di testa né la carezza. Io piccola e spesso inopportuna ho imparato ad apprezzare la calma, la riflessione, l’impegno, il senso del dovere, il rispetto. Sono veri Signori i Ballarini. Giuseppe era un motore sempre acceso, amante delle auto, spesso correva in Germania in giornata con rientro la sera stessa, per partecipare alla fiera o per visitare un cliente. Attivo, intraprendente, catturato dalla deutsche Sprache, che imparò sul campo, era esempio di impegno e iniziativa. Un poco lunatico, poteva essere scuro e schivo o allegro e di battuta ma mai mancava di salutare quando arrivava, mai si rivolgeva malamente, mai mancava di rispetto anche quando era palese la giornata no. Sono grata a questa persona e so di non essere l’unica, siamo in molti fortunati ad avere fatto parte di questa famiglia straordinaria, fatta di persone buone, eleganti, corrette e rispettose. “Buon giorno Anna, mi porti un caffè per favore?” Buon viaggio Signor Giuseppe, Lei ci ha arricchito l’anima e ora siamo più soli… (Giovanna Anversa)

L’imprenditore di Rivarolo Mantovano scomparso ieri a causa di una implacabile e repentina malattia ha provocato sorpresa e cordoglio anche a Casalmaggiore. Giuseppe Ballarini dell’omonima azienda di pentole, amava iniziare le giornate lavorative con un caffé bevuto al bar Centrale in piazza Garibaldi. Una colazione frugale e veloce ma consumata con una frequenza costante, abituale e sopratutto nel medesimo orario supermattutino. Tutte le mattine sempre attorno alle 5, praticamente prima dell’alba, preanunciando l’arrivo attraverso il rombo inconfondibile delle sue auto, potentissime ed uniche con le quali giungeva davanti al locale. Nessun esibizionismo e nemmeno l’ostentazione di una condizione economica privilegiata raggiunta grazie ad una sagace intuizione e grande impegno imprenditoriale. Giuseppe Ballerini non aveva mai voluto salire sul podio mantenendo una semplicità e una disponibilità con tutti senza alcuna superbia ne distanze sociali. Sempre pronto a restituire la cortesia di un saluto a chi lo riconosceva. Puntualmente disponibile ad offrire il caffè a chi si trovava con lui al banco del bar della famiglia Frassanito a quelle ore antelucane. Disponibile anche a fornire orgogliosamente dettagli sulle caratteristiche tecniche delle auto prestigiose di cui poteva esibire gli ultimi modelli in anteprima. Prima di salutare e risalire partendo per Parma per accompagnare i figli all’Università e lasciando sulla piazza di Casalmaggiore la scia di quell’inconfondibile tuono provocato dalla deflagrante esplosione dei potenti cilindri dentro al motore. Ricordi forse superficiali rispetto ad una esistenza professionale e sociale indubbiamente molto più rilevante. Ma la testimonianza di una traccia che Giuseppe Ballerini ha lasciato in coloro che hanno avuto modo di conoscerlo e di ammirarlo per le sue indubbie capacità e doti umane. (Rosario Pisani)

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