Cronaca

Green Pass, l'odissea di
un cinquantenne casalasco

Niente da fare nessuna soluzione indicata se non quella di richiamare tra due o tre giorni attendendo nuovamente i fatidici tredici minuti di attesa. Il servizio messo a disposizione dal Ministero, diceva l'addetto, non può ne chiamare ne inviarti spiegazioni attraverso l'email, nonostante siano tutti dati ed elementi in loro possesso

Tredici minuti di attesa sono una nullità rispetto ai trececentosessantacinque giorni dell’anno o ad una vita intera. Un po’ meno sopportabile l’attesa lo diventa quando ad un passo dal traguardo la linea telefonica salta e tocca ricominciare tutto daccapo con la litania della musichetta ed altri infiniti minuti di attesa. Succede con il 1500, il magico numero instituito dal Ministero della Salute per rispondere alle domande, ai dubbi e alle questioni legate alla pandemia. Un cinquantenne residente in zona aveva fatto la terza dose di vaccino a metà dello scorso mese di gennaio. Non riuscendo a ricevere il fatidico permesso verde, piu che mai necessario per muoversi in questo Paese sempre piu blindato, ha cercato tutte le strade per risolvere il problema essendo trascorsi già una ventina di giorni. Una ricerca iniziata dal medico di base, continuando con la Regione sino all’Hub vaccinale in Mantova dove il vaccino (Moderna) era stato inoculato. Niente da fare, nessuno ha saputo trovare la ragione del mancato arrivo dell’indispensabile certificato. Le lunghe telefonate al 1500 hanno dapprima fornito un Autocode (continua questo diluvio di termini inglesi come se la lingua italiana non avesse validi sinonimi) evidentemente errato perchè (avvisava un messaggio) non coincideva con le ultime 8 cifre della tessera sanitaria. Sabato nuovo codice fornito dal Ministero grazie al quale finalmente il paziente cittadino ha potuto stampare il proprio Green Pass. Con la differenza che le dosi ricevute risultavano due senza registrare il terzo vaccino. L’ennesima telefonata al 1500 non ha risolto il problema concludendo la discussione con l’ipotesi che il cittadino, avendo fatto nella prima somministrazione il vaccino Jhonson&Jhonson, che all’epoca (adesso scomparso) si diceva valesse come due dosi. Quindi impossibile avere un Green Pass che registrasse le tre dosi. Di conseguenza l’impossibilità di dimostrare di avere ricevuto il famoso booster (ancora l’inglese) e sopratutto poter entrare in tutti i luoghi e in tutti i laghi (parafrasando un noto brano di musica leggera). L’addetto telefonico del Ministero non ha saputo fornire la soluzione al problema non avendo nessuna indicazione al proposito. Inutile insistere e chiedere anche di essere richiamato successivamente ad informazioni aggiornate acquisite. Niente da fare nessuna soluzione indicata se non quella di richiamare tra due o tre giorni attendendo nuovamente i fatidici tredici minuti di attesa. Il servizio messo a disposizione dal Ministero, diceva l’addetto, non può ne chiamare ne inviarti spiegazioni attraverso l’email, nonostante siano tutti dati ed elementi in loro possesso.

Ros Pis

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