Pierluigi Pasotto: "La povertà esiste,
disponibile ad affrontarla insieme"
Pierluigi Pasotto tende la mano al nuovo assessore ai Servizi Sociali: "Resta inteso che sono sempre pronto ad un confronto con il nuovo assessore e a collaborare, se serve. Se si può fare qualcosa per migliorare le vite dei cittadini, non esistono barriere politiche invalicabili. Io so da dove vengo, ma non ne ho mai fatto, sulle questioni importanti, una questione di partito. Se serve l'assessore sa dove e come trovarmi"
La povertà esiste. E non è solo quella che si vede nelle periferie delle grandi città d’oltreoceano, quella delle foto in bianco e nero di Gordon Parks o della Londra di John Thomson, ma è quella in cui inciampiamo a volte, a pochi metri da casa nostra. Sono spesso anziani, o famiglie numerose. E spesso sono famiglie italiane. Ogni caso è un caso a se. Ci sono mille ragioni sul perché non si arriva a fine mese. Pierluigi Pasotto, consigliere d’opposizione ed ex assessore ai Servizi Sociali lo sa bene. Ancora adesso, e proprio per il ruolo che riveste, gli capita di interagire con famiglie in difficoltà. Gli chiedono aiuto, una mano, un modo per restare a galla. Per questo non è stupito del fatto che, a volte, ci sia qualcuno che qualcosa da mangiare la va a cercare nei bidoni dei rifiuti. Ha letto il resoconto pubblicato ieri da OglioPoNews dell’uomo che raccoglieva avanzi di frutta e verdura nei bidoni del supermercato U2 ed ha voluto dire la sua. Come sempre, perché difficilmente lascia sedimentare dentro quello che dentro gli stride.
“Forse quello di ieri è un fatto isolato, e magari non fa regola ma può essere un indizio di quello che non va. Confesso che faccio fatica a capire le politiche sociali di questa amministrazione – ci racconta – e come Consigliere Comunale sto seguendo situazioni davvero al limite. La percezione? E’ quella nitida che ci sia una fetta non trascurabile di popolazione con malessere economico e sociale. Questo malessere economico e sociale non è localizzato solo nei cittadini stranieri. Tante volte sono anziani, famiglie numerose anche italiane che non riescono a godere dell’aumento del PIL, non hanno alcun vantaggio dei soldi del PNNR ma continuano a confrontarsi con pensioni minime, stipendi bassi e spese sempre maggiori. Abbiamo speso Consigli Comunali a dire parole sul PNNR, sul Masterplan, su progetti faraonici poi, quando si tratta di affrontare il bilancio, vediamo aumentare le spese per la refezione o il trasporto scolastico su cittadini che già vedono aumentate a dismisura le spese per luce, gas e acqua e prodotti di prima necessità. E sui rifiuti il bello deve ancora venire e sicuramente verrà”.
Ricorda l’ex Assessore, il progetto la Rete. “Con il dottor Borghesi, Paola Daina in collaborazione con AMURT avevamo avviato un bel progetto di assistenza che vedeva ed ha visto il contributo di tante realtà casalasche, dalle imprese a Fondazione Marcegaglia. Avevamo gente che faceva donazioni per il carrello sociale e riuscivamo a portare a tante famiglie, soprattutto di anziani e pensionati, la spesa a casa. Oggi quel servizio non c’è più, della questione si occupa la San Vincenzo che, con tutta la buona volontà che può metterci e il buon lavoro che sta comunque facendo, non è un ente pubblico. Del progetto La Rete resta in piedi l’aiuto agli studenti, mentre non si hanno più notizie della possibilità di ricevere contributi per spese mediche, esami e cure. La Fondazione Marcegaglia non collabora più, e i problemi restano sul tavolo. Problemi concreti. Speravo venisse messa in campo strumentazione più efficace per affrontare le povertà, ma non mi pare di aver visto qualcosa all’orizzonte. Non ce l’ho con i tecnici, la critica è esclusivamente politica perché la conduzione delle politiche sociali è politica”.
Parla anche del progetto Condomini: “Era una delle cose di cui andavo fiero – ci confessa – perché la risoluzione dei problemi, delle questioni che aumentano il grado di difficoltà sociale spesso possono avere l’amministrazione come protagonista. Vi era in essere un progetto, il progetto Condomini, che riguardava gli edifici residenziali popolari. Era un progetto che coinvolgeva i residenti dei condomini. In quegli edifici l’amministrazione entrava in maniera attiva e conservativa, si occupava di spazi e problematiche quotidiane. Ogni condominio privato ha il suo amministratore che predispone un programma e un bilancio. Il nostro ragionamento era semplice, era l’ente pubblico negli edifici pubblici che evitava che tra i residenti stessi vi fossero problemi. Insieme all’assessore Ronda e all’ingegner Rossi programmavamo anche quei piccoli interventi di competenza comunale che potevano contribuire a diminuire le tensioni. Ancora oggi incontro diversi residnti coinvolti allora nel progetto che mi chiedono perché non si fanno più le riunioni condominiali. Esiste un filo diretto con quanto detto prima? Sì, quando cresce il disagio e cresce l’emarginazione aumenta anche la povertà e la percezione di diminuita sicurezza. I fenomeni che registriamo negli ultimi tempi riguardano tutti i ceti sociali e non si affrontano solo con la repressione, ma coinvolgendo l’amministrazione e gli istituti educativi presenti sul territorio”.
Ci tiene, l’ex assessore, a non apparire critico nei confronti del personale dei Servizi Sociali: “Conosco bene chi lavora nella struttura, so per certo che buttano spesso il cuore oltre l’ostacolo. Qui il problema non è tecnico, ma politico. Riusciamo ad investire milioni per grandi opere e corriamo il rischio di dimenticarci delle famiglie. Famiglia è un termine abusato solo in prossimità delle campagne elettorali. Ci sono varie forme di sicurezza che dobbiamo essere in grado di garantire ai cittadini. Sicurezza contro la malavita, sicurezza sui luoghi di lavoro e certezza del lavoro, sicurezza di cura e istruzione. E’ c’è una sicurezza altrettanto importante: quella di fare di tutto affinché ogni cittadino possa vivere dignitosamente. Se amministriamo, lo facciamo anche su questa strada. Spero sinceramente che con la nuova guida ai Servizi Sociali qualcosa si muova”.
Pierluigi Pasotto tende la mano al nuovo assessore ai Servizi Sociali: “Resta inteso che sono sempre pronto ad un confronto con il nuovo assessore e a collaborare, se serve. Se si può fare qualcosa per migliorare le vite dei cittadini, non esistono barriere politiche invalicabili. Io so da dove vengo, ma non ne ho mai fatto, sulle questioni importanti, una questione di partito. Se serve l’assessore sa dove e come trovarmi”.
Nazzareno Condina