Moreno e Stefania, la vita va avanti:
il racconto della figlia Denise
"I miei stavano cenando - ci racconta la figlia Denise Lottici - quando all'improvviso hanno sentito suonare quasi contemporaneamente tutti i campanelli. Inizialmente avevano pensato ad uno scherzo ma poi mio papà è sceso in strada e si è reso conto di quello che stava succedendo"
Dal 1° febbraio entreranno nel nuovo appartamento. Andranno in affitto. Non sarà come la loro casa, ma è comunque una ripartenza. Non sono stati giorni facili per Moreno Lottici e la moglie Stefania. Erano in casa, stavano cenando nel loro appartamento – in cui vivevano dal 2004 – della palazzina di via Manfrassina quando tutto è cambiato, all’improvviso. “I miei stavano cenando – ci racconta la figlia Denise Lottici – quando all’improvviso hanno sentito suonare quasi contemporaneamente tutti i campanelli. Inizialmente avevano pensato ad uno scherzo ma poi mio papà è sceso in strada e si è reso conto di quello che stava succedendo”. Era il 12 gennaio. Quel giorno non lo dimenticheranno mai più. Nell’appartamento a fianco del loro – nel momento dell’incendio vuoto – si stavano sviluppando le fiamme domate a fatica dai vigili del fuoco solo 9 ore dopo. Hanno visto il piano superiore bruciare, a poco a poco. Senza poter far nulla. “I primi giorni li ho ospitati io a Pomponesco – prosegue Denise – e poi sono andati in albergo. Il datore di lavoro di mio padre, venuto a sapere della situazione, ha trovato la camera e pagato l’albergo. Dopo i primi tre giorni si sono messi l’anima in pace. Nei giorni scorsi sono andati insieme ai vigili del fuoco a vedere che cosa si poteva recuperare nella palazzina dichiarata inagibile. Qualche vestito, qualche effetto personale e tutto il resto da buttare”. Mobili, elettrodomestici, effetti personali, ricordi di una vita costruita insieme. Tutto perduto. E’ stata proprio Denise, nei giorni successivi, a far partire una raccolta fondi: “Non l’ho fatto solo per loro – ci tiene a precisare – ma per tutte le famiglie rimaste coinvolte che magari non hanno avuto la fortuna di mio papà e mia mamma. E la raccolta continua”. L’aiuto più grande però è stato – come ci racconta – quello di ARCES: “A loro devo un profondo grazie – conclude Denise – perché ci hanno dato e ci stanno dando una grossa mano. Si sono messi subito a disposizione, chiedendo e non solo a noi quello che avrebbe potuto essere utile. Quando le persone hanno un cuore così grande è giusto che si sappia”. ARCES si è messa subito a disposizione di tutti: con la raccolta fondi, con il reperimento di vestiario e mobilio e con la ricerca di nuove locazioni dalle quali ripartire. Loro sono così, pronti sempre a tendere le braccia. “Ci siamo sentiti e ci sentiamo quasi quotidianamente col presidente Giuseppe Guarino e si preoccupa sempre di quello che può servire. Ci sono stati vicini, lui e i suoi volontari. Grazie, di cuore, a tutti loro”. La raccolta sulla piattaforma GoFundMe resta aperta. Andrà a beneficio di tutte le famiglie che hanno perso tutto. Il link lo trovate in fondo all’articolo, per chiunque volesse contribuire. Moreno e Stefania, dal 1° febbraio, lasceranno l’albergo e ripartiranno. Magari non sarà come la casa in cui hanno vissuto per 16 anni, ma sarà comunque vita, presente e futuro. Quello che si spera, e col contributo di tutti (magari a partire dalle aziende del Viadanese) possano avere anche tutti gli altri, le restanti 6 famiglie della palazzina di via Manfrassina nella quale non torneranno più.
Nazzareno Condina
IL LINK PER CONTRIBUIRE ALLA RACCOLTA FONDI