Cronaca

Cibo nel bidone dei rifiuti:
un giovedì mattina normale?

Per molti forse, ma non per tutti. Non sappiamo nulla della storia dell'uomo che ieri mattina raccoglieva avanzi di cibo buttati nel bidone dell'umido, non sappiamo nulla di quello che è stato e di quello che è. Resta solo - profondo - un senso di amarezza. E la consapevolezza che ci sono ancora persone costrette a rovistare nel bidone per mettere qualcosa sotto i denti

Giovedì mattina normale. Un giorno come tanti. Lavoro, spesa, chiacchiere e benzina. Alle 11 il parcheggio del supermercato U2, in fregio all’asolana, è quasi pieno. Una piccola e vecchia utilitaria rossa si ferma davanti al cancello, senza entrare nel parcheggio. Scende un uomo sulla 60ina d’anni, abbigliamento un po’ trasandato ma comunque dignitoso, con una cassetta di plastica in mano. Si guarda intorno e procede poi velocemente verso il lato opposto a quello dell’ingresso del supermercato. E’ lì che ci sono i cassonetti dei rifiuti. Apre quelli del secco, rovista un po’ tra i sacchi neri chiusi, li pesa con le mani. Ne apre uno, ma poi lo rilascia cadere. Dopo aver visionato il cassonetto del secco apre quelli marroni dell’umido. C’è un cavolfiore e qualcosa d’altro che non riusciamo a capire. Lo prende e lo mette nella cassetta di plastica. La cassetta si riempie.

Si riguarda intorno e poi, velocemente, come è arrivato se ne va. Oggi probabilmente ha qualcosa da mangiare, o qualcosa da dare alla propria famiglia. Abbiamo assistito a tutta la scena perché – come a volte capita – anche chi scrive si ferma a fare la spesa. Siamo rimasti in macchina e l’uomo non ci ha notato. Avremmo voluto fare una foto, ma poi lo abbiamo preso da lontano e di schiena. Non sempre l’immagine è lecita, e a volte basta solo il racconto.

Non è una scena a cui siamo abituati. Nel nostro – stupido – immaginario collettivo pensiamo sempre a chi entra al supermercato ed esce con le sue buste. A chi, evidentemente, ha una vita normale e uno stipendio in grado, anche se a fatica qualche volta, di mantenerlo, e pane e verdura da portare ai propri figli, e magari pure un qualche sorriso. Ha chi ha un impiego e si preoccupa di quello che farà nel giorno di riposo. Non è sempre così, neppure nella ridente Lombardia. Non lo è per l’uomo che, ieri mattina, ha recuperato dai secchi dell’umido il cibo.

LA POVERTA’ ASSOLUTA IN ITALIA – I dati ISTAT sono quelli del rapporto del giugno 2021, e riguardano il 2020. Per i nuovi (relativi all’anno che si è appena chiuso) bisognerà attendere ancora. Sono dati che sicuramente – rispetto alla situazione attuale – sono in crescita. La situazione pandemica ha sicuramente schiacciato l’economia. “Nel 2020 – si legge sul rapporto – sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche). Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019)”.

GIOVEDI’ MATTINA NORMALE? – Per molti forse, ma non per tutti. Non sappiamo nulla della storia dell’uomo che ieri mattina raccoglieva avanzi di cibo buttati nel bidone dell’umido, non sappiamo nulla di quello che è stato e di quello che è. Resta solo – profondo – un senso di amarezza. E la consapevolezza che ci sono ancora persone costrette a rovistare nel bidone per mettere qualcosa sotto i denti. C’è balenata anche l’idea che recuperasse il cibo magari per gli animali da cortile, ma l’abbiamo subito accantonata poiché non avrebbe avuto senso rovistare anche nel bidone del secco in cerca di qualcosa. Lo abbiamo voluto credere, vogliamo sperare, in fondo, di esserci sbagliati. Ma è più facile che la scena di ieri sia il segnale che la lotta alla povertà è ben lungi dall’essere stata affrontata, e vinta. Un segnale triste, alle porte di casa nostra.

N.C.

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